Un libro da vivere, nonostante tutto...

mercoledì 27 maggio 2009


Il desiderio di qualsiasi lettore che viene rapito dalla lettura di un libro è che un giorno prima o poi gli venga riconosciuta la grandezza che merita, cosi' come al proprio autore, anche se scomparso da diversi anni. Perchè quasi ci si legittima in un certo senso, perchè si sente accomunati da una grandezza riconosciuta e ci si rende conto che tanta altra gente sa leggere e sa trovare momenti intensi anche in parole "inchiostrate" su 200 pagine bianche. I riconoscimenti che certi capolavori meriterebbero, a volte, forse anche spesso, non vengono loro accordati o accordati troppo tardi, tra l'indifferenza generale per quel libro rimasto chissà perchè, chiuso a chiave nel cassetto di tre quarti di popolazione mondiale. Certi libri non hanno una cassa d'amplificazione degna che racconti la loro bellezza e gli appassionati di quell'autore, di quel libro, che vedono nel libro stesso addirittura quasi la vita stessa, e molte risposte legate al problema esistenziale , non capiscono, amareggiati, perchè un qualsiasi ragazzino uscito da un reality show che scrive banalità con uno stile sciatto e colmo di errori e strafalcioni tattici possa vendere piu' di uno scrittore che ha toccato loro i nervi, fatto tremare le vene e ubriacato i sensi. REVOLUTIONARY ROAD fa parte di questa cerchia di capolavori che hanno avuto poca ribalta quando l'autore, Richard Yates, poteva ancora informarsi di persona sul successo o meno della sua creatura partorita, una leggera risalita negli anni seguenti, ma appena percettibile, che è migliorata, almeno in Italia, attraverso l'impegno e la competenza indiscutibili di una piccola casa editrice romana, la Minimum Fax, che ha intravisto prima di tutti, nel Bel Paese, le potenzialità e la ricchezza narrativa di questo straordinario quadro-specchio-verità della vita non proprio idilliaca della middle-class americana.
A Yates non sono mai importanti i numeri-dollari ma i numeri-lettori. Purtroppo non è qui ora con noi a sorridere notando quante persone abbiano conosciuto e apprezzato o in molti casi hanno perso completamente la testa per la sua scrittura che cosi' bene racconta la realtà-verità senza mai nascondersi dietro lieto-fine improbabili.
Il lettore si è innamorato della sua fluidità di scrittora che diventa anche semplicità con cui raggiunge la sensibilità di chi legge. Il dosaggio perfetto di dialogo vissuto e silenzio che lascia posto alle immagini, collabora nel far si che il lettore riesca a farsi una propria idea, spesso contrastante, osteggiando o supportando i diversi personaggi che non vengono mai visti in una posizione accomodante della vita ma sempre in crisi, in una continua rincorsa a una stabilità e alla conoscenza di sè e dei sentimenti che non si ha mai la sensazione che possa raggiungere.
Frank e April, una vita apparentemente normale, tranquilla, pacifica, nulla fa presupporre a contrasti, a situazioni-limite, a una debacle totale che avviene con una sorta di silenziatore e avviene tra le quattro mura senza che risuoni all'esterno. Figli, una bella nuova casa, il lavoro che procede bene e gratifica Frank, il "lavoro" di casalinga che rende una moglie felice April. Questo avviene tutto all'interno di una bottiglia di vetro che rende questo microcosmo lontanissimo da sguardi indiscreti, tant'è che neanche i loro migliori amici non sospettano neanche lontanamente cosa stia per succede. E quanta sofferenza verrà versata. Dimentichiamoci il lieto fine, non è proprio possibile. Ne verrebbe meno la disperata bellezza del libro.
Una vita da coppia come tanti altri…ma tra Frank e April qualcosa a un certo punto si spezza e sono inutili tutti i tentativi di rimettere in sesto un “giocattolo” ormai rotto e che non è piu’ in grado di regalarti cio’ che al momento del suo acquisto, prometteva Frustrazione unita a disperazione, che porta a un certo punto addirittura a fingere che nulla succeda o sia successo. Le certezze via via diventano dubbi, incomprensioni, intolleranze, violenze (verbali). Un’alienazione sconfortante, sia nei confronti dell’amato ma soprattutto verso se stesso. E’ qui che si gioca tutto: cosa si è rotto improvvisamente? Già, è molto difficile venirne a capo.
Sam Mendes ha portato sullo schermo il libro, non certo facile da "pellicolare", e fortemente voluto da sua moglie, quella Kate Winslet che ha raccolto consensi entusiastici da ogni dove per la sua strepitosa, commovente, straripante di drammaticità prestazione. Il film ha certamente voluto essere per prima cosa un riconoscimento verso colui che in vita non ha potuto mai ricevere nulla, se non tantissimi problemi, gli stessi che vuole raccontare con voci diverse, con personaggi diversi, in ambienti diversi ma con il cuore in gola come un'autobiografia romanzata.
Le personalità fragili, i sogni che diventano bolle di sapone scoppiate, una disperazione senza fine conseguenza di un’indifferenza che spesso crea piu’ danni dell’odio. Libro splendido, che mi ha tenuto incollato alle pagine in maniera quasi possessiva. Mi ha commosso.
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Lettore onnivo o monogenere?

martedì 26 maggio 2009

Tra i vari temi di discussione legati alla lettura e alla letteratura, il tipo di indagine che si va a fare su che tipo di lettore siamo ritengo sia uno spunto di confronto molto interessante. Nella lettura, come in qualsiasi altra cosa, il pregiudizio, lo snobbismo e l'aurea di cui alcuni sembrano dotarsi guardando dall'alto verso il basso tutti gli altri purtroppo inacidiscono e brutalmente detto, sputtanano questa enorme passione che è la lettura, che va vissuta, comunicata, discussa senza pretese, senza ergersi su piedistalli vari, senza deformarne il valore che ha. Premesso che immagino siano, per fortuna, pochi coloro i quali riescono a inscenare risse verbali, sanguinamenti dialettici e ferite di giudizio. La lettura non è un giudizio nè un oggetto di giudizio. E' un qualcosa che semplicemente fa vivere milioni di persone, le accomuna attorno a quella che è svariatamente un hobby, una passione profonda, un lavoro domestico.

Ma veniamo a me. Io mi reputo, ma magari per altri io non sono definibile in questo modo, un onnivoro della lettura. Libri e riviste, e quotidiani. E per andare piu' a fondo in letteratura leggo tutto tranne i romanzi d'amore stile harmony e le poesie (che è un bel cruccio mio personale non riuscire ad appassionarmi, perchè mi sento come un vuoto da riempire questo mio interesse omesso ed estromesso). Thriller, horror, romanzo di formazione, romanzo realista, fantasy, noir e chi piu' ne ha piu' ne metta. Leggo di tutto, poi chiaramente il punto di riferimento fondamentale è l'autore e il titolo del libro interessato. Per esempio ora sono molto attratto dalla ricerca dello scrittore non conosciutissimo, non sponsorizzato ai quattro(cento) venti, e in questo conto, chissà per quale motivo fondante si basa questa mia sensazione, di trovare gli scritti e gli scrittori di maggior qualità. Forse perchè ho come fissato in testa a mo' di pregiudizio, che i libri che leggono tutti, definiti anche best seller, siano dei libri di qualità medio-bassa, che non spiccano per originalità, per qualità. Ho diverse preclusioni, devo ammetterlo. Ed è una battaglia che sto cercando di vincere da molto tempo. Precludere significa occludere. Ed è un peccato privarsi volontariamente di certe letture perchè si è deciso cosi'. Spesso, o a volte, senza un motivo fondante e attraverso la risposa: "perchè per me è cosi'" pur non avendo provato a mettere in gioco il giudizio su un piano del vissuto personale del libro.

Cio' che definisce un onnivoro è la sua curiosità spiccata, che lo porta a volare non escludendo nulla o quasi dalla propria vista.
Sicccome ci troviamo in democrazia e non in 1984, la gente puo' anche decidere o meglio, sentire di essere legata a un solo tipo di genere e quindi leggere tutto e solo di quel tutto appartenente a un solo genere. Nulla da parte mia che mi possa permettere di anche solamente aprire una polemica o una critica a queste persone. E' interessante pero' mettersi a confronto, realizzare quelli che sono i punti di vista di sè e quelli dell'altro, perchè spesso da questi tipi di discussioni nascono anche esperienze inaspettate che si ha avuto il coraggio di intraprendere convinto dalle parole dell'altra persona.

Essere onnivoro o monogenere, cambia poco parlando a livello generale. Quello che conta, come sempre, è leggere. Soprattutto per noi che amiamo cosi' immensamente la lettura e non riusciamo proprio a pensarci come sarebbe un mondo senza libri. Forse tutto tutto nero come l'inchiostro che è disperso in un unica macchia scura che non è stato distribuito su dei fogli di carta che animano le giornate di chi legge.
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Prendendo spunto da un libro, ed ora è uscito anche un successivo, di Nick Hornby in cui il popolare scrittore inglese descrive meticolosamente acquisti e letture di mese in mese, sospettando che anche l'amatissimo autore di Febbre a 90 e Alta fedeltà, viva di Anobii, ho voluto un po' descrivere quelle che sono state le mie tappe fondamentale da lettore. Una vita da lettore che è incominciata nel lontano 2001 quando...

Preincipit: alle medie, il mio primo libro in assoluto è stato IL GIOVANE HOLDEN. INCIPIT: tutto ha inizio...c'era una volta... 2001, data fatidica. Prima di quella data ero un caprone (ma diciamocelo, la lettura non mi salva, caprone lo sono lo stesso, e sempre rimarrò). Vorrei luci basse e musica soffusa, per celebrare questo momento che mi ha ufficalmente fatto entrare nel club dei lettori accaniti. Se vi dico Frodo Bagging e Samwise Gamgee o ancora Gandalf il grigio, Bilbo Bagging, Saruman, Sauron cosa vi fa venire in mente? Ebbene si, IL SIGNORE DEGLI ANELLI. Mi ha aperto prepotentemente ma allo stesso tempo con dolcezza la porta del paradiso di uno delle mie passioni piu' grandi insieme al cinema e al calcio, la lettura. Per me, e ora che ci penso rabbrividisco ma credo che ognuno abbia nel proprio destino il momento che prima o poi arriverà per renderlo migliore, sono stati 19 anni (1982-2001) in cui l'unica cosa che leggevo era la Gazzetta dello Sport. Tolkien mi ha regalato la lettura. Mi ha illuminato, mi ha seccato, mi ha stesso, mi ha aperto un nuovo mondo, mi ha fatto innamorare follemente e ancora ora sono innamorato follemente della lettura, anzi è addirittura è un crescendo sempre piu' incredibile.
Tappa intermedia: la Hornbyzzazione di Matteo: Il piacere di leggere, di divorare il libro, di mettere da parte compiti e libri da leggere per italiano, per tuffarsi unicamente sul libro di Nick Horby. Da qui sono diventato tifoso dell'Arsenal, da qui ho iniziato ad ascoltare un certo tipo di musica, da qui è iniziata la mia mania della classifica TOP FIVE di qualsiasi cosa, anche dei rumori che sento; da qui ho iniziato a leggere per divertirmi. Nick Hornby offre divertimento e spensieratezza, sentimenti buoni e racconta il mondo di noi giovani.Tappa quantomai fondamentale per la mia crescita da lettore.
Seconda tappa: sono diventato residente certificato del mondo della lettura! convizione di essere diventato un cittadino del mondo della lettura: FAME di Knut Hamsun, mi ha fatto debuttare nelle letture di una certa profondità morale, che trasmette emozioni e sensazioni molto forti. Un romanzo che mi ha sciolto, steso al tappeto, fatto muovere interiormente una sequenza di emozioni incontrollabili.Da li è nato un legame molto intimo con il leggere. Che ha poi subito inaugurato la tappa intermedia con la terza: LA CASA DEL SONNO di Jonathan Coe: un libro cosi' inquietante ma anche tenero da farmi venire i brividi nel momento in cui dovevo addormentarmi.
Terza tappa: Tappa della Lettura Matura ai limiti della morbosità
Cecità - Saramago --> è inutile, questa è una lettura che mi ha segnato. SOno sempre stato molto amante di quelle situazione off-limits nella realtà che ti vengono presentate in tutta la loro drammaticità e irreversibilità, riflettendo metaforicamente o per via piu' diretta, le problematiche della società nella quale viviamo. Saramago con questo libro mi ha aperto una visione del mondo molto piu' realista, molto meno da sogni ad occhi aperti, molto piu' inquietante, facendomi costruire dei bei dubbi su cio' che saremmo se succedesse che...Coi se e coi ma ne son piene le fosse, ma a volte si ha bisogno di ragionare anche coi se e coi ma, altrochè...
Quinta tappa: la scoperta di un nuovo mondo...altro che l'america Colombiana...
Joe Lansdale: di lui potrei dire tutto e di piu' che non direi mai abbastanza. E' il sottofondo musicale della mia vita di oggi. L'attualità, il recente passato, e spero il futuro. Uno scrittore che mi ha acchiappato, mi ha demolito, mi ha reso un carnivoro della lettura. Ora, nell'ancora piu' attuale OGGI, ho scoperto la letteratura americana, postmoderna e minimalista, con a capo Francis Scott Fitzgerald e poi Richard Yates, Bernard Malamud, John Barth, Raymond Carver e anche la passione travolgente e folgorante, improvvisa, dei racconti, totalmente diversi dal formato romanzo ma altrettanto emozionanti e coinvolgenti. Quali scoperte mi aspetteranno ancora? Quali scrittori conoscero', magari dopo averli solamente sfiorati o snobbati anni dietro, e mi entreranno nel cuore e non potro' fare a meno di leggere qualcosa di loro?

La lettura è un percorso che viene da sè, ogni giorno si scopre, si conosce, ci si immerge in nuovi mondi dove si vivono esperienze che lasceranno tracce indelebili nella propria esistenza di lettore.

Al prossimo aggiornamento, allora...
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E inizio anch'io...

lunedì 25 maggio 2009

Scrivere e leggere, due mie passioni enormi.
Scrivere, perchè il mio sogno che sto coltivando sia sognando a occhi aperti e a occhi chiusi sia dandomi da fare nel concreto, è quello di diventare giornalista. Raccontare agli altri qualcosa, riferire informazioni e permettere la conoscenza di un fatto al mondo a partire dalla tua penna o, in tempi moderni, da un clic, è un privilegio per pochi, una fortuna comunicativa che spesso viene ridotta a un nonnulla o perchè al servizio della strumentalizzazione continua, o perchè non se ne capisce l'enorme forza sociale. E' un sogno nel cassetto che sto custodendo ma sarebbe anche ora di aprire quel cassetto e tirarlo fuori per poi rinchiudere in quel cassetto solamente i ricordi di questa "professione che passione" vissuta sul campo e da raccontare agli altri, come se si stesse sfogliando un album di foto.
Scrivere, già, parliamo anche di blog, che oggi è diventato un mezzo comunicativo straordinario. Ho già avuto modo di utilizzarlo per poi chissà quale ragione,abbandonarlo per strada. Ora vorrei riprendere,giurare a me stesso di investirci tempo e passione per far si che rimanga nel tempo, che sia una possibilità concreta per potermi esprimere, vorrei imparare a farlo (perchè come si dice nessuno nasce già IMPARATO) e magari costruirci se possibile anche un pezzo della carriera che sogno di poter vivere nei prossimi anni. Sono prolisso, ed è un difetto che devo smussare, se non addirittura cancellare. Internet e la nuova comunicazione online, non permette trasgressioni del genere. Comunicazione immediata, diretta, sintetica ma incisiva. Questo è quello che oggi si chiede a chi scrive online. E dovro' studiare anche su questo punto.

Ma il blog puo' anche concedersi ogni tanto qualche parola di troppo, qualche riga di troppo se è necessario, soprattutto se a parlare, come in questo caso, nel mio caso, sono i miei interessi, le mie passioni e tra queste certamente riveste un ruolo di primissimo piano la lettura. Poi in un secondo momento raccontero' quello che leggere significhi per me e come si è sviluppata fin qui la mia "carriera" di lettore.

Prego voi tutti , ammesso che ci sia qualcuno che mi legga, di avere pazienza, di concedermi il lusso di poter sbagliare, almeno inizialmente, di avere una seconda possibilità, di migliorarmi ma soprattutto di imparare.

Imparare anche a leggere, perchè forse non lo si è e non lo si sarà mai.
Ma intanto accontentiamoci di una cosa: la passione per la lettura è un privilegio che sceglie te e non viceversa. Per un qualche motivo ha scelto te e non devi mai deludere questo dono che ti è stato concesso. Impossibile rifiutarlo, perchè leggere significa tutto. E quel tutto è diverso da persona a persona.
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