Lettore onnivo o monogenere?

martedì 26 maggio 2009

Tra i vari temi di discussione legati alla lettura e alla letteratura, il tipo di indagine che si va a fare su che tipo di lettore siamo ritengo sia uno spunto di confronto molto interessante. Nella lettura, come in qualsiasi altra cosa, il pregiudizio, lo snobbismo e l'aurea di cui alcuni sembrano dotarsi guardando dall'alto verso il basso tutti gli altri purtroppo inacidiscono e brutalmente detto, sputtanano questa enorme passione che è la lettura, che va vissuta, comunicata, discussa senza pretese, senza ergersi su piedistalli vari, senza deformarne il valore che ha. Premesso che immagino siano, per fortuna, pochi coloro i quali riescono a inscenare risse verbali, sanguinamenti dialettici e ferite di giudizio. La lettura non è un giudizio nè un oggetto di giudizio. E' un qualcosa che semplicemente fa vivere milioni di persone, le accomuna attorno a quella che è svariatamente un hobby, una passione profonda, un lavoro domestico.

Ma veniamo a me. Io mi reputo, ma magari per altri io non sono definibile in questo modo, un onnivoro della lettura. Libri e riviste, e quotidiani. E per andare piu' a fondo in letteratura leggo tutto tranne i romanzi d'amore stile harmony e le poesie (che è un bel cruccio mio personale non riuscire ad appassionarmi, perchè mi sento come un vuoto da riempire questo mio interesse omesso ed estromesso). Thriller, horror, romanzo di formazione, romanzo realista, fantasy, noir e chi piu' ne ha piu' ne metta. Leggo di tutto, poi chiaramente il punto di riferimento fondamentale è l'autore e il titolo del libro interessato. Per esempio ora sono molto attratto dalla ricerca dello scrittore non conosciutissimo, non sponsorizzato ai quattro(cento) venti, e in questo conto, chissà per quale motivo fondante si basa questa mia sensazione, di trovare gli scritti e gli scrittori di maggior qualità. Forse perchè ho come fissato in testa a mo' di pregiudizio, che i libri che leggono tutti, definiti anche best seller, siano dei libri di qualità medio-bassa, che non spiccano per originalità, per qualità. Ho diverse preclusioni, devo ammetterlo. Ed è una battaglia che sto cercando di vincere da molto tempo. Precludere significa occludere. Ed è un peccato privarsi volontariamente di certe letture perchè si è deciso cosi'. Spesso, o a volte, senza un motivo fondante e attraverso la risposa: "perchè per me è cosi'" pur non avendo provato a mettere in gioco il giudizio su un piano del vissuto personale del libro.

Cio' che definisce un onnivoro è la sua curiosità spiccata, che lo porta a volare non escludendo nulla o quasi dalla propria vista.
Sicccome ci troviamo in democrazia e non in 1984, la gente puo' anche decidere o meglio, sentire di essere legata a un solo tipo di genere e quindi leggere tutto e solo di quel tutto appartenente a un solo genere. Nulla da parte mia che mi possa permettere di anche solamente aprire una polemica o una critica a queste persone. E' interessante pero' mettersi a confronto, realizzare quelli che sono i punti di vista di sè e quelli dell'altro, perchè spesso da questi tipi di discussioni nascono anche esperienze inaspettate che si ha avuto il coraggio di intraprendere convinto dalle parole dell'altra persona.

Essere onnivoro o monogenere, cambia poco parlando a livello generale. Quello che conta, come sempre, è leggere. Soprattutto per noi che amiamo cosi' immensamente la lettura e non riusciamo proprio a pensarci come sarebbe un mondo senza libri. Forse tutto tutto nero come l'inchiostro che è disperso in un unica macchia scura che non è stato distribuito su dei fogli di carta che animano le giornate di chi legge.

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