Un libro sotto l'albero...

domenica 29 novembre 2009

Idee regalo ma anche letture che permettano di inoltrarci ancora di piu’ nel profondo del clima natalizio. Che per antonomasia è il periodo in cui tutto assume i contorni un po’ diversi e alterati rispetto a ogni altro momento dell’anno, dove tutto o quasi viene alleggerito da uno spirito festoso, dai colori e dalle luci, dallo stare insieme sotto un unico tetto, dalle leggende, dalle storie e dai racconti che ci ruotano intorno e che scaldano i cuori e mettono in moto i pensieri, spesso pensieri d’evasione e di fuga dal mondo reale. Il Natale è tempo di (potenziali) riscatti, di (potenziali) promesse che si fa a sé stessi o agli altri, di gesti simbolici che creano una vera e propria esplosione emotiva nel cuore di chi vive con il giusto spirito questo giorno e i giorni che lo precedono nell'attesa (se poi rimarranno tali o avranno un seguito nel concreto, dipende dalle intenzioni concrete della persona). Insomma, il Natale è un giorno IMBOTTIGLIATO e protetto dal resto dell’anno. E’ un giorno speciale, dove per un momento i problemi vengono messi da parte per dare precedenza alla serenità, alla pace interiore, alla voglia di fare festa. E’ la persona al centro di tutto, non tutto cio’ che le ruota intorno, che di fatto spesso declassa l’individuo stesso dalla sua importanza di sentirsi persona.
Natale è tempo di regali, e adocchiando qua e là un po’ in giro per librerie online e non, sono riuscito anche per mezzo di commenti di lettori che hanno già avuto modo di leggere i libri in questione, tracciare una serie di possibili regali o semplici letture da inoltrarci in vista del giorno piu’ incantevole dell’anno. Una sorta di linea guida anche per il sottoscritto.
Eviterò tutta la famiglia di libri, splendidi, natalizi per bambini o quei libri natalizi di cucina o religiosi, perché altrimenti mi servirebbe un libro apposito per elencarli tutti e sconfinerei totalmente dal mio scopo.
Sul Natale si puo’ trovare un po’ di tutto, per quanto concerne il genere, quindi un ampissimo ventaglio da sfogliare adatto a soddisfare un po’ tutti i gusti: dai libri drammatici, ai romanzi di grande sentimento, dai libri thriller/gialli ai racconti, dai classici ai libri scritti oggi di autori contemporanei, fino ad arrivare ai numerosi saggi inerenti questa splendida festa dicembrina. Tutti accomunati da una radicata convinzione: il Natale non è un giorno come gli altri
FAVOLE DI NATALE - 7 euro
Non c'è stato movimento letterario che D'Annunzio non abbia toccato o precorso, a cominciare dal verismo per finire con la prosa d'arte. E non si può neppure trascurare ciò che di romantico in senso nazional-popolare persiste in lui. Il contatto con le tradizioni popolari e con la poesia dialettale, maestro Cesare De Titta, segna in modo indelebile gli esordi del D'Annunzio narratore, come testimoniano "Terra Vergine" e le "Novelle della Pescara", dove, al di là dell'impianto naturalistico, l'autore solidarizza intimamente con quell'immaginario collettivo svelato da Antonio De Nino e Gennaro Finamore nelle sue "Tradizioni popolari abruzzesi". Rare volte questo D'Annunzio ha toccato le corde del fantastico o, per meglio dire, del meraviglioso puro, e perciò queste "Favole di Natale", tratte da "Parabole e novelle", edite nel 1916 dall'editore Bideri di Napoli, rappresentano un unicum nella sua produzione. Se si fa eccezione per "Un albero in Russia", tutte le "favole" della raccolta attingono a quel patrimonio di fiabe popolari che dopo tanti anni e in un clima letterario tanto mutato furono sottratte all'oblio da Italo Calvino. Si tratta, in particolare, di leggende popolari abruzzesi o rielaborate in terra d'Abruzzi, alcune delle quali conosciute di prima mano. Ma la trascrizione che ne fa D'Annunzio è una ri-creazione. Le sue "favole" recepiscono pienamente la vaghezza della fonte (orale) e sono nello stesso tempo inconfondibilmente dannunziane.

GIALLO NATALE - 16 euro
Chi ha detto che a Natale si è tutti più buoni? A guardarla bene, la notte silente delle luci colorate, dei grandi pranzi in famiglia, dei regali da scartocciare con trepidazione, possiede un lato oscuro, carico di mistero. Venti scrittrici e scrittori italiani raccontano il Natale in giallo: c'è chi festeggia nei sotterranei bui di Bologna; chi alla luce cruda dei neon di un ospedale; chi svela gli scheletri nell'armadio (e nella cucina) di una famiglia perbene; chi nel sacco dei doni trova botte e manganellate. C'è chi racconta la vera, inquietante storia di Babbo Natale; chi quella di un artista col tormento del genio e chi aspetta proprio la Notte Santa per saldare i conti in sospeso. E non mancano delitti impossibili, storie di fratelli e coltelli, avventure di killer in crisi, leggende che scomodano gli spiriti di antica tradizione, fino a chiamare in causa il demonio in persona. Venti grandi firme della suspense all'italiana - da Biondillo a Macchiavelli, da Altieri a Vichi, da De Cataldo a Lucarelli - venti originali variazioni sul tema di una festa che, dopo aver letto quest'antologia, non avrà mai più la stessa faccia.


MERCATINI DI NATALE - 12 euro
L'Avvento è sempre un momento meraviglioso. Questa guida invita a scoprirlo attraverso una panoramica completa sui mercatini di Natale, sui presepi e sugli eventi speciali che si tengono in Europa, dall'Alto Adige alla Finlandia, passando per Praga, Budapest, Edimburgo e Lubiana. Un libro da consultare in vista di un viaggio o da leggere per scoprire i piaceri dell'Avvento nei Paesi dove le tradizioni natalizie sono rimaste intatte nel tempo. Non mancano le curiosità, come l'albero di Natale più alto del mondo, l'elezione di Miss Gesù Bambino o la corona dell'Avvento da Guinness dei primati.


LA MERAVIGLIA DEL NATALE - 39 euro
Lo spirito natalizio prende forma e si manifesta nell'allegria dei colori e nell'originalità delle forme che Vittorio Bruni ha saputo reinventare, dando vita a una collezione di oltre 50 opere a tema natalizio. Ogni pagina riproduce con cura la veridicità dei colori, la raffinatezza del tratto di Bruni e le particolari sfumature dell'oro, fino a rendere palpabile il profondo legame dell'artista con la ricorrenza più suggestiva dell'anno. Accanto alle illustrazioni d'autore, una raccolta di testi e di brani antologici nazionali ed internazionali, curati da Adelia Mancini, completano e amplificano la totalità del Natale, raccontandone le origini, le credenze, gli aspetti folkloristici e la componente emotiva, che da sempre rendono questa festa un momento di gioia per i bambini e un'occasione di ricordi a volte nostalgici per gli adulti. Dal culto del sole fino al cammino dei Magi, La "Meraviglia del Natale" è un percorso ideale dove arte figurativa e testi sapientemente scelti danno vita ad un prezioso omaggio al Natale, e dove temi religiosi, riti pagani e tradizioni popolari riescono a convivere in totale armonia.


LA LEGA ANTINATALE - 12 euro

Un irlandese disoccupato rimpiange che non gli abbiano spaccato la testa ventiquattro anni prima, quando giocava a rugby. Un commercialista ama travestirsi da donna ma teme gli venga un colpo e lo ritrovino morto in guèpière in una stanza d'albergo. Un ex dirigente molla tutto per dedicarsi a una missione: diffondere il linoleum nel mondo. La bellissima, agguerritissima boss di "Unipolitan" cerca un vero maschio al solo scopo di fare il contrario di quel che dice lui. Cos'hanno in comune? Il profondo desiderio di concedersi una partita a carte, una partita a whist. Tutti i mercoledì sera al King's Arms Pub, a Londra. Soprattutto, spinti da un odio profondo e sincero per il Natale, li unisce un piano di sabotaggio per vilipendere e liberarsi una volta per tutte dalla Festa delle Feste...


DELITTI DI NATALE - 14,90 euro

Immaginatevi un albero di Natale addobbato e, sparsa per terra, una gran quantità di pacchetti avvolti in carta colorata. E poi il fuoco che scoppietta nel camino mentre fuori fiocchi di neve cadono fitti a imbiancare la campagna. E, ancora, una tavola sontuosamente imbandita, e amici e parenti che mangiano e brindano felici. E adesso immaginatevi che durante quella cena una collana sparisca e non sia possibile trovarla da nessuna parte; o che su quel tappeto immacolato di neve spicchino le orme di qualcuno diretto verso una casa da dove - dopo aver ucciso un uomo - se n'è andato senza lasciare altre impronte. E allora sarà con un po' di timore che aprirete quei pacchetti, perché è Natale, il giorno in cui possono succedere le cose più strane...

LA PICCOLA FIAMMIFERAIA - Andersen

Era l'ultimo giorno dell'anno: faceva molto freddo e cominciava a nevicare. Una povera bambina camminava per la strada con la testa e i piedi nudi. Quando era uscita di casa, aveva ai piedi le pantofole che, però, non aveva potuto tenere per molto tempo, essendo troppo grandi per lei e già troppo usate dalla madre negli anni precedenti. Le pantofole erano così sformate che la bambina le aveva perse attraversando di corsa una strada: una era caduta in un canaletto di scolo dell'acqua, l'altra era stata portata via da un monello. La bambina camminava con i piedi lividi dal freddo. Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere.


TUTTA COLPA DELL'ANGELO - Christopher Moore - 12,50 euro

Siamo in un piccolo villaggio californiano e Lena ruba un pino dal terreno del suo ex marito per farlo diventare un albero di Natale. Ma quando l'ex marito la sorprende, vestito da Babbo Natale e ubriaco, lei accidentalmente lo uccide. La questione si complica perché un ragazzino, che assiste all'"omicidio di Babbo Natale", esprime il desiderio di riportarlo in vita per non rinunciare ai doni. E il peggio viene quando l'angelo incaricato di realizzare il desiderio resuscita per sbaglio non solo Babbo Natale, ma anche tutti i morti del cimitero, ormai zombie... Una fiaba cattivella per chi si dichiara allergico al Natale.


RACCONTI DI NATALE - 16,50 euro

Chi l'ha detto che il Natale deve essere noioso, edificante, sdolcinato? Oltre al classico "bianco Natal" ne esistono di gialli, di neri, di rosa, di blu: Natali esilaranti e Natali scioccanti, Natali che danno i brividi e Natali che mettono pace, Natali cinici, poetici, svagati, smagati. Natali inaspettati. In questo volume tutti questi Natali vengono riuniti in una raccolta di racconti, in cui i più bei nomi della letteratura di ogni tempo - da Stevenson ad Austee, da Calvino a Buzzati, dalla Alcott a Conan Doyle - fanno a gara per stupire, commuovere, divertire, emozionare, in un coro di voci uniche e ormai classiche che regalano il ritratto più completo del giorno più speciale dell'anno.



IN UNO SPECCHIO, IN UN ENIGMA - Jostein Gaarder - 8 euro

E' la notte di Natale quando a Cecilie, una ragazzina costretta a letto da una grave forma di tumore, appare, tra il sonno e la veglia, una creatura misteriosa, del tutto priva di capelli e in grado di volare. Dice di chiamarsi Ariel e di essere un angelo. I due stringono un patto: la ragazzina svelerà all'angelo i misteri della corporeità - la sensazione che si prova a toccare una palla di neve, il sapore di una pasta alle mandorle, il suono di una canzone natalizia - mentre Ariel le svelerà i misteri celesti: la vera natura degli angeli, il loro rapporto con Dio, che cosa siano la coscienza, la memoria, l'anima.



FUGA DAL NATALE - John Grisham - 8,40 euro

Luther e Nora Krank sono un'affiatata coppia di mezza età, abituata a vivere secondo le tradizioni. Quando però la loro unica figlia, Blair, decide di partire come volontaria per il Sudamerica, un pensiero un po' folle, ma via via sempre più concreto, si insinua in loro: che senso ha trascorrere il Natale senza Blair? E se lo saltassero? I due decidono concordemente di rinunciare ai costosi e inutili festeggiamenti di Natale per concedersi una bella crociera ai Caraibi. Ma i poveri Krank vengono presi di mira da tutta una comunità che non accetta deroghe alla norma e saranno costretti a rivedere i loro piani...


RACCONTI DI NATALE - Charles Dickens - 6 euro

Scritti tra il 1843 e il 1848, i "Racconti di Natale" di Dickens costituiscono uno straordinario spettacolo narrativo metafisico e magico. Con queste storie animate da fantasmi, folletti e fate, l'autore affida alla scrittura il compito di rappresentare la qualità mutevole e fluttuante del reale, dimostrando la labilità del confine tra vero e apparente, la difficoltà di definire ciò che gli occhi vedono, di comprendere ciò che le parole dicono. Come nei suoi romanzi, anche qui Dickens svela l'altra faccia del mito del progresso, ritraendo l'Inghilterra della disoccupazione e del malessere sociale, Londra con le sue case fatiscenti e le sue strade degradate; la vita raffigurata non è però mai talmente cupa e disperata da non consentire spazi al sorriso o alla risata liberatoria, e attraverso personaggi e situazioni Dickens non perde occasione per scandagliare le possibilità del comico e del grottesco. Contro la realtà gretta e meschina, Dickens progetta le sue utopie natalizie, facendo ravvedere gli indifferenti e i malvagi, e, grazie all'intervento di spiriti benevoli, agli umili è consentito il lieto fine, in stanze rallegrate dall'agrifoglio, davanti a tavole stracolme di cibo.
E' solo una piccola selezione di titoli. Chissà quanti altri piccoli gioiellini mi sono dimenticato di inserire.
Le feste ci porteranno altri buoni motivi per non dimenticarci mai di essere lettori.











READ MORE - Un libro sotto l'albero...

Il giornalismo nel dopoguerra, tra memoria e rimozione (forzata)

giovedì 26 novembre 2009

Il dopoguerra per l’Italia è un periodo storico cruciale e controverso, in cui si deve fare i conti con una guerra che ha lasciato ferite profonde a tutti i livelli. Politico, culturale, economico, sociale. Ci si vuole lasciare alle spalle un periodo lungo di profonda sofferenza fatta di perdite e dolore. Che ruolo hanno ora i mezzi di comunicazione? Soprattutto i giornali, come operano in questo momento storico determinante per le sorti del paese che è costretto a rimboccarsi pesantemente le maniche per risollevarsi? Il libro in questione parte da una prima analisi in cui si cerca di individuare e snocciolare le questioni ancora aperte lasciateci dalla guerra appena conclusa. Tra queste, gli eccidi e le stragi civili, i processi ai fascisti e nazisti , le vicende triestine e la questione della memoria, in particolare ci si domanda se si cerca di ricordare il passato recente o se invece l’obiettivo è quello di dimenticare (e cancellare) al piu’ presto per ricominciare da zero. Nella seconda parte del libro, si entra nel merito della questione, analizzando come i giornali, in questo caso 4 giornali presi come oggetto-campione(Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Nazione, IL Giornale di Trieste), abbiano affrontato le diverse questioni rimaste in sospeso.
Attraverso un resoconto delle loro vicende storiche spesso convulse e dai capovolgimenti repentini, della natura dei rapporti con la popolazione e la politica, Savellini ci offre una panoramica completa e molto attenta del giornalismo del periodo. Un giornalismo sostanzialmente filogovernativo, che attraverso la selezione delle notizie da raccontare di fatto opera già una scelta significativa e definitiva, anche a nome del paese intero: quella di costruire e dar appoggio a una memoria collettiva ufficiale, dettata dal governo, a scapito di tutte quelle memorie individuali che ognuno si portava con sé per esperienza diretta, che rappresentavano solamente un ostacolo per il Governo che intendeva rimuovere il passato, dimenticarlo, facendo finta che non sia mai esistito, per rinascere da zero, dalle fondamenta ancora da costruire, che si stava cercando di costruire.
Dalla dicotomia fascismo/antifascismo, ora sui giornali apparirà fortemente l’antitesi comunismo/anticomunismo. Ciascun giornale raccoglie un target di pubblico particolare, ciascun giornale sceglie un taglio specifico da dare alla propria testata, ciascun giornale vede nel dopoguerra il reintegro di giornalisti, direttori di testate e proprietari che nel periodo del Regime erano stati estromessi ed emarginati. Attraverso una scelta volontaria da parte delle testate giornalistiche di dare spazio a determinate vicende e allo stesso tempo snobbare determinati fatti, la realtà veniva modellata e manipolata dai giornali, mai come allora vere e proprie guide di pensiero e di formazione delle idee per la popolazione. Si pongono come un punto di riferimento straordinario. Ed è clamoroso notare come alcuni temi di discussione di quei tempi, anche oggi rimbalzino con frequenza nei dibattiti su stampa e politica. E’ proprio vero che con il passare di (molti) anni, certe caratteristiche e certe peculiarità di determinate sfere del paese, non si modificano. Restano. In contesti differenti, ma restano.
READ MORE - Il giornalismo nel dopoguerra, tra memoria e rimozione (forzata)

Anobii, il tarlo della lettura in libreria

mercoledì 25 novembre 2009

Anobii è diventato un vero e proprio fenomeno di massa che coinvolge milioni di lettori da ogni angolo del pianeta unendo sotto una stessa bandiera tantissimi colori diversi, che unisce passione per la lettura e tutti i meccanismi del social network tipico, ovvero tanta comunicazione tra utenti e parecchie occasioni per condividere interessi, pensieri, idee.
Poteva mancare un libro a riguardo? Certo che no. Tutti gli anobiiani lo aspettavano. Perchè leggere di qualcosa che appassiona e di cui ci si sente profondamente parte, è bello e coinvolgente. Il libro, edito da Rizzoli, costa 18 euro, con il ricavo che andrà in beneficienza a Emergency. Un motivo in piu' per acquistarlo.

Questa bella iniziativa racchiude le 5 recensioni piu' votate dei 100 libri piu' popolari. La particolarità, per l'appunto, è che le recensioni non saranno a firma di prestigiosi giornalisti e critici letterari ma dei competentissimi lettori anobiiani. E che lo dico a fare, che senso avrebbe altrimenti.

Tra i libri presenti si andrà da Larsson a Pirandello, da Nabokov a Barbery, Palahniuk, Kundera, Paletti, Pennac, Calvino, Rowling, Saviano, Messe, Eco, Brown, Benni, Hosseini, Ammaniti, Hemingway, Tolkien, Meyer, Coelho: classici senza tempo e bestseller sono qui raccolti in una una vera e propria playlist, da leggere con curiosità e in pieno relax, magari ci scappa pure un suggerimento stuzzicante di lettura.

Il sottoscritto non ha la propria recensione da mostrare orgoglioso in questa lettura. Pazienza. Anche se un po' mi brucia.

La copertina è comunque molto bella. Complimenti a Rizzoli.



READ MORE - Anobii, il tarlo della lettura in libreria

Un "matto" da bestseller alla corte di Christopher Moore

COMMEDIA nera ispirata a Shakespeare, Fool, il nuovo libro di Christopher Moore, scrittore diventato ormai un classico della letteratura americana, rivisita la celebre storia di King Lear, in chiave divertente e grottesca, con assassini, stregoni, bravate e tradimenti. Moore guarda e interpreta gli avvenimenti con gli occhi di Taschino, il matto di corte e il risultato affascina e conquista. Il libro, scritto con un linguaggio fresco e dissacrante, è andato a ruba tra i suoi fan americani ed è stato consacrato besteller dal New York Times. Affermazione meritata perché Fool s'impone come un fantastico compendio dell'intero percorso di Moore scrittore e di tutti i suoi precedenti successi (in Italia Elliot ha pubblicato in passato Un lavoro sporco, Il Vangelo secondo Biff e Suck!). Moore vive a san Francisco e, prima di diventare autore di romanzi, è stato commesso di supermercato, portiere di notte, cameriere, aiuto fotografo, assicuratore, piastrellista, vicecuoco e molto altro ancora. I suoi libri, sono tradotti in mezzo mondo e si sono quasi sempre piazzati tra i primi posti nelle classifiche. A riprova che il talento, quando c'è, seppure nato nei terreni più improbabili, riesce a emergere per la gioia dei lettori. Fool è quasi una favola, paradossale e senza tempo. La racconti in quindici righe. "Fool è la storia del King Lear di Shakespeare, narrata dal punto di vista del fool, il Matto, ovvero di Taschino. King Lear è anziano e decide di dividere il suo regno fra le sue tre figlie, in base a quanto esse dicono di amarlo. Le sue figlie più grandi, Goneril e Regan, gli mentono, dicendo che il loro amore per lui è più grande di ogni cosa, ma la sua figlia più giovane, Cordelia, gli risponde che lei lo ama solo nel modo in cui è giusto che una figlia ami un padre. Ma, per questo, lui la bandisce e con lei il suo migliore amico, il Conte del Kent, che la difende. Il resto della storia racconta di come Lear arrivi a pentirsi della sua decisione e di come le sue figlie tramino per impadronirsi dell'intero regno. Nella mia rilettura, il Matto, Taschino, il personaggio meno influente a corte, manovra tutta l'azione di nascosto, manipolando le sorelle e i loro mariti, e ottenendo alla fine una sorta di giustizia, assistito da un fantasma e dal suo apprendista assistente matto, il gigante Drool".

Prima di scrivere, lei ha fatto molti mestieri e di tutt'altro tipo. Come è arrivato a scalare le classifiche? "Ci sono voluti molti anni prima che io diventassi uno scrittore da classifica. Ho iniziato tardi pubblicando il mio primo libro a 33 anni, ma da allora ho sempre provato a fare ogni volta qualcosa di un po' diverso. Sono riuscito a rendere rendevo ogni libro divertente e mi sono occupato di argomenti che sfidano i canoni della commedia, come ad esempio la vita di Gesù o la tragedia più cupa di Shakespeare". Come sceglie la trama dei suoi romanzi, ne ha già uno nuovo in cantiere? "Solitamente scelgo trame che trattino argomenti che mi incuriosiscono e di cui voglio sapere di più. Con Fool si trattava di Shakesperare e della società medievale. Proprio ora sto lavorando a un libro ambientato a Parigi alla fine del XIX secolo, incentrato sui pittori, e ho imparato tutto sull'arte e la pittura. Spero di scrivere un libro ambientato a Venezia nei prossimi anni, così potrò passare del tempo lì, ma per adesso siamo ancora allo stato embrionale".

Christopher Moore
Fool
Traduzione di Chiara Brovelli
Pag 337, euro 18,50

AUTORE DELL'ARTICOLO e DELL'INTERVISTA: Silvana Mazzocchi
READ MORE - Un "matto" da bestseller alla corte di Christopher Moore

Ma come si fa a non amare due copertine come queste?

giovedì 19 novembre 2009

...E i contenuti e gli autori sono di pari livello.

Il 5-6-7-8 dicembre finalmente incontrerò a Roma questa casa editrice che si, mi sta facendo
spendere soldi su soldi ma mi sta regalando letture indimenticabili. Oltre ovviamente a delle copertine che sempre nelle mie librerie svetteranno per una particolare bellezza e creatività, che mi fanno girare la testa (in senso positivo chiaramente).






READ MORE - Ma come si fa a non amare due copertine come queste?

Natale si avvicina e...

mercoledì 18 novembre 2009

Natale si avvicina, i giorni volano e con essi accendono il motore, piu’ caldo che mai, anche i desideri. Le liste. Dei lettori ovviamente. E si infoltiscono, come se già non lo fossero abbastanza, come se il sacco delle proprie speranze non sia già abbastanza colmo da strabordare ovunque . Una sorta di letterina a Babbo Natale per coloro che bambini sulla carta d’identità è attestato non lo siano piu’ ma che in qualche modo lo sono rimasti dentro. Eterni Peter Pan. E sentono in qualche modo un legame irrinunciabile con le credenze che per almeno un giorno l’anno diventano sogni in cui credere piu’ che mai, sapendo che qualcuno ti sta pensando e che magari quella luce lontano in cielo sta fissando proprio te, spiandoti. Magia.
Si dice che Natale sia diventato ormai la festa delle aziende, delle pubblicità, del mero ricavo economico. Niente di piu’ stupido, dal mio punto di vista. Dietro ai cosiddetti acquisti materiali, c’e’ un’idea che nasce da un attimo, che viene pensata, che viene costruita, un gesto spontaneo che prende vita , un sentimento di appartenenza, di vicinanza, di vita. E questo Natale sarà un po’ piu’ particolare dei precedenti. Il gruppo, oserei dire di amici ancor prima che dei lettori di Corpi Freddi presente su Anobii, si è voluto dimostrare ancora una volta non un semplice insieme di persone ma un vera e propria unità nella quale confluiscono tante personalità, tanti visi, tante parole, tante voci, tante gestualità tra loro tutte differenti ma ciascuna delle quali cosi’ particolare da non poter passare inosservata. Non che l’idea abbia preso corpo e abbia dato il via alle danze con il gruppo anobiiano di cui faccio parte, è un’iniziativa già pensata e “vissuta” da altri, pero’ è sempre molto d’impatto la vicinanza, la voglia di condivisione, il desiderio di dimostrarsi qualcosa nel concreto l’uno all’altro. E che nessuno dica che sono rapporti virtuali. Niente di piu’ falso e fuori luogo. Ognuno, data preventivamente la propria disponibilità, regala un libro a una persona che ha aderito, cosi’ che nasca la catena del libro natalizio. Una persona riceve da qualcuno un libro e ne regala un altro a un’altra persona. Magari con il bellissimo pensiero di una dedica in una pagina bianca o corredato da un bel bigliettino di Natale. E nessuno ovviamente saprà fino al momento del recapito, chi gliel’ha voluto regalare. Una catena legata da anelli di emozioni, interessi e pensieri che “lega” ma non “imprigiona”.
In questo momento, dopo essere passato per una libreria e aver acquistato il libro presente nella wish list della persona con cui sono stato estratto, mi metto comodo, in maglione, al caldo, a scrivere la mia dedica. Perché un libro già di per sé per un lettore ha un valore inestimabile, ma un libro con una dedica rimarrà unico nel suo genere e da portarsi sempre con sé nei ricordi.
Ora lasciatemi scrivere…scio’ scio’…
READ MORE - Natale si avvicina e...

L'informazione liofilizzata - Andrea De Benedetti

martedì 10 novembre 2009

Leggere il giornale non è semplice. Perché non si ha tempo, perché magari l’impostazione grafica ostacola una lettura riposante o magari perché anche la stampa stessa a volte è nemica di se stessa perché incapace di informare nella maniera piu’ appropriata. O magari è difficile perché lo si inizia a fare a partire dai titoli, momento catartico per ciascuno di noi, e anche questa non è una lettura scontata. E’ infatti in base al titolo che spesso si decide se è di nostro interesse l’edizione odierna di un giornale, oppure se un articolo merita di essere letto perché soddisfa una nostra curiosità. Il titolo rappresenta il primo approccio che si instaura con il mondo cartaceo dell’informazione, è il primo impatto visivo che ci attira o ci respinge. Addirittura il titolo per alcuni quotidiani rappresenta la propria carta d’identità con la quale si crea la fidelizzazione del lettore alla testata.
C’e’ molto altro in un giornale, benintesi non intendo affermare la centralità totalizzante ed esclusiva del titolo. Sarebbe pericoloso impostare l’equazione titolo=notizia o titoli=giornale. Però è innegabile che questa parte del giornale, che campeggia in alto, a caratteri maggiori (spesso cubitali) rispetto al resto degli spazi del quotidiano, rivesta un ruolo di ancoraggio (e di comunicazione) fondamentale. La priorità gli è automaticamente dovuta in qualche modo. Rappresenta la parte piu’ letta, per motivi di visibilità e spazialità concessole, e magari per la velocità con cui la si immagazzina e la si archivia, soprattutto se prigionieri della mancanza di tempo che spesso attanaglia le nostre giornate. Ma c’e’ un altro elemento, fondamentale, ma sul quale magari ci si sofferma poco ad analizzare e che è il tratto linguistico tipicamente da titolo di giornale, che si distingue non solamente da altri linguaggi della comunicazione, come quella pubblicitaria o quella politica ma che manifesta logiche, attenzioni, modalità di costruzione e anche un lessico e una morfologia diversi anche all’interno del giornale stesso. Il titolista dev’essere esaustivo in una riga, spesso attraverso l’utilizzo di uno-due termini chiave che facciamo “rumore” nella testa di chi legge, deve essere seduttivo, deve saper vendere la notizia “pubblicizzandola” al meglio delle sue capacità comunicative, dandole anche un connotato emotivo piuttosto forte.

Il libro di De Benedetti, attraverso una lucidissima e minuziosa analisi di cio’ che un titolista dovrebbe e non dovrebbe fare, di cio’ che rappresenta i vizi della linguistica dei giornali, dell’evoluzione del linguaggio giornalistico che continua ad adattarsi ai tempi, ci mostra come il titolo (ma anche il linguaggio dei giornali in generale) contempli un’amplissima casistica di vocaboli, frasi, morfologie a uso e consumo di chi deve “inventarsi” l’aggancio migliore da destinare al ricevente del prodotto informativo. Caso per caso, perché l’elemento piu’ interessante è il continuo confronto parallelo che l’autore ha voluto mettere in luce tra diversi quotidiani in Italia. E da quello che si evince, ogni quotidiano ha una propria “cultura” non soltanto in termini di veste grafica da indossare o della tipologia del carattere con cui è scritto o della diversa dislocazione dei diversi elementi che compongono la prima pagina, ma anche del tipo di TITOLAZIONE da proporre. Nell’attuale società della multimedialità e dell’intertestualità, ecco che la frammentazione dell’offerta è un’altra realtà con cui fare i conti. E i giornali si sono adeguati, cercando talvolta forse piu’ i “numeri” che non il “numero” in sé.
READ MORE - L'informazione liofilizzata - Andrea De Benedetti

Sono caduto anch'io nell'HarryPotterite

domenica 8 novembre 2009

Ebbene si, dopo un po' di tempo, anch'io mi sono convertito alla Rowling e al suo mondo magico. Convertito per ora è una parola grossa, diciamo che mi sono "iniziato" a entrare in questo nuovo mondo, cosi' amato, "idolatrato", cosi' ricchissimo di momenti, personaggi e immagini che hanno bucato il cuore di milioni e milioni di persone in ogni angolo del pianeta. Di fenomeni, letterari e non, cosi' totali, cosi' universali, se ne riconoscono pochi. E quei pochi rappresentano un po' la storia nei loro rispettivi settori di appartenenza (musica, film, sport, architettura, appunto letteratura).
Quindi mi sono state date le chiavi per aprire il portone per entrare senza documenti d'identità in questo nuovo mondo, senza bagagli, senza nulla di nulla. Io, il pigiama che indosso e gli indispensabili occhiali. Mi sento assomigliare in questo un po' proprio a Harry Potter, anche lui privato di tutto, con i soli occhiali, è entrato in una vita che neanche lui sapeva fosse destinata a lui. E cosi' io, ora, spero ma anche credo, che entrato in un certo modo, ne usciro' in un altro. Magari sorpreso, affascinato, travolto, appassionato, legato a un mondo che serve a molti per vivere meglio, sotto certi aspetti, quello con cui concretamente bisogna fare i conti tutti i giorni. Sognare, evadere, volare, fantasticare: servono molto piu' di quanto si voglia ammettere. Non è una vergogna quella di sognare di volare, di fantasticare un'evasione. Anzi. E io mi ci sto calando piano piano ma allo stesso tempo molto velocemente perchè non vedo l'ora di venire rapito. E mi abbandonero' a questo volo, perchè semplicemente sento il bisogno di farlo ed è arrivato il momento di farlo, dopo aver aspettato a lungo.
READ MORE - Sono caduto anch'io nell'HarryPotterite

[La mia opinione] Hopper, specchio immaginifico delle parole di Yates

giovedì 5 novembre 2009

La meraviglia dell’arte, oltre all’ovvia bellezza visiva e alla totale libertà interpretativa di chi la osserva, sta nel fatto che in un’opera possono convivere e convergere immagine, parole, suoni. Non esiste un’arte in cui ci sia solo pittura, in un altro in cui esista solo musicalità e melodia e in un altro ancora sole parole da leggere. Che sia un quadro, un libro, una canzone, non importa. Ci sono canzoni che evocano immagini straordinarie, libri che cantano e fotografano la realtà e anche quadri che raccontano e hanno una musicalità strepitosa. Andando a vedere Edward Hopper, definito realista ma lui in prima persona ha voluto estirparsi da questa etichetta categorizzante che, erroneamente secondo lui, gli è stata affibiata. In realtà è un precisionista, una corrente artistica in cui è insita la convivenza di cubismo e realismo. Molto attento ai particolari, alle forme, la sua arte è colma di estraneità, solitudine e silenzio. Quasi volesse rendere onore alla vita in silenzio. Senza sprecare troppe parole. Quello che mi piace maggiormente di lui, è la compostezza con cui stende su tela la realtà che vede. Un po’ come quello che accade in letterature per quanto riguarda alcuni scrittori. Come Richard Yates ad esempio, o Raymond Carver. “I nottambuli” o “Domenica” o “Automat” o “Camere per turisti”, tanto per citare alcune opere di Hopper, rappresentano su tela le parole dell’autore di Revolutionary Road. E’ la prima sensazione, il primo squillo automatico che mi ha procurato la sua visione. La particolarità con cui zooma momenti di vita quotidiana che attraverso il silenzio raccontano molte cose, che mettono in moto emozioni in cui le ammira, l’immobilità delle “fotografie” di passaggi di vita reale, sono riscontrabilissime in Yates. In Revolutionary Road, la descrizione della casa di Frank e April, combacia esattamente per esempio con l’architettura delle case familiari disegnate da Hopper, che guarda caso rappresenta proprio l’America degli anni ’50. La stessa che viene raccontata, a parole ma con una vividezza di immagini quasi fotografica ed evocativa, da Richard Yates. In Hopper il momento sembra promettere qualcosa, un seguito ma allo stesso tempo quasi mistico e non vuole essere disturbato, proprio come negli scrittori realisti americani. Lo spazio è piuttosto impoverito, molto essenziale. L’individuo sembra sentirsi intimamente solo, un oggetto estraneo rispetto a cio’ che lo circonda, quasi indifferente. Hopper non intende inserire nelle sue opere il calore umano. Parallelo letterario con puntualità presente in Yates, in Carver, in Malamud, dove l’eccesso e il barocchismo narrativi non hanno residenza cosi’ come momenti di grande serenità, leggerezza e riscatto non prendono parte alla narrazione.
In “Finestre di notte”, ma anche in altre opere Hopperiane, l’artista “spia” persone comuni impegnate in gesti assolutamente quotidiani (Yates penetra non soltanto la quotidianità ma anche i pensieri e lo stato d’animo dei personaggi). Le “sorprende” alle spalle, e come una telecamera, le zooma, le inquadra, entra furtivamente nelle loro piccole vite, fatte delle solite routine. Un travolgente immobilismo (che pero’ muove sensazioni e comunica), in cui la luce forse è l’unica presenza di vita concreta. Chissà se si tramutassero in film, le opere di Hopper possano vedere quel momento di sconvolgente (e improvvisa) rottura della tranquillità, serenità, degli equilibri che (in apparenza) caratterizza la narrazione yatesiana oppure se viaggia come nulla fosse in mezzo a una tranquilla “passeggiata” intima, silenziosa, rispettosa, tipica dell’arte di Carver.
Impressionanti, poi, le somiglianze tra alcune opere di Hopper e alcune inquadrature nel film di Revolutionary Road. D’altronde, Hopper, ha da sempre utilizzato una tecnica pittorica molto cinematografica, con cui ha regalato allo stesso cinema alcuni punti di riferimento importanti. Il pennello (o la matita) come una vera e propria telecamera sul set di un film.
Vivere un quadro, leggendo contemporaneamente parole che rimandano a immagini che catturano musicalità. Un giro-giro tondo emozionate come pochi. Ci sono rimasto dentro. In Hopper, proprio come in Yates. Il dramma silenzioso, perfettamente rappresentato sia in alcune opere di Hopper, sia negli scritti di Yates, non puo' non calamitare l'attenzione di chi guarda e di chi legge.
READ MORE - [La mia opinione] Hopper, specchio immaginifico delle parole di Yates

Taschen, far innamorare gli occhi a costi che amiamo

mercoledì 4 novembre 2009

L’arte messa a disposizione degli appassionati, a prezzi accessibili. Anzi, a prezzi economici (molti volumi costano meno anche di un libro di barzellette italiano scritto da un Beppe Braida qualunque). Pittura, moda, cinema, comics, architettura, viaggi, fotografia, cultura pop, design. Insomma, cio’ che è arte visiva, messa a disposizione degli appassionati, senza prosciugare il loro portafoglio al primo (e per alcuni anche ultimo) acquisto. L’immagine e la qualità delle opere Taschen, riconosciute ormai in tutto il mondo, sono sinonimo di garanzia provata. Da quando, nel 1980, il diciottenne Benedikt Taschen apre un negozio a Colonia, per vendere la sua ricchissima collezione di fumetti. Pubblica fin quasi da subito cataloghi per promuovere i suoi articoli e dal 1984 inizia a interessarsi di libri d’Arte, acquistando 40 mila copie invendute di un libro su Magritte, rivendendole a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello originale. Sempre molto interessato all’arte, il giovane Taschen, trovava nei prezzi di questi album un ostacolo quasi insormontabile, cosi’ inizia a darsi da fare, ristampando libri col proprio nome e collocandoli sul mercato a costi quasi popolari. La sua carriera prende un’accellerazione importante quando pubblica nel 1989 “Van Gogh: Tutti i dipinti” in due volumi, formato gigante, che riscuoterà un successo planetario incredibile. Da quei giorni, molto è cambiato e in meglio, per Taschen. Parecchie filiali aperte in molti paesi e la sua reputazione di editore di qualità a prezzi molto accessibili, ha valicato parecchi confini, diventando una grossa opportunità per gli amanti dell’arte che pero’ non possono permettersi spese folli. La sua intraprendenza e il suo interesse, da editore ma anche da appassionato vero e proprio, gli ha permesso di ampliare il ventaglio di tipologie di articoli: cinema, cultura pop, fotografia, architettura, design. Cosi’ che il target di clientela coinvolto si è notevolmente ampliato, e i suoi libri sono stati fin qui tradotti in 25 lingue. Copertine rigide, qualità della carta utilizzata di livello, formati che vanno da quelli molto voluminosi a quelli di media taglia, fino agli “Icons, che vengono a costare 10 dollari, piccoli volumi “flexicover” che accolgono tra sé temi piu’ disparati (dall’arte di Woody Allen, al catalogo delle auto degli anni ’50, dalla figura di Bob Dylan, fino a un repertorio di pubblicità). Di grande successo in Italia, i Taschen Basic Art, catalogo di oltre 50 volumi riguardanti ciascuno di esso, un pittore nello specifico. Corredato di immagini, anche a tutta pagina e descrizioni accurate della vita dell’artista e delle sue ideologie, dei suoi “credo”, della sua tecnica pittorica. In piu’, produce anche calendari, segnalibri, agende, cartoline di figure popolari. La qualità unita una vasta gamma, eclettica, di scelta unita a un prezzo vantaggioso rappresenta la chiave di volta per competere alla pari anche con i “mostri” del settore. E non a caso, ha filiali nei centri metropolitani piu’ strategici al mondo, come Parigi, Londra, Los Angeles, New York , Hollywood.

Per consultare l'intero catalogo:

www.taschen.com
READ MORE - Taschen, far innamorare gli occhi a costi che amiamo

"Papà, quanto mi manchi". E anche a noi.

martedì 3 novembre 2009

Non solo romanzi, ma anche libri che danno una bella scossa ai ricordi del Bel Paese e rinvigoriscono un po' la fiducia nel paese in cui si vive, grazie a uomini che lavorano o hanno lavorato duramente, con caparbietà, con coraggio in vista di un obiettivo socialmente indispensabile. Questo libro, in particolare, che personalmente mi attira parecchio, è il racconto della vita pubblica e privata, di uno dei grandi giornalisti (è bene sempre ricordare questa cosa) che questo Paese è orgoglioso di poter annoverare tra i suoi figli prediletti: Walter Tobagi ( sulla cui figura non molto tempo fa, ha incentrato, in maniera strepitosa nel suo programma Piroso, anche lui giornalista eccezionale). E come tutti coloro i quali lavorano molto piu' che bene e lo fanno a stretto contatto con gli interessi di qualcun altro, intralciandone la libertà delle loro nefandezze criminose, è finito ammazzato, durante un attentato provocato da una semisconosciuta formazione terroristica, sotto casa sua il 28 maggio 1980, a soli 33 anni. Rappresentava una delle firme piu' prestigiose del "Corriere della Sera", già poco piu' che trentenne. Questo testimoniava già di per sè la grandezza del professionista. La figlia, Benedetta, che oggi cerca di ricostruire la figura di quel padre che non ha avuto modo di vivere e amare, aveva solo 3 anni quando le è stato scippato dalla vita terrena suo padre. E ascoltando racconti di amici, politici, giornalisti ha deciso che era arrivato il momento di far conoscere ancora di piu' un grandissimo giornalista che avrebbe potuto essere, per lei, anche un grandissimo papà. Ormai priva degli affetti che le sono stati tolti, la ricerca della verità è un dovere e una necessità per Benedetta. Vuole capire. E cerca questa verità, proprio a partire da questa pubblicazione. Che non tardero' , certamente, a fare mia.

Prezzo: 19,00 euro
Autore: Tobagi Benedetta
Editore: Einaudi (collana Frontiere Einaudi)
Data di Pubblicazione: 2009
ISBN: 9788806198886
Dettagli: p. 302
READ MORE - "Papà, quanto mi manchi". E anche a noi.

La lingua italiana e la sua straordinaria ricchezza che non ha eguali al mondo

La lingua italiana è un po’ come il pongo o come il dash: a partire dalla presenza indispensabile di una buona dose di materiale senza la quale non è neanche possibile dare il là alle operazioni, è talmente plasmabile (ma allo stesso tempo molto ostico e scorbutico) e manipolabile (a volte legittimamente, altre meno),per cui è possibile conferirle forme, identità, fisionomie in continuo divenire tra le più svariate, fino ad assumere le sembianze e i contorni di una vera e propria arte del comunicare. Diventa mezzo e soggetto creativo, allo stesso tempo. Il linguaggio è creatività (spesso le sfumature fanno la differenza, determinano un senso piuttosto che un altro), non soltanto un canale attraverso cui comunicare. Basti pensare ai numerosissimi usi che se ne fa, e alle nette differenze che separano un tipo di linguaggio utilizzato in un contesto (ad esempio quello giornalistico) a dispetto di un altro tipo di linguaggio ad uso e consumo della pubblicità nei confronti del consumatore che dev’essere persuaso, o ancora il linguaggio del fumetto o quello del cinema, che a sua volta sembra essere dotato di vita propria che non ha nulla a che vedere con la forma linguistica adoperata per comunicare in azienda o a livello istituzionale. Oppure alle differenze nette che intercorrono tra diverse generazioni (figli-genitori ad esempio) o come il linguaggio di una precisa fascia d’età si sia evoluto (o involuto, a seconda dei punti di vista) negli anni. Forse è proprio il linguaggio uno dei segnalatori piu’ importanti e incisivi del passaggio del testimone da un’epoca a un’altra, da un decennio a un altro. E questo avviene in tutti i settori. Non solo quello del parlato ma anche dello scritto, o dell’ibrido, perché ad esempio la chat è considerato un mezzo di comunicazione si scritto ma che si ispira per diverse caratteristiche, decisamente al parlato. E ci si rincorre, cercando sempre di rimanere al pari coi cambiamenti. Perché restare indietro, spesso, fa rima con “restare fuori”, escluso, estraniato dalla società. Basti vedere il linguaggio giovanile, com è codificato, chiuso, selettivo, in continuo cambiamento, per riconoscersi in un gruppo, per piantare i confini da segnare con il mondo degli adulti, per avvalersi di un’ indipendenza e un riconoscimento di sé nel mondo che non ancora si puo’ loro garantire, almeno per come vorrebbero. Il linguaggio è una ricchezza, senza il quale (dico una banalità ma è cosi’), non si puo’ comunicare. Un gran bel libro, molto attento, molto preciso e puntuale, anche divertente se vogliamo perché ci si vede e ci si riflette un po’ in quello che l’autore descrive, e si sorride.

Prezzo: 12,00 euro
Autore: Antonelli Giuseppe
Editore: Il Mulino (collana Universale paperbacks Il Mulino)
Data di Pubblicazione: 2007
ISBN: 9788815113764
Dettagli: p. 206
READ MORE - La lingua italiana e la sua straordinaria ricchezza che non ha eguali al mondo