Cronaca (personale) di un evento che deve diventare grande

lunedì 19 luglio 2010

Una ventata di letteratura fresca che in piena estate disseta come non mai la voglia di leggere.
Il libro non è solo Fiera del Libro di Torino o Festival della Letteratura di Mantova o Fiera della piccola media editoria a Roma. Ci sono tantissime altre splendide iniziative, piu’ a livello locale, che ingiustamente passano inosservate, vuoi perché non vi partecipano i colossi del mondo editoriale e vuoi perché, strettamente collegata alla motivazione precedente, i media non coprono come dovrebbero notizie come in realtà lo sono, eventi di questo tipo. Il meccanismo mediatico è ben evidente a tutti, ma ancora non ci si vuole rassegnare al fatto che qualcosa possa ancora guarire questa malattia piuttosto italiana. Roba da eterni ottimisti destinati a prendersela nel di dietro? Possibile, ma la speranza è sempre l’ultima a morire. A maggior ragione quando ci sono case editrici e autori bravi, davvero bravi, come quelli presenti a Finale Ligure.
Vento Letterario è nata grazie all’intraprendenza, alla passione, alla voglia di nascere e poi di crescere, di creare sempre piu’ occasioni di contatto coi lettori, visti piu’ come amici che obiettivo da mirare esclusivamente a livello di profitto, di Las Vegas edizioni che ha saputo richiamare a Finale Ligure altre case editrici, rigorosamente non a pagamento, come :18.30 edizioni, Bradipolibri, Camelopardus, Fratelli Frilli, Instar, Intermezzi, Iperborea, Isbn, Las Vegas edizioni, La Penna Blu, Marcos y Marcos, Minimum Fax, Miraggi edizioni, Neo, Nottetempo, Scritturapura, Stampa Alternativa, Voland, XII Edizioni, Zandegù. Certo, è innegabile che la propria bravura dev’essere legittimata per forza di cose anche dai numeri senza i quali si chiuderebbero presto i battenti, pero’ dietro le quinte è necessario che ci sia dell’altro, molto altro, che è un po’ il segreto di chi fa questo mestiere: grandi sbattimenti, lavoro pressoché senza soste, tanti tira e molla, tante decisioni sofferte.
Il tutto si è svolto in una bella piazza, Piazza Vittorio Emanuele II, piuttosto ampia e aperta, simile quasi ad un abbraccio pronto ad accogliere chiunque passi dal lungomare. Si affaccia sul mare, tantissima gente che viene e che va, con bambini che piangono, ridono e giocano divertiti e che cercano di comunicare a modo loro, ragazzi raggruppati in compagnie, in cerchio, a chiacchierare e decidere sul da farsi per la sera e per la notte che si preannuncia infinita, gente seduta ai tavolini dei bar a rilassarsi, fissando in silenzio nel vuoto, e ancora tanta tanta gente sulle panchine con il gelato in mano a godersi la miracolosa rinfrescata liberatoria che solo un gelato sa dare.
Tutto è stato preparato su misura, anche l’orario, scelto non casualmente (dalle 17 alle 23, orario per cui si puo’ realisticamente pensare che il paese si riempia anche degli emigrati balneari). Tutte le case editrici disposte come in una tavolata quadrata medievale (sembrava di partecipare a una cena tra amici), con i loro stand rigorosamente piantati attraverso il fai da te, ognuna con i propri gioielli esposti, sistemati scrupolosamente e con tanta cura, per attirare l’attenzione dei passanti. Il titolo affascinante, l’autore, le loro copertine colorate e frizzanti, con la presenza di chi siede dietro al bancone che è ben conscio della missione a cui è chiamato a rispondere: vendere non tanto un oggetto, ma storie appassionanti, mondi esplorabili, personaggi particolari, stili assolutamente originali e personali, che poi è tutto cio’ che piu’ rimane impresso nel lettore. Insomma, si fanno promesse di felicità e di sogni a occhi aperti. Come negarsi a un’offerta tanto straordinaria?
E’ la fiera della Piccola Editoria di qualità NON A PAGAMENTO, recita la locandina e il comunicato stampa. Cosa vuol dire in soldoni? Il termine chiave su cui focalizzare l’attenzione, e che è una discriminante per questa fiera, è “NON A PAGAMENTO”, ovvero il fatto che l’autore non deve scucire un euro per le sue copie pubblicate o alla firma del contratto, neanche una somma minima. Tutto avviene a spese delle case editrici, che ricevono i manoscritti, li leggono, li valutano, operano una selezione e una volta avvenuta decidono di puntarci, rischiando, credendo fermamente nell’autore, nel titolo e nella storia, investendo denaro proprio senza farne scucire all’autore che ha l’opportunità cosi’ di farsi conoscere con un appoggio enorme di chi crede in lui. E’ esattamente quello che secondo me dovrebbe essere di regola la norma, un percorso condiviso da seguire nella stessa direzione nel mondo editoriale ma ahimè non risponde a realtà.
Queste case editrici, ma anche altre non a pagamento che pero’ per un motivo o per l’altro non hanno potuto presenziare alla tre giorni ligure, devono suscitare ammirazione, profondo rispetto, grande considerazione nonché, a mio avviso, devono essere pensate come garanzia di serietà, affidabilità, credibilità e intraprendenza. Andrebbero premiate con maggior attenzione ad esempio dai media o magari dai diversi premi letterari che invece altro non sono spesso, che rassegne che si muovono forse piu’ sul piano politico e di potere che non su quello meritocratico, bisognerebbe divulgarne il loro Verbo con piu’ forza, decisione, soprattutto oggi nell’era della comunicazione a tutti i livelli. E infatti, io personalmente nel mio piccolo, come anche altri blogger, sto cercando di insistere su questo punto. Ecco, forse i blog diventano un potente alleato per poter almeno cercare di cambiare un po’ le carte in tavola, senza rischiare di diventare prigionieri di una comunicazione elitaria e unidirezionale.
Io e Giorgia abbiamo girato in questo piccolo scorcio letterario ligure con grande curiosità, letteralmente attratti e incantati, conquistati alla fine, dalla freschezza, dalla vitalità di questo piccolo mondo incantato. Purtroppo pero’ scoperto, vissuto, incontrato da troppa poca gente. Nolenti o volenti, è innegabile il fatto che a me ha suscitato parecchio sconforto il leggere sul viso di molta gente espressioni di timore, indifferenza, sbrigativa curiosità poi abbandonata appena resisi conto che si trattava di libri e non di dolci, come se chi era seduto dietro i banconi fossero ladruncoli che cospirano per portar via denaro alla gente o associazioni abusive di dubbia moralità. Sensazioni non belle, diciamo. I gusti sono gusti, premessa d’obbligo, impossibile creare un lettore dal nulla pero’ mi ha fatto un po’ male questa partecipazione un po’ bassa all’evento. E’ anche vero che essendo stato presente solo a una delle tre giornate non abbia potuto evidentemente osservare quanto accaduto negli altri giorni, pero’ parlando qua e là, la delusione era un po’ dipinta su tutti i presenti alla fiera. Un peccato.
Dal punto di vista personale, posso dire che è stato un evento bellissimo, ricco di belle presenze, di incontri sperati, imprevisti e già avvenuti in precedenza, nuove scoperte letterarie, di autori che mi hanno stuzzicato non poco l’appetito da lettore e hanno appesantito ulteriormente una wish list che non riesco piu’ a gestire. Le presentazioni dei libri avvenuti in piazza, attorniati dalle stesse case editrici, hanno avuto un sapore quasi magico, e sempre hanno scavalcato un po’ l’intervallo orario previsto inizialmente, ed è un buon segno. Si è addirittura inventato il KARAOKE LETTERARIO, quindi cosa si vuole di piu’?
Per il primo anno di vita, auguro a VENTO LETTERARIO di rivederlo ancora a Finale Ligure (o magari anche in altri luoghi, perché ad esempio non a Rimini?) tra 25-30 anni perché arrangiandosi, navigando qua e là in mezzo a qualche ostacolo, che si diventa grandi. E conto molto sul fatto che all’interno di queste piccole grandi realtà pullulano piccole grandi persone che sognano di diventare grandi, prima o poi. A loro tutta la mia stima e il mio supporto.

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