Il figlio del cimitero - Neil Gaiman

giovedì 22 luglio 2010

Vivere in un altro mondo: una sorta di critica nobile, usata spesso per intendere chi ha un’aderenza un po’ discutibile con la realtà nella sua concretezza di tutti i giorni, ma questa espressione si trasforma per alcuni soggetti dalla spiccata creatività artistica , in una fedelissima rappresentazione della propria esistenza. Neil Gaiman non è semplicemente una persona o uno scrittore, è molto di piu’. Incarna il magico, la fantasia, il sentimento, la poesia, mondi lontani che pero’ potrebbero appartenere anche a noi. E’ diventata un’ irresistibile follia per tanti, un distributore di sogni, un venditore ambulante di mondi fantastici, una fonte insaziabile di personaggi sia reali-eroici quasi vicini di casa per il lettore che figure eccentriche, stravaganti, sia nelle loro sembianze che nel loro collage caratteriale, che scalda l’immaginazione di tanti. Insomma, Gaiman è uno straordinario catalizzatore di vite che cercano di assumere i tratti delle esistenze che fuoriescono da questa mente geniale. Basti pensare a Nessun Dove e alla Londra nascosta, alla Coraline e alla casa piena di passaggi segreti, allo Stardust e del suo mondo fantastico pieno di piccole meraviglie tipiche della fiaba.
Il figlio del cimitero è un romanzo che ha avuto origine in realtà da un racconto scritto da Gaiman parecchi anni fa, prendendo a sua volta spunto da una passeggiata di suo figlio Michael, all’epoca aveva 2 anni, nei paraggi di alcune lapidi. E ha deciso poi di renderlo punto di partenza di una storia piu’ ampia. Il protagonista è un ragazzino rimasto orfano, a cui è stata brutalmente assassinata l’intera famiglia, ed è scampato per miracolo quasi per intervento divino al macabro omicidio, rifugiandosi nel luogo che per eccellenza rappresenta il cupo, la non esistenza, l’immobilità assoluta, l’inquietudine, la tristezza, l’abbandono, la desolazione che è il cimitero. Lui invece diventerà parte integrante di questa comunità che lo renderà un cittadino a tutti gli effetti del luogo, un vero e proprio membro di una grande famiglia che si prenderà cura di lui e grazie a lui riprendere in un certo senso a vivere nonostante tutto. Qui si darà anche un nome, Nobody, Nessuno,fortemente emblematico della nebulosità delle sue origini sconosciute da ricercare. Avrà un tutore, un padre e una madre che “vivono” sepolte in una tomba che ritroveranno la vita grazie a lui, avrà amiche improbabili, amici e persone di cui riuscirà conquistare fiducia e sentimento, eterni. Un’intera comunità di morti prenderà a cuore la sua situazione,e si prenderà cura di lui, innamorandosene. Qui Gaiman ci fa riflettere sul confine labile esistente tra vita e morte, e che non ci si dovrebbe mai sorprendere della presenza di chi in realtà, fisicamente, non c’e’ piu’. li sentiamo, accanto a noi. Nobody è una figura commovente, un’apertura straordinaria alla relazione con gli altri, in grado di illuminare tutto e tutti con la sua spontaneità, genuinità, pieno di curiosità tipica dei bambini che vogliono conquistare il mondo, che poi con l’avanzare dell’età si trasformerà in piena coscienza di sé e del proprio destino da affrontare a qualsiasi costo, è un amico, anche per il lettore, che non puo’ non amarlo anche per il coraggio straordinario che lo porta a commettere, come capita a tutti, sciocchezze dettate dal buon senso, azioni incoscienti ma intraprendenti, che portano con sé insegnamenti e conoscenze.
Non si puo’ chiudere la porta ermeticamente all’impossibile se ci si crede, c’e’ sempre qualcuno in grado di aiutarci, di darci conforto, di prendersi cura di noi, anche se noi non li vediamo. Nobody rappresenta l’innocenza, il dolore e la rinascita, il riscatto di una perdita irrimediabile, l’occasione di una vita comunque da poter vivere al meglio nonostante tutto, la crescita che porta a regolarsi e a rapportarsi con realtà sconosciute. La vita d’altra parte è una ricerca continua, un’esplorazione che non potrà mai definirsi completa e totale.
In questo libro c’e’ tutto ed è straordinariamente intenso:l’atmosfera visceralmente avvolgente, la magia del sentimento, la forza del coraggio, l’autenticità dei valori umani, il prorompente desiderio di riscatto, il fascino della curiosità, l’incontro tra mondi diversi, il CREDERE in qualcosa che apparentemente non esiste.
La morte vista come perdita, come fine di ogni cosa, come nullità, come mancanza. Gaiman la riabilita attribuendole addirittura un potere salvifico, quasi di riscatto. C’e’ sempre una missione nel destino delle cose, sia in vita che non, secondo Gaiman. Questo è uno dei nodi cruciali che arricchisce la sua creatività in sé e per sé. Bellezza e artististicità si mescola con il credo, i valori, la religione, la morale. Senza mai diventare ridondante, eccessivamente ripetitivo, monotono, retorico.
Altra questione: il passato, soprattutto quello complicato, nebuloso, criptico, doloroso, di privazione richiede sempre una risoluzione finale, un confronto faccia-faccia con le proprie paure che non puo’ essere rimandato per poter aprirsi liberamente al futuro che è un diritto alla vita di ciascuno. Nobody da bambino qual era, è diventato ragazzino, adolescente, e in questo suo percorso di crescita le domande si fanno sempre piu’ pressanti, bisognose di una risposta soddisfacente da dare ai tanti interrogativi che si accumulano. Le strade inevitabilmente si dovranno dividere, il vivo ha un’esistenza da godersi, che è anche un’incognita, i morti potranno vivere solo all’interno delle quattro mura del cimitero che possono vivere solo di ricordi. Il vivo dovrà crescere affrontando la vita, i defunti hanno già vissuto e ora riposano di tutte le fatiche sopportate in vita.
Un libro fuori dal tempo, intenso, profondo, di formazione, una meravigliosa favola oscura che culla il lettore attraverso eventi di grande speranza e riscatto, contro nefandezze come soprusi, violenza, potere, crudeltà, insomma il marciume umano che da sempre sporca e corrompe le anime degli uomini.
Questo libro, lo si puo’ dire, parafrasando una frase di Vasco Rossi o il titolo di un libro di Niccolo’ Ammaniti che prendo in prestito, ti prende e ti porta via. Sul dove, lo deciderà e lo capirà il lettore a fine lettura.

1 commenti:

Alexia ha detto...

ha scritto lui Stardust e Coraline??ma davvero??fantastico..magari mi prendo anche questo suo libro..