New York - Will Eisner

martedì 4 agosto 2009


Che dire di questo autentico capolavoro. E' difficile trovare le parole per esprimere un'opinione che sappia essere esaustiva e ben calibrata. Innanzitutto, come è ben intuibile dal titolo dell'opera di Eisner, protagonista è New York. La città, la metropoli, è un vero e proprio non-luogo corollario di miriadi di microcosmi che vivono, si muovono, si intrecciano o semplicemente si sfiorano o magari semplicemente viaggiano per strade parallele senza neanche incrociarsi. Protagoniste sono le piccole quotidianità che vedono protagonisti persone comuni, vittime di mancanze e drammi, disagi e impotenze, delusioni e amarezze, che Eisner ha saputo mettere a fuoco con un obbiettivo di impressionante profondità reale ma anche emotiva, attraverso immagini nitide di costante pericolo alla sopravvivenza. Eisner sembra il reporter di frammenti di vita quotidiana della gente comune, che spera di avere cio' che non puo' avere, di riscattarsi dopo momenti no che si sono prolungati a oltranza, con lo sguardo di chi spera che la vita possa prendere pieghe ben diverse ma sa che purtroppo l'esistenza offre inevitabilmente brutte cadute e un percorso di vita spesso segnato da un affacciarsi al mondo già piuttosto complicato. Il sentimento, altro protagonista immancabile dell'opera di Eisner, vale sia per quanto concerne l'amore con cui l'autore descrive la Grande Mela come un figlio, sia per i personaggi descritti e le situazioni nelle quali si muovono. Stracolmo di umanità, quella piu' pura e autentica, si toccano i problemi reali, che sono dei newyorkesi ma i newyorkesi in questo senso rappresentano i cittadini del mondo. Speranza e disperazione, illusione e disincanto, riscatto e rovina, in una metropoli affollatissima in cui domina la solitudine, dalla quale è sempre piu’ difficile liberarsi. Storie di persone che hanno un nome e cognome ma che risultano invisibili agli occhi del mondo. La città è una scatola fatta di altre scatole che si aprono al suo interno, e contengono a loro volta altre scatole da aprire e raccontare. La lente di ingrandimento Eisneriana non vuole tralasciare nulla. Vuole andare a fondo nella psicologia dei personaggi e delle relazioni sociali. La matita di Eisner è fotografica. Riesce a immortalare e percepire e far percepire a chi legge sfumature che arricchiscono la narrazione e la natura dell’emozione, dandole un sapore vividamente reale. Mi sono piaciute in modo particolare le scene mute, caratterizzate dalla delicatezza del movimento e dei gesti, che come parole di una poesia scivolano morbidamente negli occhi di legge e si accoccolano nella mente del lettore. L’esplosione o la sospensione del momento vengono rapite da questo tipo di comunicazione non parlata. Ma fatta parlare dalle immagini. Proprio come una telecamera che scorge, inquadra, zooma, e lascia semplicemente parlare il momento senza interferenze ne mediazioni di alcun tipo, facilitando l’immediatezza. L’immagine lascia piu’ tracce della parola. E una matita cosi riesce a parlare molto di piu’ e meglio di tantissima informazione che oggi circola ininterrottamente un po’ ovunque.

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