La cosa bella è la passione con cui Nicola ci ha voluto trasmettere Dubus. Con sul video che scivolavano, in rispettoso silenzio, le immagini del film tratto dal libro, I GIOCHI DEI GRANDI, con Mark Ruffalo e Naomi Watts tra gli altri, che hanno accompagnato con delicatezza le parole di Nicola Manuppelli. Una reading di alcuni stralci del libro molto interessante, molto intensa, molto coinvolgente, con il silenzio di chi ascoltava che comunicava intensamente con le parole che volavano durante la lettura. Un ballo tra silenzio e parola che mi ha messo un po’ i brividi addosso. Tutta un racconto, poi, della vita dello stesso Dubus, con alcuni andeddoti e alcune notizie che mi hanno sorpreso (ad esempio che lui fosse amico intimo di Richard Yates o che fosse cugino di James Lee Burke), un’analisi splendida sulla sua scrittura e il suo modo di vedere le cose, i suoi pensieri. Ho preso appunti, come un’impeccabile studente universitario. Per non perdermi una parola.
Dubus era uno scrittore di racconti. Il racconto era la sua donna ideale. Colei che poteva anche aiutarlo economicamente. Il racconto innegabilmente poteva essere venduto meglio alle riviste, per raggranellare soldi che a un certo punto della vita, dopo il suo drammatico e incredibile incidente che lo ha costretto sulla sedia a rotelle, ha avuto ossessionatamente bisogno, malgrado tutta una serie di scrittori, tra cui Stephen King, abbiano deciso di aiutarlo sostanziosamente donandogli soldi, quasi come per ringraziarlo con gesti pratici per i momenti impagabili che è riuscito regalare loro con la sua scrittura.
NOI NON ABITIAMO QUI sono tre racconti, di 60-70 pagine l’uno (e già qui c’e’ l’insolito, i racconti numericamente contemplano un numero di pagine decisamente minore),incatenati l’uno con l’altro dalla presenza degli stessi personaggi. Racconti scritti a distanza di decenni l’uno dall’altro. E qui sta l’incredibile capacità di conservare personaggi, situazioni e ambientazioni da parte di Dubus, come se fermando un racconto e riprendendo un altro racconto collegato a esso una decina d’anni dopo fosse cosa normalissima. Lui non è un minimalista, ha voluto sottolineare piu’ volte Manuppelli, perché mentre il minimalista a un certo punto si ferma lasciandosi e lasciando il lettore a un’evocazione, e non vanno oltre quell’evocazione, si fermano un attimo prima di entrare nella zona pericolosa, lui entra, scava in profondità piu’ che puo’, fino a quando la storia non si è esaurita, fin tanto fin a quando il personaggio ha bisogno di una ricarica per tornare a comunicare qualcosa al lettore. La bellezza di Dubus, ci spiega Nicola, è che ci fa entrare nella testa dei personaggi cosi’ in profondità e cosi’ intensamente che anche chi stupra non risulta mai ess
Nei suoi racconti si parla di valori, tradimenti, litigi, non ha bisogno di effetti speciali per sorprendere, non evoca nulla, non è il suo obiettivo, scrive e scava, scrive e scava. Finchè non arriva in un punto in cui lo indirizza a scavare da un’altra parte. Quasi come un segnale stradale. E questo lo ferma prima che sia troppo tardi. Prima di un rischioso incidente che ne comprometterebbe l’andatura. Sa tirare fuori una storia, e sono in pochissimi a riuscire a farlo. Lascia poi giudicare al lettore , lui non giudica mai. Sarebbe un errore gravissimo. Parla della natura umana e la disegna cosi’ come lo è mediamente, come siamo un po’ tutti noi comuni mortali che devono spesso arrancare e faticare per godersi il minimo sindacale. Non parla delle persone, parla alle persone. Ed è il lettore, per lui, a decretare il successo di un autore. Nient’altro. Per lui il miglior lettore è il bambino, che sa ascoltare e sa giudicare con un SI o con un NO, in assoluta sincerità.
Poi una bellissima lettura di uno stralcio di saggio chiamato MARKETING, in cui racconta un po' tutto il suo percorso di "venditore" di racconti, come fosse un ortofrutticolo. Molto interessante. Che fa riflettere e dovrebbe darsene una bella letta chi punta a scrivere creativamente.
Nicola ha sottolineato come chi ha amato REVOLUTIONARY ROAD, leggendo questo romanzo, proverà emozioni ancora piu’ forti. E il libro di Yates in bellezza e intensità, verrà superato da questo. Ora, devo ancora leggerlo e dovro’ farlo al piu’ presto, ma se fosse cosi’, come mai che per conoscere un autore straordinario bisogna SCAVARE, SCAVARE, SCAVARE, in profondità o arrivare a conoscere per caso quell’autore senza che le grandi case editrici si attrezzino per esportare e importare lavori del genere? Forse la risposta è cosi’ implicita da vergognarsene quasi: perché a loro interessa vendere. Poco importa se con materiale scadente che pero’ piace. E altro punto: cosa ne sarebbero delle piccole case editrici, solitamente quelle piu’ attente a certi autori e a certi titoli, se le grandi case editrici sapessero lavorare con tanta passione, scrupolo come fanno loro? Beh, forse non esisterebbero. E questo sarebbe il peccato piu’ grande. Grazie a Mattioli 1885 e grazie a Nicola. Attendiamo ora altri lavori, altre sorprese, altre serate come questa. Perché anche il gelo piu’ implacabile, non potrà fare nulla contro il calore che emana una lettura speciale.
Nicola ha sottolineato come chi ha amato REVOLUTIONARY ROAD, leggendo questo romanzo, proverà emozioni ancora piu’ forti. E il libro di Yates in bellezza e intensità, verrà superato da questo. Ora, devo ancora leggerlo e dovro’ farlo al piu’ presto, ma se fosse cosi’, come mai che per conoscere un autore straordinario bisogna SCAVARE, SCAVARE, SCAVARE, in profondità o arrivare a conoscere per caso quell’autore senza che le grandi case editrici si attrezzino per esportare e importare lavori del genere? Forse la risposta è cosi’ implicita da vergognarsene quasi: perché a loro interessa vendere. Poco importa se con materiale scadente che pero’ piace. E altro punto: cosa ne sarebbero delle piccole case editrici, solitamente quelle piu’ attente a certi autori e a certi titoli, se le grandi case editrici sapessero lavorare con tanta passione, scrupolo come fanno loro? Beh, forse non esisterebbero. E questo sarebbe il peccato piu’ grande. Grazie a Mattioli 1885 e grazie a Nicola. Attendiamo ora altri lavori, altre sorprese, altre serate come questa. Perché anche il gelo piu’ implacabile, non potrà fare nulla contro il calore che emana una lettura speciale.
3 commenti:
amore hai preso appunti come un vero giornalista per scrivere tutto sto popò di roba?! ^^
bellissimo commento.. dev'essere stato davvero un bell'incontro!! peccato non ci fosse Giorgia.
Si ho preso appunti. Alcuni pezzi sono virgolettati di Nicola Manuppelli, che ha raccontato Dubus, in maniera splendida. Sarebbe bello approfondire la questione. Magari una volta che sarai anche tu e l'altra Giorgia:-)
io non sono degna!!!!
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