Leggo cio' che voglio in base a...

lunedì 22 marzo 2010


In base a cosa si decide  oggi un libro?
Siamo nella società della comunicazione a piu’ livelli, a 360 gradi, dove le influenze son tra le piu’ disparate  perché i mezzi di comunicazione e la loro pervasività crescono sempre di piu’.
E allora si legge un libro perché un critico letterario su un giornale o in tv ne parla bene, o per il passaparola tra amici e colleghi, o ancora perché la copertina è graficamente cosi’ comunicativa che diventa una sorta di elemento persuasivo determinante, o ancora grazie ad Anobii oppure a una pubblicità di un altro scrittore che a noi è piaciuto tanto che sponsorizza quell’altro libro non di sua fattura. Quante spinte esistono oggi perché una persona possa convincersi che quel libro faccia al caso proprio e che vale dunque la pena di spendere soldi e tempo per immergercisi?
Parlando per me personalmente, faccio molto affidamento a pochissime persone, di mia fiducia, quando si parla di un consiglio giunto da altri. Il passaparola lo trovo ormai quasi come una tecnica artificiosa di “televendita” che ha modificato profondamente il suo status e la sua autenticità da quando esistono i mezzi di comunicazione di massa. Era molto piu’ meritevole di fiducia e credibile, ai miei occhi, quando non c’era ad esempio una televisione come quella di oggi, l’influenza forte e partitica dei giornali attuali, quando insomma i grandi mezzi televisivi non pressavano la gente a scegliere un determinato consumo rispetto ad un altro, evidenziando in maniera spesso eccessiva alcuni prodotti, negando anche la minima luce ad altri prodotti magari molto piu’ meritevoli.
Evito di acquistare un libro quando tantissima gente lo legge o se ne parla all’inverosimile, a parte qualche eccezione.  Perché caratterialmente non amo in nessun caso l’eccessivo sfruttamento del proiettore dell’attenzione focalizzata su qualsiasi cosa: sulle persone, su un film (a parte qualche eccezione), sul libro.  Evito di acquistare un libro quando la pubblicità passa pressoché quotidianamente e con fastidiosa ripetitività su giornali, televisione: a mio modo di vedere un libro è bellissimo nel momento in cui lo si legge e piace, non in virtu’ di una pubblicità martellante. In virtu’ di cio’, la mia attenzione vede su di sé il manifestarsi dell’effetto opposto, ovvero allontanarmi dall’interesse piu’ che avvicinarmi.
Insomma, piu’ si parla di una cosa, io meno tendo a esserne attratto. Che si tratti di film, libro, spettacolo teatrale, personaggio pubblico. Perché la scelta non dev essere imposta, non dev’essere vittima di un’eccessiva forza persuasiva, dev essere frutto di conoscenza, di interessamento, di consapevole fruizione determinata da un’altrettanta consapevole e soprattutto LIBERA scelta personale.
Al diavolo le top ten, al diavolo le trasmissioni in cui si parla solo dei film, dei libri, dei prodotti culturali del momento. Perché “del momento” è un’espressione odiosa, che presuppone già un giudizio del prodotto in questione che pretende di valere per tutti, una vera e propria invadenza del proprio habitat personale. 
Perchè devo leggere quel libro? Perchè me lo dice la tv? Un giornale? Tante persone, magari che conosco appena o affatto? Io, valuto piu' nel profondo, perchè la scelta di un libro, come di un film, è una pratica che non è solo di consumo ma anche quasi "religiosa", in cui si crede o meno, senza che si nascondando atteggiamenti omologanti o massificanti, che renderebbe il tutto, a mio modo di vedere, cosi' commerciale e semplicistico da snaturare anche il concetto in sè di libera scelta consapevole.

2 commenti:

Martina S. ha detto...

Giusto prima stavo pensando a una cosa simile: grazie ad Anobii e ai Corpi Freddi posso dire di aver ampliato i miei gusti, ma fino a quanto è giusto forzarli? Ho provato a sfogliare una cosa che avevo comprato perchè 'si doveva, lo facevano in tanti', ma non mi ispirava proprio per niente. E allora perchè sforzarmi, con tutti i libri che ho ancora da leggere e che mi piacciono senz'altro di più???
Per cui consigli sì, li accetto volentieri, ma più di tutto continuerò a seguire il mio istinto. Non mi ha mai tradito ^__^

Matteo ha detto...

Si infatti Martina. Io a parte il consiglio di 2-3 persone, di cui mi fido ciecamente e tendo a tenere in grande considerazione i loro suggerimenti, solitamente faccio di testa mia, come hai detto tu l'istinto è la migliore carta di assicurazione possibile sull'acquisto di libri. Anche se da un annetto o piu', c'e' un forum che mi sta dando spunti particolarmente interessanti con una certa continuità. Io ora vorrei un libro della Elliot, questo mi è stato consigliato per pm su anobii dalla revisionista delle traduzioni che lavora alla elliot, ecco queste magari sono le eccezioni, che pero' mi rendono felice. Anobii va preso per quel meraviglioso mondo che è per noi lettori, ma senza esagerare, d'altronde non bisogna esagerare in tutte le cose.