Storia (sociale) dei consumi in Italia

mercoledì 17 marzo 2010

Quando un saggio corre il “rischio” di rivelarsi piu’ piacevole e narrativo di un romanzo.
Emanuela Scarpellini, docente tra le altre cose di Storia contemporanea e Storia sociale dello Spettacolo all’Università degli Studi di Milano, ha saputo tracciare con lucidità, con estrema chiarezza espositiva, con grande attenzione e precisione ai particolari senza pero’ correre mai il rischio né di annoiare né di cadere in un sentimentalismo patetico, quattro macro-fasi della storia dei consumi nostrani: l’Italia liberale, l’epoca fascista, il periodo storico del boom economico e infine il periodo storico che va dagli anni 70-80 fino ai giorni nostri, il tutto senza mai mettere da parte i grandi eventi che hanno inevitabilmente indirizzato bene o male le scelte e le possibilità di vita degli italiani.
La cosa estremamente interessante di questo saggio, che lo rende nel suo genere abbastanza atipico per come è stato pensato , strutturalmente scritto e proposto al lettore, è la sua caratterizzazione profondamente narrativa del tema trattato. Mi sono piaciute particolarmente le prime righe di ogni capitolo e paragrafo, dove sembra di essere guidati da una telecamera che cerca di arrorbire rumori, profumi (e odori)rubati, colori e zooma su ogni angolo della casa, dei negozi (o centri commerciali), della vita quotidiana della gente del tempo, che spazia dal lavoro, alla vita domestica, al tempo libero. Si riesce nitidamente respirare e vivere in prima persona ogni sfaccettatura del periodo storico, a livello anche emotivo, tuttavia rimanendo lucidi e sufficientemente distaccati per evitare di scadere in un eccessivo sentimentalismo.
Si va da una tipologia di consumo a un’altra, e la diversità profonda che le differenzia è dettata dal contesto storico a cui appartiene ,si passa da un luogo di consumo a un altro la cui funzione viene modificata nel tempo o si assiste a una nascita nuova di zecca di nuove “città nella città, del consumo”, da un valore economico attributo a un oggetto che ha un suo corrispettivo valore, forse piu’ profondo a livello sociale e antropologico, il tutto supportato da una straordinaria precisione connotativa che esalta i ricordi, a dir la verità un po’ malinconici, di chi quegli anni ha avuto la fortuna (o sfortuna dipende dai casi) di viverli sulla propria pelle e non puo’ non ricordare nitidamente marche di oggetti, strumenti che ora sono spariti, abbigliamenti vari e modalità di vivere il proprio tempo libero che ormai hanno lasciato spazio ad altro.
Una nitidezza d’immagine impressionante, che assume i contorni di una fotografia o di un video da cinepresa, che tocca da vicino ogni angolo della vita delle persone. In base a genere, età, provenienza geografica, delineando anche paragoni tra un paese, l’Italia, chiaro oggetto di studio primario dell’autrice, con alcuni dei paesi piu’ importanti come l’Inghilterra e gli Stati Uniti. Anche “invadendo” campi non propriamente sociologici, come l’economia, la politica, ad esempio soffermandosi sul fatto di come l’intervento dello Stato abbia avuto un impatto non indifferente sul lato del consumo, anche perché acquistare significa dare vita a un giro economico che non puo’ lasciare indifferente chi deve gestire e governare milioni di persone.
Abbigliamento, distinto per genere , stratificazione sociale, periodo storico e età, alimentari, per cui si fanno distinzioni tra una classe sociale e l’altra entrando nello specifico piu’ particolareggiato del tipo di cibo consumato, utilizzo del tempo libero (e anche qui le distinzioni sono d’obbligo, anche tra un periodo storico e l’altro, la classe sociale d’appartenenza e la conseguente alfabetizzazione e disponibilità economica, il genere), la cultura, il lavoro. Tutte lenti d’ingrandimento che hanno setacciato con estremo scrupolo il quotidiano di tempi ormai lontani ma anche della strettissima attualità, che mette in estrema evidenza il netto cambiamento rispetto al passato.
I vecchi grandi magazzini contro i nostri mostruosi centri commerciali, le piccole botteghe indipendenti contro le catene di negozi, occupazioni artigianali centrali ed emblematiche del modo di vivere di un tempo ora trovano posto solamente su gallerie fotografie storiche e su libri di storia.
Oggi per noi sembra cosi’ naturale andare in un parco a tema, in un centro commerciale, alla multisala cinematografica, a un enorme supermercato. E’ routine. Erano in realtà pure utopie fino a non molti anni fa, chiedere per credere a anche solo una generazione precedente alla nostra. Il consumo, anche quello individuale, ha tutta l’aria di essere spesso anche collettivo, quasi una sorta di esistenza nell’esistenza dell’individuo, per cui il consumo è anche prerogativa di socialità. Perché consumare assume i piu’ svariati significati, oggi spesso anche ostentativi da un punto di vista estetico.

* Titolo: L' Italia dei consumi. Dalla Belle époque al nuovo millennio
* Autore: Scarpellini Emanuela
* Editore: Laterza
* Collana: Quadrante Laterza
* Edizione: 2
* Data di Pubblicazione: 2008
* ISBN: 8842085995
* ISBN-13: 9788842085997
* Pagine: VIII-315

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