In vacanza si legge davvero di piu?

mercoledì 1 settembre 2010

Piu' tempo libero, meno lavoro, meno studio, meno impegni quotidiani che tolgono spazio alla libertà del momento di una lettura a cui dedicarsi completamente, magari sdraiato sul letto, in spiaggia sotto l'ombrellone, o in giardino. La vacanza è davvero il momento in cui il lettore imprime un'accellerata intensa alla sua fame di libri?  La vacanza, per molti, costretti dalle ferie del lavoro, è spesso e volentieri un vero e proprio programma organizzato in anticipo per slegarsi dal ritmo cittadino stressante. Si cercano mete turistiche particolari, molte all'insegna dell'avventura selvaggia, altre studiate a fondo per alimentarsi di cultura e storia, altre ancora dei percorsi tutto particolari all'insegna del divertimento e del movimento. Quindi, diventa fondamentale non sbagliare vacanza, specie se i tempi a disposizione sono ristretti. Girando da turisti iperorganizzati, muovendosi come esploratori intermanente orientati all'improvvisazione del momento, mi chiedo: ma si riesce a trovare il momento per leggere?  E' chiaro, dipende dal percorso e dalla vacanza che uno intende fare. Al mare, all'insegna del relax piu' sfrenato, beh la lettura trova terreno fertilissimo. Ma appena ci si intende muovere, viaggiare, ecco che allora anche il momento per la lettura viene meno. Io in primis ho provato questa cosa: in viaggio on the road in Toscana, tra mare e borghi, tra colori emozionanti e storia da vivere direttamente sul posto, appena si rientrava in albergo, puff, il cuscino era ad accogliermi a braccia aperte. Niente libro. Quando ti ritrovi fuori di casa dalle 9 del mattino fino alle 11 di sera, con un piccolissimo pit stop in stanza per cambiarsi e lavarsi, diventa poi complicato riuscire a mettersi sdraiato e leggere. Vuoi per la stanchezza, ma anche per l'oggettiva mancanza di tempo materiale. E naturalmente, ogni volta inciampo nell'errore che il lettore medio commette: portarsi dietro 2-3 libri convinti di riuscire a leggersi a mani basse almeno due titoli. Grande, enorme, gigantesca cazzata. Almeno, parlo per esperienza personale. La vacanza quindi come immersione in apnea nel libro è certamente quella da mare, lettino e ombrellone. In quel caso il libro è un compagno fedelissimo, a cui non si puo' fare a meno. Dire che riempie le giornate, è brutto secondo me. Meglio dire che ti "accompagna", ti "segue", ti "rapisce".  Poi, è chiaro, se ti capitano vicini di ombrellone casinisti, li' ti viene voglia di mandare a fanculo tutti e ahimè, il libro viene richiuso dalla disperazione, solleticandoti istinti omicida difficili da trattenere. 
Io, anche in spiaggia, specie la mattina, tendo ad addormentarmi quasi subito, poi subito in mare, a raccogliere la cibaria che l'acqua mette a disposizione gratuitamente alla gente e le ore passano e cosi' le pagine lette non vanno avanti. Sono un pigro da lettura in spiaggia? Incredibile ma vero.
Tant è che in questa estate ho letto pochissimo. Ancora meno se fatte le proporzioni con le mie letture di febbraio-marzo-aprile-maggio. Ora siamo appena entrati in settembre, vediamo se la macchina da lettura riprenderà a marciare come si deve, ritrovando i ritmi che gli competono.

Insomma, per la lettura, la vacanza è uno spasso? E' il momento ideale per buttarcisi a pesce dimenticando quasi tutto il resto? E' il momento della libertà ritrovata tanto attesa per tutto il resto dell'anno? (anche se è verissimo che il lettore i propri momenti piccoli di libertà riesce a trovarseli anche tra un impegno e l'altro, anche in luoghi e ore della giornata al limite del credibile).

Chissà, e intanto il lettore accanito continua a comprare, comprare libri, approfittando delle offerte estive che ci stuzzicano come non mai. L'acquisto compulsivo crea ingorghi di letture arretrate come il traffico di rientro di fine agosto dalle vacanze nell'imbuto autostradale presso Bologna: non se ne esce piu'. E qui, ci credo che poi le vacanze non riescono a smaltire gli arretrati. Ci vorrebbero 7 vite, non una.

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