La Fiera del Libro di Torino - la nostra esperienza vissuta

sabato 22 maggio 2010


28 anni e non ero ci ero mai stato. Una vergogna,  andrebbe detto. In realtà, tenendo conto del fatto che il mio primo approccio serio alla lettura seria, consapevole è maturata nel 2004, possiamo limitare l’arco temporale a 6 anni di mancanza di un’esperienza simile per il sottoscritto.  Non riuscivo mai a mettere bene a fuoco, attraverso il racconto degli altri, cosa mi stessi perdendo, di che razza di scampagnata mi sfuggisse volontariamente da sotto le mani.
Ora che mi sono finalmente iniziato anch’io a alla setta dei frequentatori del Salone internazionale del libro di Torino, credo di poter dire con una certa sicurezza che mi sono evidentemente perso parecchio negli anni addietro.
Abbiamo deciso di arrivare in macchina, parcheggio comodissimo, prezzo del parcheggio molto meno. Diciamo che mi sarei potuto acquistare tranquillamente un qualsiasi Minimum Classics con i soldi mandati dentro quella maledetta macchina automatica del parcheggio. Innanzitutto, l’approccio è stato come dire un po’ di disorientamento, io e Giorgia anziché entrare direttamente nel Lingotto fieristico, siamo andati a finire nel centro commerciale e tra una via d’uscita e l’altra che sembravano essere tali ma in realtà non erano null’altro che trappole labirintiche che ci han portato quasi a esplorare le fogne dell’edificio, finalmente abbiamo imboccato la direzione giusta. Come cazzo abbiamo fatto a non vederlo? Ci siamo presi i nostri biglietti e subito di corsa al Green Point dove venivano distribuiti, prezzo una fila di gente infinita tra altrettanta infinità di sbuffi e lamenti, i pass, posti limitati, per assistere alle 17.30 (e qui erano le 11.30) alla presentazione del nuovo libro (che io ho già letto) di Amelie Nothomb, IL VIAGGIO D’INVERNO. Obiettivi già delineati chiaramente, come una perfetta macchina organizzatrice, come il miglior club calcistico che non aspetta fine agosto per rinforzarsi ma lo fa a partire da febbraio-marzo.  Vedere la Nothomb, farsi autografare qualche libro, scattare qualche foto-ricordo con lei, andare ad ascoltare Walter Veltroni che presenta Sebastien Fitzek, autore già del Ladro di Anime e in uscita da poco con Schegge, intramezzati da IL BAMBINO e poi girare, girare, girare per stand, parlare con gli addetti ai lavori (che tra molta stanchezza, pranzi saltanti, occhiaie, pare si stessero divertendo parecchio, ma è normale, visto il lavoro bellissimo che svolgono).
L’impatto, il primo piede poggiato nell’infinito spazio del padiglione 2, è stato come sbarcare sulla Luna. Disorientamento totale, tante parole, frasi confuse, pensieri intrecciati di migliaia di persone che chiacchierano, si chiamano, ridono, scherzono, domandano, rispondono. Un mondo,  letteralmente un mondo che vive in una campana di vetro separato da tutto il resto che respira fuori.  Si cammina, e già questa è una conquista.  Si tentenna un po’ perché davvero non si sa da dove cominciare, c’e’ talmente tanta roba da vedere che si rischia dalla frenesia di inciampare e finire rotoloni verso la prima persona che sta camminando nella tua direzione. Estasi, adrenalina a mille, incredulità, voglia di fare tutto e subito. Vedere tutto e tutti, sentirsi al riparo dal male che gira fuori, ci si sente quasi immortali.  Primo giro, panino con porchetta. Inevitabile, la fame sale. C’e’ la fame di libri, e anche quella fisiologica, la pancia reclama, non si puo’ far finta di nulla. Ma il mio paninazzo finisce nello zaino, quello di Giorgia già bello che digerito. Ci si incontra con Chiara,  poi con gli altri stravaccati sul divano nello stand-salottino della E/O, tra cui Marco, Marianna, Giulia, Daniela, Marta, Stefania, Paolo, Cristina.  Ci si è incontrati per caso, senza far ricorso al cellulare. Incredibile, oggi giorno ci si puo’ incontrare anche senza cellulare. Sicuri che ci troviamo in un mondo conosciuto? E si inizia a girare, noi per contro nostro, perché in gruppo i gusti e gli interessi di ognuno sono tra i piu’ svariati, impossibile viaggiare in gregge, meglio sganciarsi e ognuno non perde tempo e si rifugia nei propri stand del cuore. Io, manco a dirlo, mi son buttato a pesce alla Elliot (dove mi ero dato appuntamento con Marzia, la revisionista della Elliot, che  mi ha squisitamente regalato un libro, CON TANTA BENZINA IN VENA, di Ellis), presentazione ufficiale (io sono Andriy, tu sei Mimi’ di Anobii, vero? Piacere, e un po’ di imbarazzo da qual timido sono). Mi sono fatto fare anche una splendida dedica da lei sul libro e una foto poteva mancare? Ovvio che no. Non avevo dietro con me la mia NikonD60, diventata ormai una specie di anima gemella tecnologica, ma avevo in compenso quella piu’ portatile e portabile di mio fratello. E manco a dirlo, foto partite a manetta perché è obbligatorio immortalare momenti come questi.  Poi giro alla Minimum Fax, ma nel frattempo abbiamo annusato profumo di tantissimi libri, scattato con gli occhi fotografie a miriadi di copertine, facendo rapida memoria istantanea sui titoli delle nostre wish list. E clamoroso, sorpresa, delle sorpresa, ENZO E CRISTINA da Roma? Incredibile e dove potremmo mai beccare il nostro nuovo agente letterario che è in costante movimento per prendere contatti con gli editori? Ma al Libraccio, of course.  A cercare, e ad aver già trovato, occasionissime imperdibili. Tra una cosa e l’altra, un sorriso e l’altro, un abbraccio e l’altro, anche con Cristina, mi ha palesato in mano il libro di Fitzek da far autografare allo scrittore tedesco. Sempre mandare avanti gli altri eh? Pfff, che scansafatiche.  Poi vabbè, inizia l’avventura con Chiara, che poi ci lascia per andare a mangiare, ma poi ci si ripiglia, e andiamo da Fitzek. Ma, oh mamma, ma quello mica sarà Veltroni? Si si, dai una foto non puo’ mancare e sia io che Giorgia ci appostiamo al suo fianco e cordialissimamente si presta a un flash che rimarrà un gran bel ricordo. Ma quello è Fitzek? Si, mamma mia che faccia da psicopatico. Tiriamo fuori Scheggie di Enzo da far autografare (missione compiuta, pretendo piu’ rispetto d’ora in poi ahahaha) e il nostro IL LADRO DI ANIME. Firmato, altra missione compiuta. Peccato aver lasciato a casa IL BAMBINO (che ora, incredibile, non troviamo piu’ in quel di camera mia, mistero, degno della storia raccontata da Fitzek). Splendida presentazione di Veltroni, splendide chicche di Fitzek riguardo soprattutto le sue fonti di ispirazione (la povera fidanzata, che ha un influsso su Sebastian, che mi inquieta leggermente).  E io a due passi dalla coppia strana Veltroni-Fitzek a sbriolarmi e sbriciolare tutto con il mio panino alla porchetta. Che divoro, manco digiunassi da 24 anni. Il poi è altrettanto frenetico, perché alla ricerca del bagno perduto io e Giorgia, rimasti ancora soli, riceviamo uno squillo che sembra una chiamata d’emergenza da parte di Chiara…”Mi ha riferito Linda che ci sarà la Nothomb allo stand della tv svizzera…presto, presto…” .  Questa Chiara tutta cosi’ adrenalinica ci ha fatto pure dimenticare del bagno, subito dalla Nothomb, la missione chiama. Non rispondere sarebbe un delitto. E piazzati come se stessimo col sacco a pelo da giorni, davanti allo stand, a un certo punto arriva la nostra eroina, strepitosamente elegante,  singolare come lei sa essere nella stesura delle sue storie, con un bel cilindrone in testa, tutta vestita di nero. Assieme alla sorella, che ovviamente nessuno si caga. Bisogna approfittarne, non c’e’ nessuno, e giu’ con foto su foto (e Chiara pure mi ha consigliato una tecnica fotografica strepitosaJ che ha dato estremamente bene i suoi frutti). Abbiamo assistito da praticamente in braccio alla Nothomb alla sua intervista in radio svizzera.   E Linda, la nostra salvatrice, anche lei tutta bella sconclusionata, sconnessa, come poteva essere altrimenti? Emozionantissimo.  Dopo aver terminato questa pazzesca esperienza Nothombiana, dopo aver consegnato il biglietto per l’incontro con la Nothomb a Chiara che non smetteva piu’ di ringraziare, siamo andati un po’ alla cavolo in giro, a prenderci un cappuccio che ci ha offerto gentilmente la nostra BLonde-Girl, la nostra versione nothombiana italiana,  aspettando l’ora fatidica delle 17.30, abbiamo girato nel padiglione meno frequentato, quello delle piccolissime case editrici, e anche qui Chiara ha dato il meglio di sé, indicandoci lo stand de LAS VEGAS EDIZIONI. Strepitoso, piccolissimo spazio, ma gente di grande semplicità, disponibilità, competenza ci han accolto come nel loro salotto di casa. Un libro, tra i tanti, è balzato all’occhio: ALEX FA DUE PASSI, si poteva anche farsi disegnare qualcosa all’interno dalla disegnatrice del libro. Fantastico. Si puo’ perdere un’occasione del genere? Manco per idea, non scherziamo. Prima, pero’, momento necessario: una chiamata al telefono alla nostra carissima Barbara, che per colpa di un virus del cazzo ha dovuto rinunciare il giorno prima al concerto di Elisa e quel sabato alla fiera. Un duro colpo. Farebbe bestemmiare pure Madre Teresa di Calcutta eh (pace all’anima sua).  Un po’ mogia, si sente che non sta bene, lei che  regala energia, brillantezza, luce a ogni cosa che tocca o guarda anche solamente. Prima avevo chiamato ma rispondendo Piero, il marito di Barbara, ci ha detto che era a letto a riposare. Comunque una bella chiacchierata con me e Giorgia, salutata da Chiara. Non si poteva non coinvolgere, seppur a distanza bastarda, una persona a cui teniamo in modo particolare, cosi’ come un’altra splendida ragazza, Fernanda, che non è potuta esserci. Ma non avendo il numero di cellulare (mancanza scandalosa) come potevamo coinvolgere anche lei al party libresco? Comunque, riprendendo il filo, tornando avanti dopo questo flashback doveroso e sentito,  io e chiara ci siamo comprati ALEX FA DUE PASSI, ci è stato regalato un segnalibro che ho passato subito a Giorgia. Ma nel frattempo, Chiara ha dato ancora il meglio di sé, andando  a discutere con INTERMEZZI, conviventi nello stesso stand con LAS VEGAS, dei libri che loro hanno mandato gratuitamente attraverso una pregevole iniziativa, da recensire. La discussione si è trasformata da un abbraccio e sorriso iniziale, a una ritmata botta e risposta sul perché Chiara avesse trovato pieno di errori quello che loro considerano il loro miglior libro. Azzo, se quello è il loro migliore, secondo Chiara gli altri cosa sono? Vade retro SatanaJ Poi si gira, tra Coconino Press, Le Mani, Becco Giallo, Alet, chiacchierate con gli editori, passaggi effimeri davanti a tanti altri stand, tante chiacchierate tra noi, sorrisi, il solo piacere di stare insieme. Poi si vola da Amelie, che noi avevamo già incontrato prima praticamente in assoluta privacy, e incontriamo Alessia, che speravamo di incontrare perché avevamo preso un biglietto anche per lei. Ma senza contatto telefonico? Niente, quando è destino è destino, c’e’ qualcosa che lega questi lettori. Ci si incontra senza cellulare, incredibile. E sapendo del biglietto, ovviamente ha espresso tutta la sua straordinaria felicità con tutta la sua timidezza e eleganza che, da quel poco che la conosco, contraddistingue Alessia. E  tutti dentro alla sala, VRUUM!. Ci si siede, si aspetta ansiosamente AMelie, arriva con Giovanna Zucconi a presentarla . Ma , qui stan parlando senza traduizione? Mi accorgo solo dopo che andavano prese le auricolari per chi non conoscesse la lingua. Un casotto assurdo, me la mettevo in testa, tra un po’ sotto le ascelle, non riuscivo a infilarmi queste maledette cuffie, grazie come sempre a Chiara stile MEDIOMAN, ci sono riuscito. E dopo mezz’oretta sono entrato anch’io in sala cosciente di quello che si stava dicendo.Poi rientriamo ancora in contatto con Enzo e Cristina, viaggiamo ancora, Enzo va a in cerca di contatti, per raccattare qualche libro da recensire sul blog. La diplomazia è ufficialmente aperta, si cercano parole e espressioni migliori per fare loro colpo (alle case editrici). La stanchezza si fa sentire. Si cade a terra. Si chiacchera, quasi ubriachi senza aver toccato un goccio di alcolico.  Poi è arrivato il momento, ahimè, dei saluti, alle 8.30 circa, gli altri, tutto il gruppo nutrito di CF che non abbiamo piu’ ribeccato, a cena, io e Giorgia verso Torino centro, e poi casa, dove siamo caduti in un sonno profondissimo, ancor prima di toccare cuscino e letto. Un’esperienza straordinaria, indimenticabile, di cui ho raccontato a grandi linee, dimenticando, colpevolmente, magari altri momenti e piccoli grandi gesti, che se anche non citati rimarranno impressi. Nella testa e nel cuore. Grazie.

2 commenti:

Matteo ha detto...

Come al solito dimentico le persone. E' stato davvero un grande piacere per me incontrare Sergio (Aries) con la sua ragazza. Ci siamo visti due volte, in un tocca e fuga, ma certi argomenti andranno sicuramente approfonditi.

Unknown ha detto...

voglio venire anch'iooooo!!! e prima o poi ci verrò!