Il riccio dal libro al film

martedì 19 gennaio 2010


Da poco è uscito nei cinema IL RICCIO, trasposizione cinematografica dell’omonimo (o quasi, visto che in Italia c’e’ la fastidiosa tendenza a modificare sempre e comunque il titolo originario del libro nel convertirlo in film) libro di Muriel Burbery, autentico caso letterario, almeno nelle vendite, in mezza Europa.


Il giudizio è fortemente, e inevitabilmente, influenzato da una valutazione comparativa tra la lettura del libro e la visione del film. Diventa automatico. E tra i motivi per cui preferisco leggere prima il libro e poi vedere il film, e non viceversa, c’e’ proprio anche questo: il giudizio per me ricade piu’ pesantemente sul film che non sul libro, quando si legge il libro prima e si vede il film poi, perché da parte del lettore c’e’ un’intrasingente pretesa che l’immaginario creato da chi ha prodotto e girato il film sia il piu’ possibile combaciante con quello creato, senza influenze di alcun tipo, dalla immaginazione, creata dalle parole, del lettore durante la lettura. Io stesso pretendo sempre moltissimo dai film tratti dai libri, perché considero un vero e proprio oltraggio quasi alla morale artistica, trasformare il contenuto del libro in un’ opera cinematografica modificata o addirittura ribaltata, rovesciata, snaturata rispetto alla storia, ai personaggi, all’ambientazione del suo collega cartaceo.

I critici dicono che oggi siamo sommersi da film tratti da libri perché manca l’idea e l’input, manca l’originalità e dunque anche la creatività. Appoggiarsi a un lavoro già fatto da qualcun altro per renderlo immagine, a loro modo di vedere rappresenta un mezzo scippo. Io ritengo che comunque la resa per immagini di un testo scritto sia assolutamente un lavoro non indifferente e non andrebbe ridimensionato in tal senso il lavoro di chi se ne occupa. Perché scrivere la sceneggiatura ha il valore medesimo della scrittura di un libro e va adattato in qualche modo al diverso medium che ne sfrutta il contenuto.

Ci sono film lunghi 3 ore, stupendi, tratti addirittura da racconti di una 20ina di pagine ciascuno. Esempio è IL CURIOSO CASO DI BENJAMIN BUTTON tratto da LO STRANO CASO DI BENJAMIN BUTTON di Francis Scott Fitzgerald.

Tornando al film tratto dal romanzo di Muriel Barbery, che peraltro la stessa scrittrice ha criticato aspramente, trovo che sia un esempio importante di come il cinema venga in aiuto anche a rivalutare in positivo l’opera cartacea, nonostante si sia prese alcune libertà. A me ad esempio è piaciuto molto di piu’ il Riccio cinematografico che non quello letterario.


Mi sono piaciuti molto i personaggi, vivi, profondi e intensi, che secondo me vengono arricchiti dall’immediatezza della parola parlata e dall’aiuto dell’immagine, rispetto alla lettura. Paloma’ è irresistibile, Ozu un personaggio di grande umanità e saggezza, Renee il dottor jakyll e mister hide che fallisce nel suo tentativo di celarsi dietro l’apparenza, i gatti che occupano una posizione di privilegio nel film, cosi’ come anche nel libro. Il palazzo, un microcosmo che rischia di venir considerato rappresentativo del macrocosmo, per la verità un po’ enfatizzato e un po’ caso-limite. L’immagine di Renee, Palomà e dell’edificio era perfettamente in linea o quasi, con quello che la parola ha creato nella mia costruzione delle immagini, dei volti, delle voci, delle situazioni.

Un film poetico, filosofeggiante (ma molto meno ostentato del libro dove la Burbery esagera nel voler incantare con le proprie capacità di scrittura, a tutti i costi), molto delicato nella sua profonda analisi della natura umana fatta di debolezze, zone oscure, ambiguità, paure. Un film estremamente comunicativo, nell’accezione positiva del termine si intende. Non retorico, non ipocrita, urla il disperato bisogno di libertà e di sentirsi se stessi in questo mondo. E la conclusione ne è la dimostrazione: reale, benché crudo. Conclusione che nel film , rispetto al libro, trova un leggero allungamento nei tempi. Di pochissimi minuti, ma quanto basta per non passare ai titoli di coda con il buio piu’ totale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao^^
riguardo al film c'è una dichiarazione dell'autrice del romanzo... proprio inerente all'uscita italiana..
ti posto il link :)

http://www.edizionieo.it/news_visualizza.php?Id=291

Matteo ha detto...

Grazie mille Marco.
In effetti il film è un po' differente dal libro. Ma, polemiche a parte, a mio avviso molto piu' bella la versione cinematografica di quella cartacea:-)