I lettori possono infastidire a volte?

giovedì 7 gennaio 2010

I lettori a volte mi turbano, mi creano dei fastidi, mi solleticano e sollecitano un po’ il dente avvelenato. Perché se è vero che ogni lettore è diverso da un altro, e ha un corollario di atteggiamenti, gusti personali, manie, piccoli vizi e un approccio diverso al libro che legge, è anche vero che dal mio punto di vista, alcuni atteggiamenti si potrebbero anche nascondere, o meglio migliorare. Premetto che io ho molti difetti anche come lettore e magari riesco pure ad autoinserirmi in queste categorie che sto per criticare.

A me non piacciono ad esempio i lettori disordinati, coloro i quali lasciano i libri dappertutto, che trattano il proprio libro come un semplice oggetto da inserire da qualche parte alla rinfusa, in borsa, in uno zaino, su una mensola cosi’ abbandonato a se stesso, facendogli pieghe di ogni tipo, sporcandolo di ogni genere e specie di elemento e questo in nome di che cosa? Di una pseudo mancanza di tempo. Anche di fretta, impossibile non trovare 30 secondi per lasciare il proprio libro in condizioni almeno minime di sopravvivenza.

Un’altra tipologia di lettori che poco sopporto sono i lettori che snobbando certa letteratura snobba anche chi li legge, facendogli pesare il fatto di leggere porcheria, un non libro, roba miserabile, roba tale per cui non si merita la nostra considerazione. Atteggiamento snob che io ogni tanto pratico sui libri, ma non sulle persone e le loro scelte. Giudicare il gusto di una persona mi sembra decisamente un’eccesso di facoltà che non penso sia giusto arrogarsi. E ho anche partecipato ad accesissime discussioni infinite su questa cosa, in cui nessuna delle due parti in causa ha alla fine saputo venirsi incontro.

Ancora, i lettori che si vestono da critici letterari, li trovo un po’ fuori luogo, nel senso che leggere per criticare (non solo in senso negativo, ma anche critica nel senso di valutazioni che hanno la presunzione di vestirsi da oggettività) la trovo una perdita di tempo sottratta al piacere e all’estasi di una lettura, a cui ci si deve secondo me abbandonare completamente. Stare li a valutare con occhio critico implacabile virgole omesse, termine inesatto, capitolo per capitolo, frase per frase, porterebbe me a disinnamorarmi della lettura. Perché non riesco proprio a mettere attenzione e razionalità dentro a una lettura nella quale sono disposto ad abbracciare emozioni e trasporto, e a farmici cullare. Invidio chi sa essere trasportato e ad avere contemporaneamente l’occhio critico per non perdersi un solo minimo difetto del libro e condannarlo per questo. Anzi, non lo invidio sinceramente. Quindi questi pseudo-critici letterari a me non piacciono, mi da la sensazione che ricevano poco dalla lettura senza dare nulla in cambio. Una lettura cosi’ fredda e distaccata non fa per me. E i lettori che stroncano per il gusto di stroncare libri mi stanno ancora meno simpatici. Queste sono letture senza speranza, senza cuore, senza leggerezza.

Questo non è fastidio, anzi, ma è diciamo una semplice distanza dal mio essere lettore che è dunque assolutamente personale. Il lettore monogenere. Che adora quel genere e non legge altro che non sia o solo romanzi storici o solo thriller o solo harmony ecc.ecc. Io amo decisamente spaziare su piu’ generi, alternandoli, perché in diversi momenti un lettore ha bisogno di un certo tipo di lettura piuttosto che di un’altra. Lo sente quasi sulla propria pelle. E, ripeto non è una critica né un fastidio, non riesco a immaginarmi come un lettore unicamente di un genere. Ho bisogno di staccare da saggio, mi butto su un thriller, ho bisogno di leggere un po’ di sana realtà e allora mi butto sul realismo americano, ho bisogno di immagini e mi prendo in mano un libro d’arte, ho bisogno di svago totale e mi butto sui fumetti. Io ho dei costanti richiami dentro di me, che schiacciando un pulsante mi avvisano del bisogno (di lettura) del momento. E io seguo questi richiami. Di volta in volta.

Non riesco a pensare come il lettore che preferisce la quantità alla qualità delle proprie letture. Si possono leggere tantissimi libri ma non essere soddisfatti o avere un po’ il gusto amaro in bocca e leggere pochi libri ma cosi’ belli, cosi’ coinvolgenti, cosi’ interessanti da sentirsi completamente appagati e soddisfatti.

Sono solo dei miei piccoli fastidi. Io ad esempio nutro un po’ di pregiudizi nella lettura, quella italiana di oggi soprattutto e verso determinati scrittori stranieri. Pregiudizi che poi poco sopporto negli altri quando viene toccato un libro che a me è piaciuto particolarmente. Il lettore è anche fatto di queste incongruenze e incoerenze. Sarebbe bello poter filmare il proprio essere lettori. Chissà quante sorprese accumuleremmo su noi stessi.

3 commenti:

Unknown ha detto...

che dire? mi trovi d'accordo al 100%. Anch'io ho le mie manie e le mie avversioni (es: Coehlio, Allende e Mazzantini), ma divoro tutto quello che mi capita tra le mani. Però è ovvio che un lettore si vesta un po' da critico. Io, come lettore CHE HA LETTO IL LIBRO (perchè mi sono trovata a discutere di libri con alcune persone e poi chieder loro:- "Ma scusa, ma l'hai letto?" e sentirmi dire:- "No, ma l'autore di solito fa così"... e io alzavo bandiera bianca e me ne andavo), dica la mia.
Ciò detto, baci e buon week end!

Matteo ha detto...

Ciao Laura:-) Si diciamo che ho espresso i miei fastidi forse in maniera un po' troppo decisa e rigorosa. Non volevo dare idea di intolleranza, ecco. Per esempio quando dico che non condivido molto la veste di critici letterari dei lettori, è una considerazione che volevo fosse piu' relativa, nel senso che è chiaro che è insito nel lettore appassionato una tendenza alla critica come giudizio e analisi del libro che si legge. Mi infastidisce una carica esagerata di critica che alcuni lettori manifestano. Auguro anche a te un buon weekend:-)))E buone letture, ovviamente:-)

Unknown ha detto...

concordo.
Il mio week end sarà a studiare (martedì esamone di nutrizione ed alimentazione)...
Baci!