
Cartoon Club e Festival Internazionale del Cinema d’Animazione e del Fumetto di Rimini, in collaborazione con il Comune di Rimini, Progetto Educazione alla Memoria, hanno organizzato una splendida esposizione, con tanto di possibilità di reading di gruppo aperto anche e soprattutto alle scuole, inerenti la Shoah nel fumetto. “LACRIME, LUPI E TRAGICI TOPI. COME I FUMETTI HANNO RACCONTATO LA SHOAH”, titolo eloquente e piu’ che mai drammatico, perché tragicamente serio è stato il massacro umano realizzato dalle macchine di morte naziste.

Per molti che han vissuto quei momenti drammatici, è quasi impossibile raccontare quelle esperienze che hanno forzatamente cambiato le loro esistenze (non solo di chi non c’e’ piu’ ma anche di chi ha avuto il privilegio di sopravvivere, ma a che prezzo, ci si chiede). Ci si blocca ancora prima di entrare nell’ordine delle idee di ricostruire quegli istanti, ciascuno sembrava durare secoli eterni. Figurarsi la fatica psicologica nel raccontarli.

Libri, film e quadri: tante opere di arte diversa hanno voluto fare da testimoni in prima linea dell’Olocausto, e perché mai non puo’ riuscirci il fumetto (o graphic novel)?
La piccola mostra, in essere dal 9 gennaio e che vedrà la sua chiusura il 30 gennaio, vede esposte strisce e copertine di diverse opere albi, seriali o vere e proprie graphic novel, affiancati da commenti e frasi chiave che il curatore (Davide Barzi) ha scelto con grande cura. Si leggono e si osservano in accompagnamento a quelle immagini di terrore che oggi accompagnano un po’ tutti e che hanno inferto ferite profondissime anche chi non sa cosa voglia dire quel periodo storico.

Tra le graphic novel da ricordare certamente Maus di Art Spiegelmann, opera biografica del vissuto del padre dell’autore, Auschwitz di Pascal Croci caratterizzato da grande pathos e una profonda documentazione storica, Yossel April 19, 1943 di Joe Kubert, con tavole a matita di grandissimo impatto emotivo. La metafora degli animali per raccontare l’Olocausto trova terreno fertile anche negli anni ’40 nel volume “La Betè est morte” , in cui Francois Calvo fa diventare Hitler un lupo. Ma c’e’ anche spazio per i bambini, ad esempio attraverso la STELLA DI ESTHER di Eric Heuvel: insegnare anche ai bambini, senza ipocrisia e senza nascondere loro la verità, è un altro dovere. Certo, con i mezzi e le parole giuste, ma senza far finta ai loro occhi che nulla sia successo.

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