Il termine SALC, coniato da i CORPI FREDDI, sta per Sindrome Acquisti Libri Compulsiva.
Ovvero, una dipendenza che annienta ogni difesa immunitaria del portafoglio, ovvero una forza irresistibile che colpisce dal di dentro e pertanto il peggior nemico da affrontare. Perché ti bracca, ti pedina, ti riempie di adrenalina in fase di avvicinamento a una libreria, il nemico è radicato nel lettore e si avvale dell’alleanza corruttrice con la passione che riduce al suo servizio ogni genere di razionalità fino a schiacciarla.
I lettori spesso tirano fuori la scusa, o un’autogiustificazione che ormai regge ancora per poco nonostante abbia verità e credibilità, del fatto che si spende per libri e in fin dei conti spendere per i libri significa spendere per la cultura e spendere per la cultura è sicuramente meglio che spendere per altre cose, e quindi spendere per la cultura significa investimento oculato e ragionato. Già, ormai si è sentita un’indicibilità di volte questa giustificazione tant’è che giunti a una ripetitività del genere dell’alibi al movente dovrebbe essere riconosciuto ufficialmente come “la scusa del lettore”. Una sorta di alibi inattaccabile per disegnare il delitto perfetto. E avere la coscienza pulita, soprattutto con se stessi.
Uomini che amate le donne che leggono: quando dicono “vado a fare la spesa all’Esselunga”, iniziate a insospettirvi. Pensate forse che il primo scaffale a cui accorreranno sarà quello della carne, del pane, dell’affettato, delle uova e del latte? Ma certamente no. Libri e riviste, si compra il passatempo e lo svago anche nei supermercati. La SALC è una “malattia” sempre piu’ in espansione, contagiosa solo per chi ha un codice genetico già destinato e predisposto a una passione inconfondibile per il libro che regala svago, informazione e conoscenze, un’immaginario che a volte si fatica a scindere dalla realtà, ma permette anche sfogo, consolazione, distrazioni da un soffocamento sociale che rischia di annientare la persona.
Quando si è in libreria, ci si guarda attorno ed è bello sentirsi in compagnia di persone che sai che hanno la tua stessa passione, è bello quando nelle piccole librerie si vedono parecchi scontrini battuti, gente che non riesce a stare in equilibrio sulle due gambe per la pila di libri che ha in mano accatastato l’uno sopra l’altro fino a quasi essere superato in altezza. Comprare, comprare, comprare, si hanno liste di arretrati interminabili a casa, ma si compra ugualmente perché forse anche nell’acquisto stesso del libro c’e’ passione: il rituale di andare in libreria, entrarci, vagare per molto tempo in mezzo a scaffali, leggere le trame, spostarsi da una sezione all’altra e tirare su qualcosa e pagarlo senza uscire a mani vuote, forse è un’esperienza irrinunciabile per il lettore. L’uscire a mani vuote da una libreria è quasi una sconfitta con se stessi. Ecco cos’è l’acquisto compulsivo. E’ l’istinto ad acquistare. Una bomba, difficile da disinnescare.
3 commenti:
Ah, io ho comprato anche in chiesa dopo messa!!!
UN IMMAGINARIO.. senza apostrofo...
Io ci credo
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