La SALC (Sindrome Acquisto Libri Compulsivo)

venerdì 22 gennaio 2010

Il termine SALC, coniato da i CORPI FREDDI, sta per Sindrome Acquisti Libri Compulsiva.

Ovvero, una dipendenza che annienta ogni difesa immunitaria del portafoglio, ovvero una forza irresistibile che colpisce dal di dentro e pertanto il peggior nemico da affrontare. Perché ti bracca, ti pedina, ti riempie di adrenalina in fase di avvicinamento a una libreria, il nemico è radicato nel lettore e si avvale dell’alleanza corruttrice con la passione che riduce al suo servizio ogni genere di razionalità fino a schiacciarla.

I lettori spesso tirano fuori la scusa, o un’autogiustificazione che ormai regge ancora per poco nonostante abbia verità e credibilità, del fatto che si spende per libri e in fin dei conti spendere per i libri significa spendere per la cultura e spendere per la cultura è sicuramente meglio che spendere per altre cose, e quindi spendere per la cultura significa investimento oculato e ragionato. Già, ormai si è sentita un’indicibilità di volte questa giustificazione tant’è che giunti a una ripetitività del genere dell’alibi al movente dovrebbe essere riconosciuto ufficialmente come “la scusa del lettore”. Una sorta di alibi inattaccabile per disegnare il delitto perfetto. E avere la coscienza pulita, soprattutto con se stessi.

Solo un lettore puo’ comprendere questa schizofrenia che acceca ogni buonsenso, ogni riflessione, ogni coscienza quando si è all’interno di una libreria. E’ vero, ormai i libri si trovano dappertutto, perfino alle poste, poco ci manca che li vendano pure nelle farmacie. E quindi ogni luogo, anche quello piu’ impensabile fino a non molto tempo fa, è un diavolo tentatore che si presenta sul palcoscenico improvvisando: come una macchina da presa che gira a 360 gradi, anche il lettore girandosi potrebbe annusare odore di libro e puzza d’acquisto ovunque. Perfino in autogrill, dove ci si ferma per benzina e per svuotare la propria vescica che urla disperata di darle retta, c’e’ una sorta di incontro inevitabile col libro. E nascono i guai: come nascondere l’ennesimo acquisto libresco a mio marito che mi sta aspettando in macchina? Come spiegargli che si è riusciti ad acquistare libri anche in autostrada? La frenesia della colpa commessa ti rapisce quasi dovessi nascondere il corpo di una persona assassinata con le tue stesse mani alla polizia sulle tue tracce, e pensi dove potresti nascondere il tuo ultimo trofeo conquistato. Dipende dalle dimensioni: un superpocket? Anche nelle calze, un cartonato gigantesco della mondadori? Ecco quello è ben piu’ difficile da farlo passare inosservato. Anche a un marito distratto.

Uomini che amate le donne che leggono: quando dicono “vado a fare la spesa all’Esselunga”, iniziate a insospettirvi. Pensate forse che il primo scaffale a cui accorreranno sarà quello della carne, del pane, dell’affettato, delle uova e del latte? Ma certamente no. Libri e riviste, si compra il passatempo e lo svago anche nei supermercati. La SALC è una “malattia” sempre piu’ in espansione, contagiosa solo per chi ha un codice genetico già destinato e predisposto a una passione inconfondibile per il libro che regala svago, informazione e conoscenze, un’immaginario che a volte si fatica a scindere dalla realtà, ma permette anche sfogo, consolazione, distrazioni da un soffocamento sociale che rischia di annientare la persona.

Quando si è in libreria, ci si guarda attorno ed è bello sentirsi in compagnia di persone che sai che hanno la tua stessa passione, è bello quando nelle piccole librerie si vedono parecchi scontrini battuti, gente che non riesce a stare in equilibrio sulle due gambe per la pila di libri che ha in mano accatastato l’uno sopra l’altro fino a quasi essere superato in altezza. Comprare, comprare, comprare, si hanno liste di arretrati interminabili a casa, ma si compra ugualmente perché forse anche nell’acquisto stesso del libro c’e’ passione: il rituale di andare in libreria, entrarci, vagare per molto tempo in mezzo a scaffali, leggere le trame, spostarsi da una sezione all’altra e tirare su qualcosa e pagarlo senza uscire a mani vuote, forse è un’esperienza irrinunciabile per il lettore. L’uscire a mani vuote da una libreria è quasi una sconfitta con se stessi. Ecco cos’è l’acquisto compulsivo. E’ l’istinto ad acquistare. Una bomba, difficile da disinnescare.

3 commenti:

Martina S. ha detto...

Ah, io ho comprato anche in chiesa dopo messa!!!

Romana Russello ha detto...

UN IMMAGINARIO.. senza apostrofo...

Anonimo ha detto...

Io ci credo