Copertine che passione...Ciak si gira, 4

mercoledì 15 luglio 2009


Ci sono libri che hanno una copertina bellissima il cui contenuto pero' non rispetta le aspettative del primo impatto grafico. Ci sono altri libri, il cui contenuto è folgorante ma che si presentano con la copertina della propria carta d'identità un po' sottotono. Altri, e questo è uno dei casi, hanno la fortuna di far vivere due momenti splendidi al lettore: il primo impatto, da cui nasce ogni cosa, scatta sempre quel qualcosa che produce un'altro qualcosa, e poi la vita della lettura stessa.
La copertina già con le immagini è come se stesse già raccontando, ed è in grado di prenderti per mano, guidarti, e immergerti con grande armonia nei diversi racconti che compongono questa indimenticabile raccolta firmata da uno dei geni veri della letteratura mondiale, che è Ray Bradbury.
In realtà, questo è un libro particolare, perchè è proprio l'immagine a farla da padrone. Il tatuaggio, da cui si dipartono i racconti, è un evidente e quanto mai illustre rappresentante dell'immagine, e nei racconti stessi si nota benissimo quanto l'impianto immaginario e immaginifico ricopra un ruolo di prim'attore. La parola che si trasforma automaticamente in immagine. Sembra magia, non lo è. E' potere di chi sa scrivere in un certo modo e trasmettere a chi legge certe esperienze. E in ben pochi sanno dar vita a momenti, impagabili, come questi.
Come in nessun altro libro da me letto, c'e' questo feeling copertina-contenuto, l'uno rimanda immediatamente e viceversa. E nel momento in cui ci si puo' prendere una piccola pausa dalla lettura o nel momento in cui si apre o si chiude il libro, ecco che lettura inizia o termina o prosegue anche nel momento in cui si osserva la copertina. Si potrebbe parlare di ipnosi ma siccome l'ipnosi viene generalmente, e comprensibilmente, vista come un'azione non certo positiva, preferirei parlare di vissuto ultradimensionale.

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