Libri usati

martedì 14 luglio 2009


Libri nuovi di zecca, senza un graffio, addirittura incelofanati e vergini che piu' vergini non si puo' o libri usati, che mostrano la loro vita vissuta con copertine spiegazzate, libro un po' deformato rispetto alla sua forma iniziale, pagine sgualcite? Bel quesito. Tutto viene reciclato, nulla viene buttato. Giustamente. A maggior ragione i libri. Ed ecco i Libraccio e altre catene di negozi addetti al salvataggio dei libri e alla loro rivendita a famiglie che vorranno prendere cura di loro. No, sto trattando il tutto come se ci fosse di mezzo un cane o un bambino. Nulla di tutto cio', sia chiaro. E' solo che a volte pensare a un libro, che è nato, e che per nascere ci è voluta un po' di vita di chi l'ha scritto, vederlo finire in un cassonetto e poi pensarlo bruciato, mi fa venire rabbia. Rabbia anche solo per una parola che verrà cancellata. I libri vanno fatti vivere in eterno, perchè in loro è già presente l'immortalità. Le case editrici lanciano continui gridolini infastiditi a riguardo. Storciono il naso. Ma la gente continua a confermare coi fatti che quello della vendita e acquisto dei libri è una strada da percorrere per evitare il ricatto di prezzi decisamente esorbitanti che pongono in dover essere una scelta ben ponderata se acquistare o meno quel libro, seppur tanto bramato.
E allora, vediamo cosa dice Erri De Luca nel suo "TRE CAVALLI" a proposito dei libri usati:


Leggo solo libri usati.I libri nuovi sono più petulanti, i fogli non stanno
quieti a farsi girare, resistono e bisogna spingere per tenerli giù. I libri
usati hanno le costole allentate, le pagine passano per lette senza tornare a
sollevarsi.Leggo i libri in fine di esercizio ... leggo gli usati perché le
pagine sfogliate e unte dalle dita pesano di più negli occhi, perché ogni copia
di libro può appartenere a molte vite e i libri dovrebbero stare incustoditi nei
posti pubblici e spostarsi insieme ai passanti che se li portano dietro per un
poco e dovrebbero morire como loro, consumati dai malanni, infetti, affogati giù
da un ponte insieme ai suicidi, ficcati in una stufa d'inverno, strappati dai
bambini per farne barchette, insomma ovunque dovrebbero morire tranne che di
noia e di proprietà privata, condannati a vita in uno scaffale.

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