Best seller

martedì 23 giugno 2009

Un best seller o bestseller è un libro di grande successo commerciale nel breve periodo (letteralmente l'espressione inglese significa "che vende meglio"). Lo sviluppo di tale fenomeno è collegato soprattutto alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa, che attraverso la pubblicità diretta e indiretta permettono di diffondere rapidamente l'interesse per un'opera. In assenza di questo fattore, si possono avere vendite consistenti distribuite su lunghi lassi di tempo (persino secoli); si parla allora di long seller (appartengono a questa categoria classici come Moby Dick o testi sacri come la Bibbia).

Wikipedia

Quando si è lettori, forse bisognerebbe pensare meno e ragionare ancora meno e leggere di piu' facendo partire in pole il proprio istinto anzichè il resto dei pensieri che, in lettori riflessivi e forse esageratamente riflessivi come il sottoscritto, sono una rovina. Chiedersi troppi perchè, farsi troppe domande è un'operazione quasi snob, elitaria, e spesso e volentieri, una gran perdita di tempo. Quante volte grazie a questa mia eccessiva riflessività, ho evitato libri che poi ho letto successivamente e mi sono piaciuti moltissimo? E quante volte ho negato un libro alla mia lettura causa una riflessione troppo prolungata su diversi elementi su cui mi sono interrogato? Una di queste mie domande, che mi faccio, e forse appaio davvero snob e "classista", è: un best seller è un libro di qualità o il classico pozzo profondo nel quale attirare la gente promettendo qualità solo in base ai numeri che circolano dalla propria parte? Il best seller è solo numeri o c'e' qualità? Cio' che tutti leggono, che vediamo sistematicamente nelle top ten di vendite su siti e giornali, è di una certa qualità, se possibile un minimo oggettiva, o è una lettura che ha semplicemente saputo schiacciare determinati tasti entrando con enorme successo nei gusti della gente? E' solo tentativo demagogico di trovare per forza risposte a una domanda?
E' il libro che vende meglio. Giusto. Non necessariamente la bellezza, che non dimentichiamoci è il giudizio piu' personale e meno discutibile oggettivamente a livello assoluto, in quanto è strettamente legato e correlato al gusto individuale, è sinonimo di vendita e successo di vendite. Fare esempi in questo senso, è un'esercizio del tutto personale e non ha certo quella validità generale che merita una discussione che si propone di ricercare elementi di obiettività. Forse, già in partenza questo mio messaggio non è obiettivo. E allora, cerchiamo di renderlo piu' vicino a esserlo: ci sono libri che al momento della loro uscita, nel momento storico in cui hanno messo piede al mondo, o sono stati snobbati o sono stati aspramente criticati (e la critica, a volte, non ha un valore per forza negativo, perchè comunque una certa importanza al tema della critica, viene data perchè ne viene almeno riconosciuta l'esistenza e la capacità di far comunque parlare di sè). Questi libri negli anni sono poi diventati best seller, o long seller, pur non riscontrando un successo immediato. E' altrettanto fondamentale, fare una doverosa distinzione: best seller è un'etichetta quanto mai lontana possa essere dal termine "classico". Lo sottolineo perchè ho letto da qualche parte che Revolutionary Road è stato appellato proprio come best seller dopo l'uscita del bellissimo film di Sam Mandes. In realtà è un semplice classico contemporaneo (riconosciuto come tale da pochi, critici e appassionati lettori, per la verità e ai tempi piuttosto snobbato e emarginato) americano. Anche se ufficialmente non gli viene concessa questa considerazione. Che meriterebbe. Un altro esempio è IL SIGNORE DEGLI ANELLI, negli anni immediatamente successivi alla sua pubblicazione ha riscontrato indifferenza e poi successivamente una marea di critiche, forse perchè anti-tutto di quel periodo e troppo innovativo e anticipatore della società che doveva ancora arrivare, che si sarebbe poi sentita anch'essa messa in discussione da un'opera scritta decenni e decenni prima. E ISDA è innegabilmente un classico. Anche un long seller?
Harry Potter, per arrivare ai giorni nostri è un best seller?
Partendo dal fatto che nessuno puo' mettere sul tavolo il gusto altrui facendogli l'autopsia e redigere una serie di considerazioni che sanno di giudizi incontrovertibili e oggettivi, io trovo che il best seller sia in generale un qualcosa di molto piu' legato alla sfera economica che non a quella letteraria, già il termine denota una profonda simbiosi con i soldi e i guadagni. Già il fatto che faccia riferimento a un altro elemento chiave, qual è il BREVE TERMINE, fa pensare a qualcosa di effimero, che a lungo andare possa svanire e negli anni il suo ricordo possa sfumarsi, se non addirittura svanire del tutto. Puo' darsi che sia io a sbagliarmi, non affermo certo il contrario. E' che io di solito appena leggo sulle copertine best seller di qua e best seller di là, ci vado sempre un po' con le pinze, forse usando pregiudizio, forse ripeto, dando retta troppo alle mie convizioni che dovrebbero essere un po' smollate, un po' piu' flessibili.
Best seller pero' sono anche TI PRENDO E TI PORTO VIA di Ammaniti, che ho adorato, L'OMBRA DEL VENTO che ho adorato, MIDDLESEX di Eugenides, che ho adorato. Insomma, potrei autosmentirmi da solo, se vogliamo. E fare una figuraccia. Forse sono io che ho questa infinita necessità di fare ordine e categorizzare anche quando non ce n'è bisogno. Per quale interesse personale poi? Sono un bastian contrario? Uno snob? Potrebbe essere la prima immagine che do di me a chi mi conosce poco o nulla.
E allora, che fare? Considerare i best seller come libri da leggere sotto l'ombrellone (manco che fosse una vergogna e da sfigati leggere sotto l'ombrellone) o che possano al di là dei numeri che li rendono diversi dagli altri, apportare anche un certo interesse culturale? Argomento troppo lungo di dispiegare del tutto. Sarebbe interessante farlo attraverso una lunga discussione nel quale opinioni e punti di vista diversi entrano in contatto e si confrontano. Perchè se è vero che chi guadagna ha ragione, è anche vero che chi guadagna non è vero che ha sempre ragione. Dipende dai punti di vista. Faletti ci insegna una cosa: anche se non si è fenomeni, anche se si è apramente criticati, riuscire a entrare nel cerchio motore del successo piacendo alla gente e trovando uno sparring partner potente e micidiale come la pubblicità e i media, significa avere ragione anche quando probabilmente non la si ha, per molti. Ma finchè, all'accusa di non essere un buon scrittore (e sarebbe la critica piu' leggera tra le tante) si risponde con i numeri, giustamente chi deve difendersi ha sempre un motivo per sentirsi, se non con la coscienza, ma con la propria presenza si, al riparo.

Si possono distinguere due tipologie di best seller:
Best seller di
qualità: nasce come opera d'arte e ha grande successo per motivi che non sono
controllabili; non è un prodotto del momento, ed è destinato in genere a
diventare un classico e un long seller. Un esempio può essere
Siddharta
di
Hesse, o
prima ancora
I dolori
del giovane Werther
di Goethe
Best seller di consumo: libro creato ad hoc per raggiungere molto pubblico.
Ogni dettaglio, dalla veste grafica accattivante al costo contenuto, viene
studiato per consentire la più ampia accoglienza possibile da parte del mercato.
Si tratta in genere di un
romanzo di facile
lettura (
fast
book
), spesso legato a fenomeni culturali del momento, e talvolta
associato abbastanza direttamente a una trasposizione filmica. Esempi recenti
sono i romanzi
chick lit come Il diavolo veste
Prada
.
In Italia il fenomeno dei best seller si è affermato a
partire dagli inizi degli anni '60, con i cosiddetti "best seller all'italiana"
(ad esempio
Il
giardino dei Finzi-Contini
di Bassani).
Celebri best seller italiani divenuti tali anche in molti paesi esteri sono
stati
Il nome della
rosa
di Umberto Eco e,
negli anni '90,
Va dove ti
porta il cuore
di Susanna
Tamaro
.

Questa esauriente (o a me sembra tale) definizione della suddivisione della categoria best seller potrebbe illuminare ulteriormente discussioni a riguardo. E per me la discussione si farebbe sempre piu' interessante. Ognuno avrebbe parecchio da dire e chissà che alla fine, partendo da posizioni diametralmente opposte, non si riesca a giungere tutti a Roma, anche partendo da strade diverse ma visto che tutte le strade portano a Roma...

2 commenti:

Matteo ha detto...

Prova, prova, prova

Martina S. ha detto...

Prova... se funziona, dopo ti scrivo un commento 'vero'