Maus, La storia raccontata a matita

mercoledì 17 giugno 2009



Dopo fotografia, cinema, documentari, saggi storici, diari, Spiegelman ha scovato un nuovo tipo di mezzo di comunicazione dell'informazione, da mettere a disposizione di noi lettori, per raccontare l'Olocausto.

Raccontare la storia attraverso il fumetto, la realtà attraverso una matita su un foglio bianco da riempire. Si puo'? Non si puo'? E' fattibile e coerente un'operazione di incastro del genere? Si svaluta cosi' facendo il tema trattato banalizzandolo o lo si celebra ancora di piu' configurandolo come un momento della storia che va continuamente letto e rieletto per coglierne anche i piu' piccoli momenti per non dimenticare ma anzi, per rafforzare il sentimento di appartenenza al sentimento del dolore? E' un capolavoro perchè permette di porsi tantissime domande, il piu' delle volte senza risposta. E' un capolavoro anche perchè racconta un momento della storia cosi' devastante e antiumano, con la poesia delle piccole cose, con il racconto di momenti assolutamente intimini vissuti tra migliaia e migliaia di persone. Si, perchè nei campi di concentramento si era in tanti, tantissimi, uno stipato sull'altro e contro l'altro da far mancare quasi l'aria da respirare, ma era anche il momento in cui ci si è sentiti soli come non mai, alieni e alienati della vita, accompagnati solo e unicamente dalla sensazione di neutralità dei propri sentimenti che si fanno sempre via via piu' sfumati tanto da non accorgersi piu' della loro esistenza, della nullità della propria essenza, messa cosi' a nudo dalla violenza alla dignità della persona praticata con ferocia e con implacabilità dai tedeschi. E' un libro che ripercorre la sopravvivenza del padre dell'autore, ad Auschwizt, del racconto in prima persona degli orrori subiti ma soprattutto visti subire dagli altri che sono scomparsi.Mette a durissima prova la pelle d'oca del lettore il resoconto portato avanti, su richiesta del figlio, con sofferenza nei suoi ricordi, da Wladek Spiegelman che ritorna a quei giorni, a quei mesi e raccontando quasi come se fosse ancora sul posto, via via gli compaiono davanti agli occhi particolari agghiaccianti che forse sono ancora piu' agghiaccianti delle grandi infamie praticate dall'esercito della morte di Hitler. L'utilizzo di animali per impersonificare i vari personaggi nel graphic novel (gatti=tedeschi, topini=ebrei, cani=americani) rimanda un po' a "La fattoria degli Animali" orwelliana ed è una trovata artistica decisamente interessante da parte dell'autore. Ci si è sempre relazionati all'argomento con grande passione ma sempre o attraverso le sole parole o attraverso le sole foto che ci sono pervenute, mai attraverso un dosaggio sapientemente mescolato di parole e immagini (disegnate). Il valore storico si va ad aggiungere a quello artistico (che è notevole) perchè spesso si pensa che il disegno abbia una sua dimensione, per cosi' dire, leggera e vada utilizzato in funzione di qualcosa che deve distrarre, divertire, far sognare, immaginare. In questo caso il disegno è vivo, tremendamente vivo, nel suo ruolo di co-protagonista narratore di un qualcosa che è troppo piu' grande di tutto per aver la presunzione di poterlo raccontare in tutto e per tutto con una visione di insieme che pretende di saper spiegare tutto a tutti. Il disegno diventa allora un tentativo di smorzare questa pretesa e di avvicinare il lettore con la sua curiosità e la fame inesauribile di capirne qualcosa in piu', a un resoconto parziale di quello che è stato senza retorica o luoghi comuni ma porgendo semplicemente un'esperienza vissuta in prima persona da un sopravvissuto, raccontato per mezzo di un altra persona, il figlio, che ha voluto condividere con tutti noi questo bene prezioso enorme che è stata la testimonianza della sopravvivenza dal piu' enorme massacro della storia. Pelle d'oca, ma anche lacrime mi ha procurato questa intensissima e commovente lettura. Penso che vada fatto leggere al liceo, perchè nei ragazzi oggi manca ancora la consapevolezza di cio' che abbia voluto dire e voglia ancora dire tuttoggi, cio' che è accaduto in quegli anni.

2 commenti:

Scéf ha detto...

che bel layout heheh
comunque Mauss secondo me dovrebbe entrare come libro di testo nelle scuole. Davvero fantastico! bravo matteo :)

Matteo ha detto...

Eh se imparassi a farli anch'io dei templates...sarei piu' contento. Comunque adoro le moleskyne.
Grazie per la visita.
Diciamo che ad oggi è un blog che è nato per me stesso, vediamo le visite che riusciro', se mai riusciro' ad accumulare, nel tempo. Staremo a vedere. Quando apri sta redazioneeeeeeee che scappo subito per Roma e vengo li ad abitare? ahahahahha.