Saramago risponde alla decisione dell'Einaudi

domenica 21 giugno 2009



La casa editrice italiana Einaudi, proprietà di Silvio Berlusconi, non pubblicherà “Il quaderno” in quanto contiene critiche dirette al primo ministro italiano e magnate della comunicazione. Cosa ne pensa di questa decisione?

Prima o poi sarebbe dovuto accadere. Berlusconi è padrone e signore di Einaudi, era scontato che avrebbero preso una decisione contro l’impertinente scrittore che gli crea seccature. Bisogna ammettere che gli editori non potevano far altro che obbedire agli “ordini” del despota. I loro posti di lavoro sarebbero stati in pericolo se avessero deciso di pubblicare “Il quaderno”. Come minimo il giorno dopo si sarebbero ritrovati in mezzo a una strada.

Cosa accadrà con l’edizione italiana de “Il quaderno”?“

Il quaderno” sarà pubblicato in Italia dalla casa editrice Bollati Boringhieri che, grazie alla sua disponibilità, è diventata la mia nuova casa editrice. Per quanto riguarda Einaudi, non ho nulla contro gli editori, piuttosto contro il proprietario dell’azienda.

Come sta andando l’avventura da blogger che ha intrapreso lo scorso mese di settembre?

Meglio di quanto avrei potuto immaginare. Mi colpisce in particolare la velocità di risposta dei lettori e la sincerità che esprimono, come se fossimo tra colleghi…

Che sensazione prova nel vedere raccolti ne “Il quaderno” i testi che ha scritto per il suo blog?

Mi risulta un po’ strano. Io non stavo scrivendo un libro, ed ecco che il libro appare, fatto e finito come se fosse stato progettato. La sensazione è che un’altra persona, che non sono io, abbia scritto queste pagine. Anche se quando le leggo non solo le sento mie ma penso anche che, come ho scritto sulla quarta di copertina, abbiano in qualche modo illuminato il cammino di giorno in giorno.

Come blogger, che funzione attribuisce ad Internet nello scambio di opinioni? Ha cambiato idea sulla rete?

In questo momento credo che Internet abbia soltanto sfiorato la superficie di un auspicabile scambio di opinioni. Tutti credono di avere idee e rifiutano le gerarchie di pensiero che, lo vogliamo o no, esistono. La conclusione, quindi, è che tutto è uguale a tutto, si confondono i ruoli e il concetto di autorità. Ma si tratta di una confusione iniziale, il caos è un ordine da decifrare e anche in rete arriverà il giorno in cui si riuscirà a non confondere pan per focaccia.

Per il resto dell'intervista, cliccare su:

http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=43100&idsezione=3

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