Racconto o Romanzo?

domenica 21 giugno 2009

Io fino a poco tempo fa a questa stessa domanda, "preferisci il romanzo o il racconto" non avrei avuto alcun dubbio ad accendere e confermare la prima opzione. Ora, devo dire, il racconto mi sta dando enormi soddisfazioni di lettura. Yates con 11 solitudini è stata folgorazione, la mia iniziazione al racconto, poi ho letto Kevin Canty ed è stata pura magia, contatto amoroso di una romantichereria indimenticabile, scrittura di una delicatezza da brividi, poi ho letto Carver e il mondo mi sembrava che mi girasse attorno in miniatura e potessi scorgere tante piccole vite di milioni di persone tutte assieme nel loro svolgimento quotidiano affiancando le singole anime in perpetuo movimento e sempre costrette a operare scelte, riuscendo anche a penetrare negli appartamenti , quasi come se si stesse giocando alla Lego ma in movimento e dotata di vita.Ho letto anche diversi racconti di Ray Bradbury (L'uomo Illustrato è un capolavoro che rivaluta l'uomo in maniera eccezionale, descrivendone la natura anche in termini addirittura poetici). Ho poi letto anche Fitzgerald, e i suoi I RACCONTI DELL'ETA' DEL JAZZ, racconti meravigliosi di una sensibilità di penna e di racconto dei sentimenti e dello stato umorale dei suoi personaggi, precari, deboli, sognatori, o coraggiosi che siano, incredibile . Ho da leggere ora ancora Carver, D'Ambrosio, Mary Robison, Ali Smith, David Leavitt e altri ancora e davvero si è innescata un certo feeling importante tra me e il racconto. E' capitato che un racconto di pochissime pagine mi abbia dato molto di piu' di un romanzo. Il racconto, quello di qualità, riesce a farti suo in pochissimo tempo, conquistarti in ancor minor tempo, immergendoti (per forza di cosa) a tempo record nei personaggi e nelle loro vicissitudini. E mi piace questo rapimento fulmineo che un racconto è in grado di mettere in azione nei confronti del lettore. E' una bellissima sensazione sentirsi rapiti. Dura poco ma è intensissimo. Ma puo' anche darsi che possa durare per molto piu' tempo.Il sapore di un racconto letto e piaciuto rimane a inebriare i propri sensi, o almeno a me capita solitamente che sia cosi'.

Il romanzo è inevitabilmente piu' lungo, caratterizzato da una penna diversa, da esigenze di scrittura diverse con durata dei periodi diversa, e piu' idee attorno a cui sviluppare la trama, con una maggiore possibilità, almeno in linea teorica, di sviluppare in maniera piu' completa i personaggi, attraverso intrecci piu' complessi.
Nel racconto tutto gira attorno a un'idea chiave, che è centrale, pochi personaggi, non esistono molti intrecci, c'e' spesso un'unica trama che ruota attorno a un evento principale.

Ma è possibile definire cosa dia piu' l'uno e cosa l'altro? Io credo che sia un'operazione a livello oggettivo, impossibile da espletare. Anche nel racconto esiste il genere e il carattere peculiare e assolutamente personale e di stile dell'autore, pari pari a quanto accade nel romanzo.
E' piu' complesso scrivere un romanzo o un racconto? Entrambi secondo me, perchè se nel primo è fondamentale costruire una storia che abbia una coerenza e una certa organicità per le molte pagine entro cui si svilupperà (ed è come vivere un'altra vita, nella propria immaginazione), nel racconto è assai complicato il lavoro di sintesi, dell'immediatezza delle descrizioni e di cio' che si vuole passare al lettore. Il rischio è quello di non giungere a capo di nulla e apparire come opaco, insapore, sconclusionato. Oppure viceversa, di mettere troppa carne sul fuoco in poche pagine creando una sorta di inflazione di pensieri, messaggi e informazioni che il lettore deve accumulare a recepire. Chi scrive un racconto, secondo me, deve essere molto attento e molto disciplinato, forse piu' che in presenza di uno scrittore di romanzi.
Secondo Edgar Allan Poe,autore cui la nostra idea di racconto deve molto, la narrazione breve è uno degli strumenti con cui gli autori davvero geniali possono esprimere al meglio la potenza della loro capacità di raccontare.
Questo perché il racconto consente al lettore una unità di impressione che gli permette di essere
completamente immerso nella storia, senza pause e senza lasciarsi disturbare da elementi esterni.
Autori come Hemingway, Cechov, ora Carver, sono apprezzati tantissimo dai giovani. Giovani che sembrano forse apprezzare di piu' il racconto rispetto al romanzo.
Alcuni sono dell'idea pero' che il racconto sia troppo manipolabile dall'autore stesso, ovvero che decida lui stesso quando interrompere la storia, a suo piacimento, magari lasciando a bocca asciutta il lettore che si aspettava anche dell'altro. Secondo altri, poche pagine non sono abbastanza per entrare nella storia e affezionarcisi. Per alcuni il racconto è è come un cioccolatino. Mangi e godi sul momento. Per alcuni il romanzo è decisamente la forma letteraria madre della letteratura stessa, molto piu' della poesia e della prosa breve.
E dei romanzi brevissimi? E se fossero catalogabili come racconti? E viceversa, i racconti lunghi non possono passare anche per romanzi?
Nel racconto dai piu' continuità alla lettura, perchè inizi e termini la lettura in un arco temporale cosi' breve da avere ancora in testa il filo della storia che hai vissuto in un unico tratto autostradale senza soste e caselli. Con la lettura di un romanzo, specie di un tot numero di pagine ci sono piu' tempi e piu' momenti di lettura, col rischio che l'umore un giorno, rumori circostanti in determinati momenti, rischiano di incidere sul modo in cui vivi la trama che stai leggendo. E allora, romanzo o racconto? Io, nel dubbio, mi metto nel mio zaino tutto quanto. Dipende dai momenti e dalle mie esigenze del momento. Magari, nel caso, anche leggere contemporaneante romanzo e racconto, perchè no?

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