La copertina nei libri

domenica 7 giugno 2009


"Dimmi che copertina hai e ti diro' che libro leggi" , vale, non vale?
Quanto l'aspetto grafico incide nella scelta di un libro e quanto l'aspetto grafico coincide con la bellezza della parola scritta e della storia narrata?
Dietro la scelta di una copertina c'e' tutta una serie di punti da rispettare, o quantomeno, da tener conto.
Dal titolo, al sottotitolo, al font, al colore, fino all'immagine. Tutta una serie di decisioni che si avvalgono della specificità di professioni dedite proprio alla creazione di cio' che, almeno a prim'acchito, rappresenta il primissimo contatto tra lettore e libro.
E' una discussione complicata, perchè non esistono regole o leggi che indicano la bontà di una scelta piuttosto che dell'altra o che consigliano al lettore una certa confidenza e fiducia nella copertina o diffidenza e timore di fregata. Forse una via di mezzo, la classica via di mezzo sarebbe il consiglio che piu' si avvicina all'azzeccato.
Ogni casa editrice, investe moltissimo nella veste grafica. E questo conferma quanto importante sia il primissimo vissuto con il libro. Cos è che ci appare per prima cosa? La copertina. E nella copertina cos'è che salta subito al nostro occhio? Immagine, titolo o autore? Ecco, in questo caso dipende. Se un lettore conosce già uno scrittore, è ovvio che la veste grafica passi in secondo piano, anzi in terzo piano rispetto ad autore, per l'appunto, e titolo. Piu' ci si è affezionati a un autore, piu' secondo me la veste grafica ha un minor appiglio su chi decide se acquistare o no un libro. Qualora la conoscenza dello scrittore in questione sia superficiale o nulla, ecco che inevitabilmente scalano posizioni molto importanti l'effetto immagine e l'effetto titolo. A volte, il titolo puo' anche essere piu' incisivo di una copertina formidabile. L'effetto parola riesce ad aver un maggior appiglio dell'effetto immagine o dell'effetto colore. Anche il font del carattere con cui è stampato un titolo ha una sua certa influenza, non trascurabile, anche perchè l'uso di un font piuttosto che di un altro,puo' manifestare chiaramente il genere di un libro.
Quanto poi gli interessi commerciali ci marciano sopra, creando copertine e titoli accattivanti, quando poi il titolo risulta un flop clamoroso? Tantissimi esempi, purtroppo molto spesso per quanto concerne Mondadori, per quanto mi riguarda personalmente. Una sorta di trappolone per il lettore, nel quale è fin troppo semplice scivolare. Consigli per cercare di non inciampare in questa buccia di banana? Almeno dare un'occhiata alla trama non sarebbe male, se non si conosce l'autore. Ma anche qui, i rischi non mancano. O magari, una certa diffidenza del lettore a leggere le quarte copertine che rischiano di scoperchiare e anticipare momenti della storia, frenano anche questa possibilità. E allora? Siamo prigionieri di cio' che la casa editrice vuol far apparire ma che in realtà non sarà? Sbagliare è umanissimo, per carità. La "fregatura" potrebbe anche non essere cosi' maliziosa come l'ho delineata io. Puo' essere anche frutto del caso, ovvero del gusto particolare e oggettivo che ognuno ha e lo contraddistingue per questo. Basti vedere quanto un libro possa scatenare opinioni diverse, anche antitetiche, e dia vita a una serie di discussioni infinite in cui l'uno cerca di esprimere i propri punti di vista all'altra persona, che giudica cio' che ha letto in maniera diametralmente opposta. Fatico a pensare che un'immagine piazzata in prima pagina possa raccontare fedelmente il contenuto. Fatico meno a ritenere invece piu' decisivo il titolo. Che non è altro che una parola chiave che ha un valore centrale nella narrazione. E secondo me ha un valore piu' concreto nella considerazione che debba fare chi si appresta ad acquistare un libro o a rimetterlo sullo scaffale.
Ci sono, pero' e va detto, alcune case editrici che riescono a combinare perfettamente un lavoro grafico con un lavoro di contenute, in spiccioli: grandissimi libri con grandissime copertine, dai grandi titoli. Esempi: Elliott, Minimum Fax, Marsilio, Fazi, Marcos y Marcos, alcune collane dell'Einaudi. E la gestione della veste grafica e del formato dei libri, è un altro parametro che va a costruire la fedeltà di un lettore a una casa editrice piuttosto che a un'altra. Ci sarebbe da fare un'inchiesta a sondaggio a riguardo, per scoprire tanti altri piccoli (ma grandi) dettagli che spingono all'acquisto i lettori e alla loro fedeltà a determinate case editrici. Sarebbe molto interessante.
Decisamente affascinante indagare la storia d'acquisto di libri della gente. Ne scopriremmo sicuramente delle belle. E quasi riusciremmo a stilare addirittura quasi degli identikit.
Io personalmente i libri me li coccolo tra le mani, anche perchè adoro certe copertine, il modo in cui un certo formato ti si scioglie tra le mani, e attribuisco una certa importanza un po' a tutto: Titolo, Autore, Immagine in copertina, casa editrice. Si, perchè anche la casa editrice, che si è costruita un certo tipo di storia tra i lettori o che magari nuova di zecca stuzzica l'interesse del lettore o al contrario puo' venir snobbata perchè poco o per nulla conosciuta ancora, ha un certo ruolo da protagonista da recitare.
Sono solo io che mi innamoro delle case editrici quasi quanto un autore?

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