Si "legge" anche in TV, incredibile ma vero. Da stropicciarsi gli occhi.

mercoledì 24 giugno 2009




In quel mare di cesso merdosa che è diventata e non accenna a fermarsi la TV, una delle poche trasmissioni che ai miei occhi resiste e tiene alto ancora quel bricciolo di onore e di rispettabilità che rimane, lottando nella giungla della mediocrità, nei confronti del piccolo schermo, è senza alcun dubbio PER UN PUGNO DI LIBRI.

Trasmissione unica nel suo genere che parla di LIBRI (si puo' considerare tale anche Benjamin ma è piu' che altro uno speciale del TG1 , settimanale, di una quindicina di minuti), i lettori ne vanno pazzi. Alla guida un grande artista, Neri Marcorè (che ha ereditato la presenza da Patrizio Roversi, 5 anni alla guida della trasmissione), la cui conduzione è apparsa fin dal suo debutto in perfetto stile sobrio, divertente e coinvolgente, l'ideale per attirare spettatori e fare breccia nel cuore della gente. Marcorè è supportato da uno dei piu' grosso calibri in tema di critica letteraria che è Piero Dorfles, una voce di rispetto assoluto nel panorama letterario italiano, giornalista e critico, nonchè responsabile dei servizi culturali del Giornale Radio Rai, per cui ha curato diversi programmi radiofonici di successo, tra cui Il baco del millennio. Già questa scelta è un segnale forte di quanto Rai3 abbia puntato sul libro in televisione. Merita continuamente di essere sottolineata questa scelta, anche perchè è ormai arrivata alla sua 13esima edizione, mica noccioline. 13 anni di successi d'ascolto, 13 anni di spettatori che si inchiodano davanti alla televisione non per i classici quiz che hanno stancato o per gli ormai indigeribili e moltiplicati reality show, ma per vivere quell'ora di trasmissione, ascoltando parlare con leggerezza e ironia, con goliardia e interesse, di libri. Una competizione tra scuole, che devono leggere un libro, affrontare dei quiz e battersi vincendo, portandosi a casa, un certo numero di libri in base ai punti ottenuti. Detto in questo modo sembrerebbe un quiz, ma non lo è affatto. E' una vera e propria trasmissione culturale, perchè l'obiettivo è quello di proporre al telespettatore a casa nuove letture e stimolare il lettore stesso a comunicare con la trasmissione giocando da casa indovinando il libro di cui viene richiesto il titolo a partire da un indizio, il piu' delle volte scervellotico, come direbbe Dorfles per prendere in giro la redazione della trasmissione che si inventa dei veri e propri indizi "irrazionali" per identicare il libro da indovinare che porta a un numero imprecisato di libri vinti da inviare a casa al fortunato-bravo vincitore.

Il nome dei giochi, organizzati dalla redazione del programma, sono:

- Vota Antonio: le classi in gara presentano un breve filmato o una rappresentazione in studio basati sui libri con cui giocano: alla fine Piero Dorfles giudica il migliore;
- Chiedilo a loro: ogni classe riceve una lista di cinque domande, fra le quali bisogna sceglierne tre da porre all'altra squadra;
- Caccia al titolo: i concorrenti devono indovinare il titolo di un'opera letteraria in base agli indizi dati;
- Cinque piccoli indiani: cinque persone per squadra devono determinare a turno la categoria di appartenenza dei nomi che vengono loro sottoposti dal presentatore;
- Due su tre: ogni squadra può scegliere fra tre domande (da cinque, quindici e trenta libri), di crescente difficoltà. La domanda da trenta libri riguarda il libro assegnato all'altra squadra.

Io sono molto affezionato a questo evento domenicale televisivo. Una sorta di isola felice, dell'eccezione che sfida la regola in un ambiente, quello televisivo, che non ha piu' granchè da proporre se non banalità, sboccaggine, volgarità, violenza, gossip. Un appiglio a cui aggrapparsi, per chi, come me, vuole conoscere nuove letture e nuovi autori e sentirsi parte integrante di una famiglia, quella dei lettori, che vogliono la TV anche come mezzo di comunicazione della propria passione, come mezzo di condivisione di un oggetto tanto prezioso e pieno di vita quanto il libro. Lunga vita a questa bellissima avventura nata 13 anni fa e che si spera continui ancora per moltissimo tempo, perchè se c'e' qualcosa di cui risparmiarci sono le parole urlate con volgarità, non quelle lette con passione, a cui non va mai tolta la libertà di esprimersi e comunicare con sempre maggior forza. Anzi, se possibile, andrebbe loro dato sempre maggior spazio. Ma si sa, l'audience e i soldi intascati dalle reti e dai loro dirigenti, è il primo valore, e chi se ne frega se sugli schermi degli italiani passa sporcizia.

http://www.perunpugnodilibri.rai.it/category/0,1067207,1067023-1068752,00.html

0 commenti: