La magia di una libreria rimasta incontaminata

giovedì 11 giugno 2009










Lo scorso anno, a Capodanno, io e la mia dolce metà abbiamo vissuto giorni da sogno autentico a Parigi, la Capitale dell'Amore e, oserei dire, anche dell'Arte, seconda solo alla nostra Roma. Giorni di febbricitante eccitazione da orari strampalati e corse forsennate, attese infinite e incredulità di essere proprio li', nella città della Tour Eiffel, del Louvre, del Musee' D'Orsee', e perchè no, tra le altre tantissime cose, anche di Ratatouille. Fino a quel momento immaginata, sognata, desiderata e in quei momenti era sotto il nostro dominio di volerla conoscere in tutti i suoi aspetti, in tutte le sue sfumature. Eravamo impazziti. Impazziti d'amore per questa città che non è una città, ma un mondo a sè.
E, prima di partire, alla fretta e furia perchè era stato un regalo a sorpresa di Natale, ci siamo concentrati e studiato attentissimamente tutte le tappe che avremmo dovuto immancabilmente e inderogabilmente vivere.
Tra queste, anche se nelle guide ahimè viene in qualche modo resa un'esperienza come le altre, quasi quanto prendere un cappuccio in qualche bar del quartiere Latino, c'è stata la Libreria Shakespeare & Co (37, rue de la Boucherie), gestita ora dalla giovane figlia (Sylvia, beata lei, spero si renda conto che cosa abbia tra le mani,


che patrimonio straordinario ha la fortuna di gestire) dell’originario proprietario, George Whitman, nato in Massachussetts, a Salem.
Questa libreria, storica, è stata frequentata da Hemingway, James Joyce, Francis Scott Fiztgerald, Henry Miller, Jack Kerouac, Ferlinghetti. La storica libreria di Parigi, aperta nel 1951 sorge sopra un’antico monastero e al suo interno si trova un pozzo in cui è tradizione buttarvi una monetina ed esprimere un desiderio.L’aspetto più affascinante è che spesso scrittori (famosi e non) vengono tuttora ospitati nei letti adiacenti agli scaffali e dormono e scrivono all’interno della libreria. E’ imprescindibile una visita.
Impressionante pensare come questo luogo come spazio storico di figure cosi' imponenti nello scenario letterario mondiale, assolutamente incredibile pensare, immaginare che tu ti sieda su quel divano o sedia che anni e anni prima ci si è seduto un mostro sacro del Libro e quasi ti senti a disagio, quasi non vorresti sporcare con la tua presenza quell'atmosfera di intoccabilità che si respira con tutti i sensi. Assolutamente stracolmo di libri, e nonostante ce ne siano cosi' enormemente tanti si trovi ancora posto per libri che arrivano a fiume, entrarci crea un sentimento che commuove, che riempie il cuore di qualsiasi lettore che entra in contatto con questo mondo d'altri tempi, forse addirittura un mondo completamente diverso da quello che ti trovi appena oltrepassi la porta d'uscita.


Stanze con divani e addirittura letti in cui assaporare a oltranza letture di ogni genere, mobili antichi che sembrano riflettere le impronte ancora ben visibili di Hemingway, corridoi e spazi strettissimi, una scala a chioccioli in perenne instabilità che resiste ancora alle intemperie degli anni passati e della polvere storica di chi ci ha messo piede, ma è soprattutto l'odore, il profumo di libro che contraddistingue questo luogo che è sempre piu' un mondo che geloso della propria tradizione, cerca in tutti i modi di resistere alla prepotente e inarrestabile invasione delle nuove librerie che sembrano dei locali asettici, privi di spirito e di quel clima che ti attornia rendendoti immortale per il tempo in cui ci resti. Al piano superiore c'e' anche una piccolissima stanzina, con una piccola scrivania e una macchina da scrivere di quelle datatissime e ancora in perfetto stato, dove tu puoi lasciare un messaggio su dei cartoncini dalle varie forme. Io e Giorgia ne abbiamo lasciato uno a forma di cuore, appeso proprio in quel minuscolo spazio che rappresenta con la sua piccolezza l'assoluta intimità di un'ambiente che cerca quasi di proteggerti dal mondo esterno. Non che poi uscendo vedi chissà che cosa di orribile, c'e' pur sempre Notre Dame de Paris, che è in assoluto uno degli edifici in assoluto piu' belli ed evocativi al mondo. Ma, e non finiro' di ripeterlo fino alla nausea, cio' che si sente, si vede, si VIVE soprattutto in questa libreria non ha eguali. Libri disposti ancora su scaffali di legno, traballanti, con quella straordinaria imperfezione delle misure e delle lunghezze che sembrano dare ai libri accastati l'uno accanto all'altro, attaccati a tal punto quasi da non riuscire a estrarne uno senza il rischio di far crollare l'intera parete, che sembrano dare una sensazione di movimento d'onda all'immagine totale e collettiva di tutti quei libri uno affianco all'altro. Sembrano muoversi, parlarsi e parlarti. E' una sorta di museo, anche per chi non piace leggere. Figurarsi come rappresenta per una persona che vede nel libro quasi una delle ragioni di vita.
A distanza di 2 anni sono ancora qui a ripensare malinconicamente a quel tempo che ho passato in questo luogo meraviglioso. E' da considerarlo a ogni effetto PATRIMONIO DELL'UNESCO.

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