Minimalism is an art

sabato 20 giugno 2009

Finzione o realismo? Lieto fine o amarezza finale supportata da una certa sospensione frustrante che lascia interrogativi importanti irrisolti? Personaggi belli e di successo e dotati di un certo fascino irresistibile che fan grondare di invidia e ammirazione incondizionata il lettore ma sostanzialmente stereotipati e plasticati o personaggi sgangheratissimi, ma vivi, che lottano ogni istante per ritagliarsi uno spazio nel mondo, nei quali ci si riconosce almeno un po' vista la precarietà che intercorre tra un momento vissuto e l'altro, senza avere la benchè minima certezza di cosa riservi il giorno dopo? A dir la verità ci sarebbe anche il genere Hornbyano che scava nella società e nelle sue viscere ma lo fa attraverso un'impostazione piu' da commedia ma non è affatto commedia spicciola e cartonata. E' vera, basti leggere NON BUTTIAMOCI GIU' ad esempio o COME DIVENTARE BUONI per rendersi conto dell'assoluta concretezza della vita che racconta.
Da qualche tempo a questa parte la corrente minimalista, presente fortemente nell'arte figurativa, ha preso decisamente il sopravvento nelle mie letture preferite, scalzando altri genere che si son visti retrocedere in posizioni inferiori. Tutto è iniziato con Richard Yates e ora mi trovo in una fase di continua e curiosa scoperta di altri autori simili, che vengono incorporati in questo filone culturale-letterale.

Minimalismo (letteratura) Corrente letteraria statunitense affermatasi negli anni Ottanta del XX secolo. “Minimalista” è stata definita una generazione di giovani narratori americani le cui opere si caratterizzano per l'attenzione al particolare e al quotidiano, nonché per la scelta di uno stile asciutto, essenziale e immediato, di stampo hemingwayano. Tra i minimalisti sono stati annoverati Bret Easton Ellis, Amy Hempel, David Leavitt, Jay McInerney e Susan Minot. I loro autori di riferimento sono Raymond Carver, Grace Paley e Ann Beattie.

Gli scrittori minimalisti descrivono la vita spesso squallida e banale nelle piccole città americane, oppure quella alienante nelle grandi metropoli come New York e Los Angeles, e raccontano, con una lucidità che rasenta il cinismo, la desolazione quotidiana di personaggi soli e annoiati, che vivono con disagio la propria incapacità di comunicare. Stilisticamente prediligono un discorso semplice e immediato, nel quale prevale la forma del dialogo e del rapido scambio di battute. Al romanzo si preferisce la misura breve del racconto, che si rifà alla tradizione della short story americana.

Il minimalismo ingloba certamente un determinato stile narrativo, molto immediato, diretto, basato su pochi fronzoli. Ma è piu' che altro un modo di raccontare la vita. Per quella che è. Senza proteggersi sotto l'alone del "raccontiamo la realtà nel modo piu' bello possibile per venire incontro al lettore che vuole nella lettura trovare riscatto rispetto ai problemi reali che vive ogni giorno". Non scende a compromessi del genere. Anzi, ti sbatte in faccia senza scrupoli e senza tentennamenti una realtà che è quella fatta di stenti, privazioni, solitudini, cadute, impotenza di fronte a certi ostacoli invalicabili che la vita ti presenta come conto, precarietà di salute, inadeguatezza nel controllo di sè, scivolamenti continui, botte tremende, reazioni fiacche o inesistenti, cecità esistenziale, domande a cui non si riescono a dare risposte e ci si sente impotenti, totale svilimento di sè, autodistruzione inevitabile. Ma esiste anche speranza, e a volte la determinazione di rincorrere una via di uscita, viene premiata. Ma sono sostanzialmente storie molto radicate nel comune vivere, che il lettore non puo' non sentire una minima partecipazione personale alle vicende raccontate. Racconti e romanzi che sono dei veri e propri mondi vissuti. Non idealizzati. Il minimalismo che potrebbe benissimo in un certo senso far coppia, con l'esistenzialismo e il realismo, sembra essere voce di una realtà scoperchiata dei suoi eccessi, delle finzioni idilliache che colorano di una perfezione improbabile cio' che invece non è. Una parte di letteratura vuol far passare il messaggio che il lieto fine ci sia sempre, basta che tu segua quasi una sorta di biglietto illustrativo o foglio delle istruzioni o semplicemente che aspetti il lieto fine o la felicità a bussare alla tua porta. Questa letteratura ha assunto un po' i connotati di una minestra riscaldata, che ostenta troppo banalmente la facilità con cui si raggiunge una certa serenità esistenziale. Questa minestra è stata preparata con ingredienti scaduti.

Il minimalismo in letteratura è caratterizzato dall'uso economico delle parole e dalle descrizioni superficiali. Gli autori minimalisti evitano gli avverbi e preferiscono lasciare al contesto il ruolo di definire il significato. Ci si aspetta che i lettori prendano parte alla creazione della storia, che scelgano da che parte stare in base a indizi obliqui e innuendo, piuttosto che seguire alle direzioni proposte dall'autore. I personaggi di romanzi e storie minimalisti tendono ad essere piuttosto normali; possono essere venditori o allenatori di seconda categoria piuttono che famosi investigatori o incredibilmente ricchi.

Gìà, la normalità. Che sembra essere un tabu' per una parte della letteratura.
Yates mi ha preso per mano e mi ha inoltrato in questo nuovo mondo da leggere. Con la sua scrittura strepitosa, cristallina, realistica, spietata.

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