Leggere (quel libro) o non leggere (quel libro), questo è il dilemma

sabato 24 ottobre 2009

Il lettore, per nostra stessa esperienza vissuta sul “campo”, vive spesso di tanti piccoli momenti romantici di terrore.
Ad esempio, dando un’occhiata a un libro in libreria che fortemente si vuole e un’altra occhiata, piu’ freddamente razionale (anche coscienziosa o no?), scappa in direzione del portafoglio con cui inevitabilmente si deve fare i “conti” e proprio qui scatta il conflitto di interessi di lettore e risparmiatore, in continua e perenne lotta all’ultimo sangue tra loro. Oppure come quando, con una lista infinita di libri in attesa di lettura, concludendo un libro ci si rende protagonisti di un momento catartico e per certi versi sacro e da trattare con rispetto,il momento in cui bisogna optare per il libro da iniziare. E’ un ping-pong a oltranza di decisioni e contro decisioni, di scelte e di dubbi immediatamente successivi che scompaginano tutto: insomma, la lotta suprema della scelta perfetta, che cerca di farsi spazio, che incoroni e battezzi le giuste ore e ore e le giuste pagine e pagine di lettura, che si dovranno affrontare. La mia indecisione in questi momenti è "straziante", isterica, impaziente. Ci penso, ragiono su, cerco di farmi un'idea di cio' che mi servirebbe in quel momento, quando in realtà la tecnica migliore di scelta che taglierebbe la testa al toro sarebbe forse quella di estrarre casualmente un libro tra quelli che sono in attesa e iniziarlo nell'istante in cui lo si è scelto, per non rischiare di rievocare altri dubbi. So che esponendomi in questo modo, non mi faccio di certo una buona pubblicità, in quanto persona sana di mente, che sa dare il giusto valore alle cose (cosa si pensava? Che parlavo di tasse, disoccupazione, filosofia del diritto?), va davvero a drammatizzare un momento stupido come questo, quando i momenti tragici sono ben altri?. Ma la lettura è passione, e la passione non risponde a nessun comando. Gli sarebbe contro natura farlo. Viaggia per conto suo . Anima anarchica maledetta. Meglio un Minimum Fax (quindi letteratura realista americana, soprattutto) o uno Stephen King? Un Harry Potter o Stieg Larsson? Un graphic novel o un saggio? Ecco, perché dico che nel momento della scelta del libro successivo da leggere, entro nel panico piu' totale. Quale rimedio, allora? Pensare già al prossimo libro da leggere a metà del libro che si sta leggendo? Estrarre il libro a caso manco fosse la pallina del numero del lotto e "sarà quel che sarà"? Cercare di programmare le letture, alternando un genere a un altro? Far decidere semplicemente all’ispirazione del momento? Dottore, cosa posso fare? Dice che è grave? (come ha parafrasato uno spot pubblicitario-tormentone di una famosa bibita, diverso tempo fa). Un po' vi ci ritrovate anche voi? Il lettore è anche un po' folle, come lo è il genio?

2 commenti:

Martina S. ha detto...

Ah, proprio bello questo articolo, Matteo! Sì, mi piace pensare che il lettore sia un po' folle, 'ispirato' senz'altro... Personalmente mi lascio guidare molto dall'ispirazione del momento: capita che un libro lo lasci per mesi in attesa sulla scrivania, poi di colpo decido di leggerlo perché 'sento' che è arrivato il momento. L'alternanza di generi poi secondo me è fisiologica, ti viene spontanea per non saturarti di un solo tipo di letture. Poche volte invece decido di leggere 'quel' libro perchè è da tanto che devo farlo. E ammetto che in genere sono le letture meno felici e ispirate.

Matteo ha detto...

Sono d'accordissimo con te Martina. La forzatura o il sentirsi obbligati a...nella lettura porta solo a risultati negativi. ANche la programmazione. Ecco, la razionalità, soprattutto quella spinta, si sposa ben poco con la passione, che è istinto, innamoramento continuo...