A proposito di "un libro al giorno"....

mercoledì 14 ottobre 2009

Leggere un libro al giorno...come se fosse facile. Mette già brividi di adrenalina e soggezione leggendo una promessa del genere, figurarsi metterla in pratica e vederla realizzata nei fatti. Diciamocelo, è innegabilmente un po' il sogno nel cassetto del lettore medio. E non per questioni statistiche, per tirarsela cercando di apparire agli altri un grande intellettuale o per guardare tutti dall'alto verso il basso ostentando le proprie capacità fuori dal comune. No, penso che il lettore quello autentico, appassionato, su cui la lettura ha effetti terapeutici verso tutti i malesseri, legga perchè non puo' proprio fare a meno di leggere, perchè leggere è una passione travolgente, che non puo' essere dimostrata a parole. E' un'esperienza intima, troppo personale per essere raccontata e compresa da tutti.
Dicevo, un libro al giorno. Si potrebbe aggiungere ai punti di sospensione, "toglie il medico di torno". Magari fosse cosi' semplice. Certamente, pero', leggere aiuta lo spirito e l'allenamento della mente, oltre che ovviamente accumulare cultura e passare del tempo piacevole immergendosi in ambienti e vicende diverse dalla propria in cui si vive "dal vivo". Pero', e c'e' un pero' non qualsiasi e non cosi' marginale alla questione, ed è il fatto che ci sono alcune variabili che incidono pesantemente anche solamente sulla possibilità (non dico della riuscita dell'intento) di tagliare un traguardo del genere: prima variabile, il tempo. Forse la risorsa piu' scarsa che abbiamo oggi. Non abbiamo tempo. Ed è la verità. Il tempo passa a velocità della luce e i nostri impegni, le nostre occupazioni, le nostre attività ci portano via quel poco tempo a disposizione. E quindi? La notte in teoria andrebbe dormita, senno' come si fa il giorno seguente? Pero', effettivamente la notte, se non fosse che poi il giorno seguente la giornata tipo ricomincia da dove ha smesso soltanto poche ore prima, potrebbe essere una soluzione.L'altra variabile, è dolorosamente economica. I soldi. Purtroppo viviamo un momento storico decisamente particolare, dove la crisi è autentica, provata e riprovata, subita, esperita, materialmente. E non è, come invece dice qualcuno che la fa facile visto che non viene minimamente toccato dai problemi quotidiani e strozzanti del cittadino medio, che la crisi è MEDIATICA, che la crisi l'hanno inventata e decisa solo la stampa per dare addosso alla sua persona. I soldi sono determinanti. Ma è anche vero che anche in questo caso, alternative sicure ci sarebbero: biblioteca, libro scaricato dal web, librerie dell'usato (veri e propri mondi dell'occasione imperdibile). Ma penso che ci voglia anche un'altro elemento, inscindibile: la concentrazione, che in una metropoli caotica o un mondo familiare intenso e attivo non è possibile trovare sempre. Anzi, è una rarità. Anche la velocità di lettura, è un altro parametro che interviene. Ognuno legge a una certa velocità, c'e' anche chi ritorna su certi passaggi rileggendoli, c'e' chi corre come un treno riuscendo ad immagazzinare bene tutto quanto, chi ha bisogno di leggere piu' lentamente altrimenti le parole scappano incontrollabili e si perde il contatto con la storia. Quindi, a mio parere dietro il "leggere un libro al giorno" c'e' tutto un mondo di incastri di situazioni che devono completarsi perfettamente e convivere, difficile da poter realizzare. La continuità, la costanza, senza far diventare una passione un mezzo obbligo o una semplice quanto scialba e neutra prova d'esame o una gara statistica, è determinante. Io non riuscirei, perchè almeno (come minimo) uno di questi elementi salterebbe. Ammiro chi ci riesce, perchè alla possibilità di provarci coniuga la volontà di riuscire nell'intento. Se mi regalassero il tempo, soldi, la garanzia di una vita abbastanza lunga per dedicarmici e un mondo che mi promette di fare il bravo bambino, forse sarei pronto a provare a seguire il sentiero battuto da questa signora Nina di anni 46.

2 commenti:

Martina S. ha detto...

Tempo, soldi, concentrazione: hai riassunto benissimo, Matteo. Io riesco ad arrivare a un centinaio di libri l'anno, col contributo della biblioteca e perché non lavoro. Ma, anche se potessi, non credo ce la farei a leggere più velocemente: per me personalmente, i libri han pure bisogno di esser metabolizzati, interiorizzati, 'pensati'. Già così dopo un po' non mi ricordo le trame. Figuriamoci se ne leggessi uno al giorno!

Matteo ha detto...

Hai perfettamente ragione Martina. Ad esempio io son riuscito solo una volta nella mia vita a iniziare e finire un libro in giornata, ed è stato LA CHIMICA DELLA MORTE di Beckett. Per il resto non riesco e non vorrei neanche leggere un libro in una sola giornata. Non me lo gusterei abbastanza.