La Libreria Puccini a Milano in Corso Buenos Aires, è certamente una delle librerie piu' fornite. Piuttosto ampia, con un soppalco che espone libri di cinema, musica, arte, fotografia, filofosia, fumetti e salute e una sorta di grande piano riabbassato dove sono presenti tutti i tascabili, le guide geografiche e i libri per ragazzi, nonchè un'enorme scaffale per i classici moderni, quelli greci e latini. Nel piano centrale c'e' davvero un po' di tutto. Ed è una libreria stracolma di libri che appena entri ti fa sentire davvero in una vera e propria giungla di copertine, titoli, autori. Fin qui tutto ok, ma c'e' un "ma". I proprietari o gestori che siano. Il servizio mi risulta piuttosto fastidioso, l'antipatia o freddezza che sia di chi dovrebbe servire la clientela è quantomeno imbarazzante. Un lettore come me, bada molto all'atteggiamento di chi lavora in libreria. E infatti mi affeziono spesso alle librerie nelle quali incontro commessi o proprietari con i quali è possibile chiaccherare oppure che vedo molto disponibili a seguire la gente nella ricerca o scelta di un libro. La passione dei librai, che traspare è una garanzia per me. E questo per esempio avviene a non piu' di 100 metri dalla Libreria Puccini, in quel di Libreria del Corso. Dove tra una passeggiata e l'altra tra gli scaffali "scivoli" in una bella discussione che la commessa intrattiene con una cliente, alla quale consiglia un libro o semplicemente ascolta una lettura appena finita e il suo commento. Niente di piu' piacevole. E proprio per questo io rimango molto infastidito quando in libreria c'e' gente fredda, altezzosa, scontrosa, molto seria, taciturna a gestire il negozio. Non posso dire che magari ho preso questi signori in giornata no, perchè appena riesco, soprattutto quando praticano nei periodi predefiniti, gli sconti del 30% su tutti i titoli, passo di li e l'atmosfera che io respiro non cambia. Che non puo' essere coinvolgente nemmeno se la libreria è molto ben organizzata e strutturata, perchè manca quello che io considero fondamentale: l'umanità e la passione in chi deve vendere. Un peccato enorme. Vendere un libro e lavorare coi libri dev essere alimentato da una passione, per forza. Se bisogna essere snob, freddi, stralunati, beh allora no, questo mi fa un po' incazzare. Tant'è che oggi è accaduto una cosa che non mi capita mai di fare: uscire dal negozio senza neanche salutare, nè augurare buona giornata alla commessa. Sarebbe un po' spudorata come cosa ma sarebbe bello che qualcuno glielo dicesse in faccia: ma siete lavorare in una libreria o ai lavori forzati?
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- Matteo
- Ho 27 anni, mi sto specializzando in comunicazione, sono un accanito lettore, adoro il cinema e, ahimè di questi tempi, sono milanista. Ero un fanatico rossonero. Ora lavoro...al mio blog.
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Bella libreria ma...
mercoledì 2 settembre 2009Pubblicato da Matteo alle 21:38
Etichette: Esperienze
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