Schulz a Mantova: un'esperienza da raccontare

lunedì 21 settembre 2009


Se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti
di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse
più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta


Umberto Eco parla cosi' di Schulz e dei suoi lavori che hanno appassionato milioni di lettori in tutto il mondo, di tutte le età e di diverse generazioni. Padre dei Peanuts, di Snoopy, di Charlie Brown, quello che mi ha colpito di lui è stata senza dubbio la passione per quello che faceva, una passione che ha se vogliamo reso difficile i suoi rapporti piu' stretti, arrivando a dichiararsi un pessimo marito. Ha dedicato la sua vita a un foglio, a una matita e a un'incredibile talento nel trasmettere emozioni e sentimenti mescolati a una grande ironia. Ironia della sorte, e quando all'Ariston a Mantova, dove sono andato a vedere uno speciale su di lui ci sono rimasto e parecchio, è morto il giorno prima in cui veniva pubblicata la sua ultima striscia. Destino che mi ha lasciato un groppo in gola niente male. La sua ultima striscia che ha lasciato parlare cosi' Snoopy:




Cari amici,
ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant'anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino. Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall'attività.
Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l'affetto espressi dai lettori della mia "striscia" in tutti questi anni. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy... non potrò mai dimenticarli...
Charles Schulz

Brividi che mi hanno toccato indistintamente un po' tutto il corpo. La sua prima striscia nel 1947, l'ultima nel 1999, a 77 anni. Una vita dedicata alle sue creature. A cui ha dato e tolto la vita, nel momento in cui colpito da un cancro che lo ha colpito molto duramente a livello morale (era già morta sua madre per questo male e ci fu una ripercussione pesantissima per il ragazzo allora) ha preso coscienza del fatto che il suo percorso in vita stesse per arrivare a destinazione. Una vita fatta di problemi sociali fin da piccolo (molto timido, schivo, a volte emarginato da come si evince dai suoi primi disegni, molto malinconici e teneri alcuni), ha saputo rialzarsi dopo la morte della madre e piano piano scalare le vette da fumettista. Non lo faceva per soldi, semplicemente per passione. A chi a un certo punto gli consigliava di disegnare piu' strisce giornaliere per portarsi avanti col lavoro, lui rispondeva sempre che preferiva lavorare ogni giorno e cosi' fece per 50 anni. Diventa ricco, trova una moglie perfetta, ideale, nascono i suoi 4 figli, due maschi e due femmine. Sembra essere una famiglia da favola. Invece Charles toglie tempo alla moglie, anch'essa ambiziosa e poco incline dopo svariati anni a sentirsi cosi' messa da parte. Inziano i litigi dopodichè si separano, divorziano e Charles si risposa. Ma è sempre concentrato quasi unicamente sul suo vero amore, il fumetto. Sparky, come veniva soprannominato dagli amici, sembra sapesse fin dall'inizio che il senso della sua vita era quello di disegnare fumetti, quella era la sua missione. E ci ha dedicato anima e corpo, questo gentleman da modi eleganti e gentili, e da una determinazione altrettanto forte e invalicabile, che lo ha reso un grandissimo del nostro tempo ma anche fragile nei rapporti che ha avuto. E' stato a dir poco emozionante. Quando si è chiuso il documentario, c'e' stato un momento in cui chi era presente ha dovuto riassorbire una seconda volta tutte quelle testimonianze, completando un puzzle complesso da assorbire. Perchè ricchissimo di carica emotiva. Io ero stracolmo di emozione dentro. E' incredibile come con disegni semplici e in apparenza banali, abbia saputo toccare il cuore del mondo. E' riuscito con una semplicità disarmante a farsi ascoltare (cosache da ragazzino, e forse anche da adulto non è riuscito mai a fare) e a regalare a chi leggeva e legge degli amici. Che hanno problemi come noi, che ridono e piangono come noi, che muoiono come noi. Lui, Schulz, non morirà mai. Di questo ne sono certo.

1 commenti:

Blueberry ha detto...

Bellissimo resoconto Matteo, il documentario è stato molto emozionante e le tue parole hanno rispecchiato di nuovo questo stato d'animo.