Saramago: non basta una risata per sconfiggerlo

venerdì 25 settembre 2009

Il testo che pubblichiamo è tratto da "Il Quaderno" di Josè Saramago, in uscita da Bollati Boringhieri, con la prefazione di Umberto Eco. Il libro del Nobel per la letteratura, è una specie di diario di letture,suggestioni, ricordi, riversati nel blog. "L'Espresso" ha scelto le pagine riguardanti Silvio Berlusconi, e che hanno fatto si che il libro sia stato rifiutato dal suo storico editore, Einaudi, controllato dalla Mondadori.

Berlusconi and company

Secondo la rivista nordamericana "Forbes", il gotha della ricchezza mondiale, la fortuna di Berlusconi ascenderebbe a quasi 10 mila milioni di dollari. Onoratamente guadagnati, è chiaro, sebbene con non pochi aiuti esterni, come ad esempio il mio. Essendo io pubblicato in Italia da Einaudi, proprietà del detto Berlusconi, qualche soldo glielo avro' fatto guadagnare. Un'infima goccia d'acqua nell'oceano, ovviamente, ma che gli sarà servita almeno per pagarsi i sigari, ammettendo che la corruzione non sia il uo unico vizio. Salvo quel che è di comune dominio, so pochissimo di vita e miracoli di Silvio Berlusconi, il Cavaliere. Molto piu' di me ne saprà sicuramente il popolo italiano, che una, due, tre volte lo hanno insediato sulla poltrona di Primo Ministro. Ebbene, come di solito si sente dire, i popoli sono sovrani, ma anche saggi e prudenti, soprattutto da quando il continuo esercizio della domocrazia ha fornito ai cittadini alcune nozioni utili a capire come funziona la politica e quali sono i diversi modi per ottenere il potere. Cio' significa che il popolo sa molto bene quel ch vuole quando è chiamato a votre. Nel caso concreto del popolo italiano - perchè è di esso che stiamo parlando, e non di un altro (ci arriveremo) - è dimostrato come l'inclinazione sentimentale che prova per Berlusconi, tre volte manifestata, sia indifferete a qualsiasi considerazione di ordine morale. In effetti, nel Paese della mafia e della camorra, che importanza potrà mai avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente? In un paese in cui la giustizia non ha mai goduto di buona reputazione, che cosa cambia se il primo ministro fa approvare leggi a misura dei suoi interessi, tutelandosi contro qualsiasi tentativo di punizione dei suoi eccessi e abusi di autorità? Eca de Queiroz diceva che, se facessimo circolare una bella risata intorno a una istituzione, essa crollerebbe, ridotta in pezzi. Questo, un tempo. Che diremo del recente divieto, emesso da Berlusconi, alla proiezione del film "W" di Oliver Stone? Fin li sono arrivati i poteri del Cavaliere? Come è possibile che si sia commesso un tale arbitrio, sapendo per di piu' che, per quante risate ci potessimo fare intorno ai Quirinali, questi non cadrebbero?Giusta è la nostra indignazione, pur dovendo compiere uno sforzo per capire la complessità del cuore umano. "W" è un film che attacca Bush, e Berlusconi, uomo di cuore ome puo' esserlo un capo mafia, è amico, collega, fautore dell'ancora presidente degli Stati Uniti. Sono fatti l'uno per l'altro. Quel che non sarà ben fatto è che il popolo italiano accosti a una quarta volta alle natiche di Berlusconi la sedia del potere. Non ci sarà, allora, risata che ci salvi.

Che fare con gli italiani?

Riconosco che la domanda potrà sembrare alquanto offensiva a un orecchio delicato. Ma che succede? un semplice privato che interpella un intero popolo, che gli chiede il conto per l'uso di un voto che, con sommo gaudio di una maggioranza di destra sempre piu' insolente, ha finio per fare di Berlusconi il padrone e signore assoluto dell'Italia e della coscienza di milioni di italiani? Anche se in verità, voglio dirlo subito, il piu' offeso sono io. Si, proprio io. Offeso nel mio amore per l'Italia, per la cultura italiana, per la storia italiana, offeso, anche, nella mia pertinace speranza che l'incubo abbia fine e che l'Italia possa recuperare l'esaltante spirito verdian che è stato, un tempo, la sua migliore definizione. E che non mi si accusi di star mescolando gratuitamente musica e politica, qualunque italiano colto e onorato sa che ho ragione e perchè. E' appena giunta notizia delle dimissioni di Walter Veltroni. Ben vengano, il suo Partito democratico è cominciato come una caricatura di partito ed è finito, senza parole nè progetti, come un convitato di pietra sulla scena politica. (...)Veltroni è responsabile, certo non l'unico, ma nell'attuale congiuntura, il maggiore, dell'indebolimento di una sinistra di cui era arrivato a proporsi come salvatore. Pace all'anima sua.

La democrazia in crisi

L'eminente statalista italiano che ha nome Silvio Berlusconi ha appena partorito nel suo privilegiato cervello un'idea che lo colloca definitivamente alla testa del gruppo dei grandi pensatori politici. Egli vuole, per ovviare ai lunghi, monotoni e lenti dibattiti, sveltire le procedure parlamentari alla camera e al senato, che siano i capigruppo a esercitare il potere di rappresentanza, liberandosi al contempo del peso morto di deputati e senatori che, nella maggior parte dei casi, non aprono bocca se non per sbadigliare. A me, devo riconoscerlo, pare una buona cosa. I rappresentanti dei maggiori partiti, tre o quattro diciamo, si riunirebbero in un tassi alla volta di un ristorante dove, attorno a un buon pasto, prenderebbero le decisioni. Li seguirebbero, ma in bici, i rappresentati dei partiti minori, che mangerebbero al bancone, nel caso ci fosse, o in una tavola calda nei paraggi. Niente di piu' democratico. (...)Mi si dirà che questo Cavaliere non è da prendere sul serio. Si, ma il pericolo è che si finisca per non prendere sul serio quelli che lo eleggono.

Fonte: L'espresso

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